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John Saxon, l’attore dalle nove vite

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Chi è cresciuto con l’ondata horror degli anni ’80 non può dimenticare un attore che ne è stato, a modo suo, silente protagonista. Parliamo di John Saxon, volto unico del cinema, nato a New York esattamente 85 anni fa or sono.

Saxon, in questo contesto, non ha mai ricoperto veri e propri ruoli principali. Tuttavia ci sentiamo di rendergli omaggio per l’importante contributo da caratterista che ha dato ad alcune delle più entusiasmanti stagioni cinematografiche della storia.

Anni ’60: l’incontro con il cinema di genere

La ragazza che sapeva troppo, 1963

Dopo aver debuttato alla corte di grandi maestri della commedia hollywoodiana (Cukor, Edwards, Minnelli), Saxon approda in Italia, dove ottiene un ruolo importante nel film di uno degli astri emergenti del nostro cinema. Parliamo di Mario Bava, che dopo il fantastico esordio (La maschera del demonio, 1960) passa dall’horror al giallo onirico, regalando una pellicola che pochi ricordano: La ragazza che sapeva troppo (1963). Di chiara ispirazione hitchcockiana, il film parla di Nora, una ragazza americana in vacanza a Roma, il cui soggiorno capitolino si trasformerà in un incubo spaventoso. Saxon interpreta il dottor Bassi, che aiuterà la ragazza a svelare l’arcano.

L’inclusione nel cast di Bava si segnala soprattutto perché aprirà all’attore le porte del cinema di genere italiano, soprattutto nel poliziottesco. Nel decennio successivo, le collaborazioni di Saxon con cineasti nostrani (Lenzi, Massi, Martino) non si contano.

Anni ’70: il pioniere dello slasher

Black Christmas, 1974

I seventies si segnalano anche per la partecipazione di un altro importante film. Nel 1974 infatti esce Black Christmas. Il film di Bob Clark non è da considerarsi un capolavoro, ma molta critica vede in quest’horror il capostipite dello slasher movie, ossia il film horror imperniato su efferati assassinii. In questa pellicola Saxon interpreta il tenente Fuller e si rivela la spalla giusta per seguire le inquietanti indagini. Lo stesso volto dell’attore oramai viene scelto per l’ambiguità espressiva. Insomma, a meno che non si includa anche Bava (Sei donne per l’assassino, Reazione a catena), Black Christmas è il primo vero film che mette a sistema una serie di omicidi, proponendosi come nuovo sottogenere horror, prima che grandi opere come Profondo rosso (Dario Argento, 1975) e Halloween (John Carpenter, 1978) elevassero questo schema a racconto d’autore.

Anni ’80, una nuova vita all’insegna del successo

Nightmare 3 – I guerrieri del sogno (1987)

Con un background del genere, il nostro Saxon diventa perfetto per nuove esaltanti incursioni nella settima arte. Nel 1982 è un agente in Tenebre (Dario Argento) e soprattutto, nel 1984, è il padre di Nancy nel famigerato Nightmare (Wes Craven). Impossibile non parlare di consacrazione: Freddie Kruger è considerato dai più l’ultima grande icona dell’horror novecentesco. E la sua sua saga, fra alti e bassi, sarà l’ultima boccata d’ossigeno di un genere sulla via del tramonto. Un genere che risorgerà nei 2000 con l’avvento di nuovi cineasti, fra cui James Wan, e che solo negli ultimi 10 anni è tornato ad un livello di autorialità come ai tempi di Bava e Fulci.

La serie vedrà la partecipazione di John Saxon anche in Nightmare 3 e Nightmare beach. Nessuno di questi film raggiungerà le vette del primo capitolo. Ma il nostro buon caratterista, scomparso nel 2020, si aggiudicherà un posto nella storia del thriller-horror. Anche per merito dei suoi occhi e del suo ghigno inquietante.

Farewell, John.

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