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I “Goonies”, vero capolavoro del compianto Richard Donner

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Scomparso il 5 luglio, Richard Donner verrà ricordato per blockbuster come Arma Letale, ma soprattutto per l’intramontabile avventura di sette amici. Ovviamente parliamo de I Goonies (1985) film cult per un’intera generazione, diretto da Donner e prodotto da Steven Spielberg.

Negli anni ottanta e novanta la produzione cinematografica ha visto svilupparsi fenomeni di insormontabile successo, basti pensare a pellicole come ET, Stand by me o Ghostbusters. Nel suo weekend di esordio I Goonies si piazzò secondo come incasso dietro a Rambo II e a fine anno fu il quinto incasso mondiale. In totale, la pellicola guadagnò più di 120 milioni di dollari.

Chiunque sia cresciuto con questi pilastri della cinematografia, che sia un adulto o un adolescente, ha sognato almeno una volta di far parte di un’avventura alla Indiana Jones; con I Goonies tutto questo è diventato possibile.

La storia narra le avventure di un gruppo di ragazzini americani Mikey (Sean Astin), Brandon (Josh Brolin), Chunk (Jeff Cohen), Data (Ke Quan), Mouth (Corey Feldman), Andry (Kerri Green) e Stef (Martha Plimpton) chiamati Goonies perché vivono nel quartiere Goon Docks. Durante l’ultimo weekend nel loro quartiere, che di lì a poco verrà raso al suolo per speculazione edilizia, trovano una mappa appartenuta al pirata Willy L’Orbo. La scoperta darà il via a questa storia d’avventura che segnerà ognuno di loro.

Come ogni film di Spielberg che si rispetti, c’è un perfetto equilibrio tra buoni e cattivi. Oltre a descrivere i caratteri dei singoli personaggi in modo impeccabile dando un’impronta perfetta all’intera narrazione, Chris Columbus (sceneggiatore) dà spazio alle personalità degli antagonisti, denominati come La Banda Fratelli, con la stessa minuzia con cui racconta i protagonisti.

Il gruppo di malviventi è composto dal trio Mamma Fratelli, Jake Fratelli e Francis Fratelli interpretati rispettivamente da Anne Ramsey, Robert Davi, Joe Pantoliano. Ma l’elemento di congiunzione tra i personaggi principali ed i nemici è dato dal terzo fratello, Sloth (John Matuszak). Questi, nonostante inizialmente incuta timore per via del suo aspetto fisico, sarà di fondamentale aiuto per i protagonisti durante il loro tentativo di fuga.

Le fattezze di Sloth meritano una parentesi. Nel realizzare la maschera ci vollero cinque ore di trucco e il suo occhio era gestito tramite un telecomando. Gli effettisti lo progettarono per essere controllato in remoto da un operatore, facendo in modo che lui decidesse quando farlo sbattere dando un segno all’attore. In questo modo, veniva fatto partire il conto alla rovescia, dando la possibilità all’attore di chiudere l’altro in contemporanea.

Il film, nel complesso, è legato da un filo conduttore che tocca varie tematiche. Tra queste, soprattutto l’adolescenza, l’amicizia, l’amore, l’umorismo e la violenza. I Goonies non è un film violento: non c’è sangue, ma al massimo cadaveri e punizioni corporali verbali. L’insieme riesce a tenere incollato lo spettatore allo schermo, e mantenerlo in un vortice di emozioni che lo fanno immedesimare nei personaggi.

A rendere il film più coinvolgente è il sapiente uso dei dialoghi. Il copione mira a rappresentare ragazzi reali, tipici di quell’età. Il tutto suona come se non fosse scritto da Chris Columbus.

Momenti di riflessione stemperano il ritmo veloce che sorregge l’intrattenimento. Durante questi intervalli, gli adolescenti capiscono quanto sia importante lottare per ciò che si ama, andando oltre i propri limit. E quando si giunge alla fine dell’avventura, con l’amarezza di aver perso l’ultima speranza, ecco il colpo di scena che restituisce ai coraggiosi ragazzi una ricompensa molto più grande di quella che credevano di voler trovare.

L’avventura si concluderà all’interno della grotta segreta con il ritrovamento della nave del leggendario pirata Willy L’Orbo. Parliamo di un vero vascello di 32 metri prodotto interamente in scala 1:1. Fino all’ultimo, Donner volle tenere nascosto questo elemento agli attori, in modo da poter registrare le loro più sincere reazioni. Il cineasta catturò le scene d’interni proprio dentro il modello, che venne distrutto alla fine delle riprese. La nave che si vede veleggiare alla fine del film è solo un modellino in scala.

Fotografia scattata durante le riprese con il vero vascello.

Ciò che rende il film fuori dagli schemi di quel periodo è la scelta di coinvolgere membri della troupe. Pertanto, le comparse che si vedono in molte scene non facevano parte della crew. Ad esempio l’uomo morto che i ragazzi trovano nel congelatore non era un attore ma un cameraman. Sempre nella scena finale i due poliziotti che vediamo sopra le moto sono l’aiuto regista e lo stesso Richard Donner.

Infine, la scelta di coinvolgere membri delle famiglie reali fu un’idea di Donner e Spielberg. Questo perché Donner girò I Goonies in ordine cronologico (cosa molto difficile da fare, sia per i costi dovuti a questo genere di riprese sia per il tempo impiegato). Per questo tipo di scelta infatti ci vollero ben cinque mesi di produzione.   

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