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Agnesemarceline e le sue emozioni artistiche

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Agnesemarceline e le sue emozioni artistiche

Conosciamo Linda da quasi tre anni, ma solo recentemente ci siamo dedicati nel proporle una intervista.

Il motivo è molto semplice, un cambio di rotta nel suo stile che l’ha portata a realizzare opere fuori dagli schemi, che nel mondo della fotografia possono essere inquadrate come artistiche e in quello specifico del cosplay come ” Original “

Lascio il compito di presentarsi direttamente a lei e lascio parlare le sue foto per darvi un’idea dell’approccio no mainstream delle sue creazioni.

Potete seguirla e vedere il suo profilo cliccando qua sotto su Visualizza profilo.

Mi chiamo Linda Antonioni, in arte Agnesemarceline, sono nata a Senigallia (AN) il 29/09/1998 e sono cresciuta a Marotta (PU).
Fin da piccola ho sempre avuto la passione nel travestirmi, truccarmi, creare outfit e personaggi da interpretare.

Oltre a questo, ho da sempre una grande passione per la fotografia e per la realizzazione di video, creando storie.

Da bambina mi facevo sempre foto da sola e creavo storie con cui poi realizzavo dei video, con la vecchia fotocamera di mamma, insieme a mio fratello, in cui a volte eravamo noi i protagonisti e altre volte lo erano i nostri giocattoli.

https://www.instagram.com/p/CxTNbyXLp8P/

Da lì è nato tutto.


Il mio periodo scolastico lo definirei, stressante e poco gratificante, nonostante alla fine del percorso io sia uscita con voti altissimi, ma con troppa fatica. L’unica cosa di cui sono felice è che mi abbia insegnato a cucire, essendomi diplomata nel corso di moda.

Ma non mi aveva dato tempo di portare avanti le mie passioni, che sono sbocciate nel 2015, quando ho scoperto il mondo del cosplay.
Ho iniziato per caso, perché volevo travestirmi e atteggiarmi come un personaggio di uno dei primi anime che avevo visto.

Pian piano ho formato un gruppo di amici interessati a fare cosplay con me e abbiamo iniziato a frequentare fiere del fumetto in tutta Italia, realizzando cosplay sempre nuovi, divertendoci molto e soprattutto migliorando sempre di più in questo ambito.

Io mi definisco makeup artist, nonostante non abbia un titolo di studio in questo, perché, ormai da 12 anni mi trucco da autodidatta e so di essere diventata, con il tempo, molto brava ( ed è raro che io mi faccia dei complimenti).

Realizzavo cosplay da sola: cucivo gli abiti, creavo accessori e acconciavo parrucche. Mettevo tutto insieme aggiungendo il giusto makeup con lenti a contatto colorate ed ero pronta.

Agnesemarceline e le sue emozioni artistiche


Ma non mi bastava.

Con il tempo mi sono resa conto che la cosa più divertente per me non era interpretare personaggi già esistenti, ma inventarne dei nuovi.

Poi un giorno per caso mi sono imbattuta online in un sito di un’artista fotografica surrealista e lì mi si è aperto un mondo.

Ho iniziato a studiare l’arte del surrealismo, soprattutto in ambito fotografico, e pian piano ho iniziato a dedicarmici.

Le mie foto hanno preso una piega tutta nuova, ho iniziato a creare delle storie su personaggi inventati da me, e realizzare delle foto che fossero particolari ed estranianti.

Vorrei che quando qualcuno osservi le mie foto non pensi solo “che bella” o “che brava”, ma che si soffermi sull’ossevazione e che si concentri su quello che voglio trasmettere e sulle emozioni che prova in quel momento.

Le mie emozioni, il mio dolore, la mia pazzia, l’originalità e l’amore che ho per quello che faccio.

Ovviamente continuo a dedicarmi ai cosplay come anche a foto più semplici da modella, perché sono cose a cui non voglio rinunciare, ma le foto surrealiste occuperanno la gran parte dei miei progetti futuri.

Leggendo la biografia di Linda si ottengono molte risposte alle domande che ancora dobbiamo fare.

Tuttavia ci sono sempre molti strati tra l’esterno e l’interno di una persona, un pensiero o una emozione; quindi anche dietro una forma d’espressione artistica che racchiude tutti questi elementi, c’è molto da scavare.

Ciao Linda, All’inizio del tuo cammino abbiamo visto personaggi particolari, ma legati ai dittami del mondo cosplay, quale è stato il primo lavoro che ti ha allontanato dal cosplayer tradizionale?

 Non c’è stato un lavoro specifico in realtà, bensì mi sono resa conto gradualmente che realizzare qualcosa di nuovo era molto più gratificante e divertente per me. Perché è una cosa più personale e mi rappresenta al massimo.

In generale, con il tempo ho notato sempre di più che il mio viso, essendo particolare e non conforme agli “standard di bellezza”, non era, per me, adatto a fare cosplay.

Colpa della mia maniacalità nei dettagli. Questo non vuol dire che non si possa fare cosplay ugualmente, però a me metteva a disagio.

Così provai ad inventarmi personaggi creati dalla mia fantasia, ispirati a ciò che più amo, come facevo anche da bambina, e lì mi sono resa conto pian piano della mia strada.

Puoi spiegarci l’origine del tuo nome d’arte?

È una cosa un po’ buttata lì in realtà. È iniziato tutto nel lontano 2013, quando creai il mio profilo Instagram e decisi di mettere come nome “Agnesemarceline”, perché?
Agnese deriva da due cose principalmente: il nome che mi è sempre piaciuto e che ho sentito ripetutamente le prime volte nella famosa canzone di Ivan Graziani. Ed era anche il nome di un personaggio giocabile di The sims 3 che da piccola ritenevo molto interessante per la sua storia.
Marceline, semplicemente, deriva dal nome del mio personaggio preferito di “Adventure Time” che è una delle mie serie preferite.
Per via di queste motivazioni un po’ “frivole” ho spesso pensato di cambiarlo. Ma con il tempo notai che le persone mi riconoscevano così. Molti tutt’ora mi chiamano “Agnese”, “Marceline” e “Marcella”.

Quante ore al giorno dedichi ai tuoi lavori? Quanto ne dedichi ai set fotografici?

Dipende dal tipo di set e dal tempo che ho a disposizione. Purtroppo la mia situazione economica non mi permette di dedicare ogni giorno parte del tempo alla progettazione e al lavoro delle foto, anche se vorrei.
Però in media per realizzare un lavoro fotografico da sola (nel senso che faccio tutto io tra makeup, autoscatti, scelta delle foto e editing) ci impiego un paio di giorni pieni e quando si tratta di un video, questo tempo raddoppia.
Oltre a “schiavizzare” il mio ragazzo che spesso mi aiuta quando ho bisogno.
Quando scatto insieme a dei fotografi professionisti ci impiego meno tempo ovviamente, perché molto del lavoro lo fanno loro.

Ti abbiamo vista in alcuni festival seduta al tavolo degli ospiti dell’Artist Alley, il disegno è una parte fondamentale nella progettazione dei tuoi capi di abbigliamento?

Sono stata ospite a vari eventi principalmente per esporre i miei lavori, sperando di essere vista e conosciuta sempre di più.
Per quanto riguarda la realizzazione degli abiti, quando facevo solo cosplay, notavo che comprarli online era sicuramente più semplice. Però gli abiti non erano mai perfetti e i materiali erano spesso molto scadenti e i prezzi erano sproporzionati.
Perciò ho messo in pratica le abilità apprese grazie al mio diploma all’istituto di moda.
Ho iniziato a fare ogni abito da sola, partendo da un disegno in piccolo, poi al modello in carta con le mie misure e alla fine alla realizzazione vera e propria.
Ultimamente, a causa del poco tempo, riesco solo a modificare alcuni abiti per i miei lavori, non a farli da zero. Ma vorrei ricominciare.

Agnesemarceline e le sue emozioni artistiche

Scatti delicati e sognanti e pose che permettono di percepire tranquillità vengono sostituiti da pose più inquietanti, inquadrature cupe e colori che ci fanno riflettere su un animo pieno di fratture di incresapature appena percettibili, come mai un lavoro così eclettico?

Inizio col dire che mi piacciono molte cose diverse tra loro, e sto sempre male sia fisicamente che mentalmente.
Perciò il caos, l’inquietudine e la tranquillità che trovate nei miei lavori sono l’unione di quello che mi piace e di quello che provo.
Tra tutti i miei problemi il più radicato è sicuramente l’ansia e la tensione e nei miei lavori questo aspetto è cruciale. Tramite essi trasmetto sia come mi sento, con i lavori più cupi e inquietanti, e come vorrei essere, con i lavori che trasmettono tranquillità e pace.

Quale messaggio importante vuoi trasmettere al pubblico?

Sicuramente la cosa che vorrei dire a tutti quanti è di fare ciò che si vuole, indipendentemente da quello che pensano gli altri. Ma voglio specificare:
Io ho sempre fatto così e sono stata molto criticata nel tempo ma fortunatamente non ha mai avuto peso su di me.
Le uniche cose che mi hanno ferito sono state le autocritiche, come la difficoltà che ho avuto negli anni del piacermi esteticamente.
Quindi direi anche di non essere troppo duri con se stessi.
Con i miei lavori voglio semplicemente esprimere me stessa, ciò che provo e ciò che ho maturato, creando cose spesso estranianti e surrealiste.

Il tuo lavoro parla di te o di situazioni legate all’animo in generale?

Come ho accennato prima, il mio lavoro parla soprattutto di me, di quello che vivo e che provo ogni giorno.

Di quale scatto sei più orgogliosa?

Non ce nè uno in particolare, sicuramente molti degli ultimi che ho realizzato, perché sono migliorata tanto e in fretta ultimamente. Nell’ultimo anno ho scoperto quello che voglio esprimere veramente e ne sono felice.
Uno dei miei scatti preferiti in passato era quello di me su un letto che galleggiava in mare. Però ora sto facendo un grande progetto correlato a questo e, se andrà tutto secondo i piani, sarà il mio lavoro più grande e importante fin’ora.

Venendo dal mondo cosplay, limitarci a chiamarli original sarebbe riduttivo, come definiresti quello che fai? Avangarde? Introspettivo? Puoi dare un nome basato sulla tua sintonia con i tuoi scatti?

Nell’ultimo anno mi sto interessando parecchio all’arte surrealista, e le mie foto stanno andando in quella direzione. Non penso stia a me definirmi in un preciso stile. Anche perché mi sto ancora evolvendo e chissà tra un anno cosa farò.

Indubbiamente le fiere del cosplay e del fumetto, abituate a vedere anche lavori original non dovrebbero avere schemi di valutazione restrittivi, ma possiamo asserire che sei l’original tra gli originale e fai qualcosa che nessuno ha fatto fino ad ora.

Come ti rapporti con il pubblico e che risposta hai?

Ho trovato delle difficoltà a far capire alle fiere e anche ad alcuni fotografi quello che faccio. Molti ancora mi definiscono solo cosplayer, nonostante è ormai un anno che non faccio più cosplay. Sicuramente tornerò a farli, ma non è più il mio obiettivo principale. L’unico mio problema adesso è che il pubblico si aspetta da me contenuti di un tipo diverso da quello che ho intenzione di portare, e sembra che se non porto ciò che vogliono io sia destinata a rimanere bloccata.
Sembra che se non seguo i “trend” o non faccio foto “succinte”, non ci siano apprezzamenti. Questo mi demoralizza.
Comunque non mi fermeranno dal fare ciò che più mi interessa.

Vorresti partecipare ad una gara cosplay come original, o ritieni che i tuoi lavori siano destinati ad un pubblico differente?

 Non ho mai partecipato ad una gara cosplay, neanche quando facevo i cosplay. Il mio essere perfezionista mi ha portato a pensare di dover portare qualcosa di veramente figo sul palco e se non lo ritenevo all’altezza (sia il cosplay che la performance) preferivo non partecipare.
I miei lavori di adesso non credo siano adatti ad una gara cosplay.

Ora il mio obiettivo è portare a termine dei grandi progetti a cui sto già lavorando per poi fare delle mostre in giro per l’Italia. E in futuro chissà…

Grazie per aver risposto alle nostre domande, speriamo di vedere presto altri tuoi nuovi lavori.

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Valentino Coratella

Presidente dell'Associazione Culturale Fumetti Indelebili, Caporedattore di fumettindelebili.com, organizza da 7 anni la fiera del fumetto di San Benedetto del Tronto, il San Beach Comix. Disegna fumetti, scrive racconti, intervista fumettisti, sceneggiatori, cosplayer e fotografi. Di recente ha iniziato a realizzare cosplay, a presentare gare e a ricoprire la mansione di giudice di gara. Adora realizzare editoriali su videogiochi e musica di genere nerd metal.

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