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The mummy: Palimpsest.

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Interessante ma non si applica – The mummy: Palimpsest.

Interessante ma non si applica – The mummy: Palimpsest

C’è una fetta di pubblico con interessi fin troppo specifici. Chi ne fa parte cerca storie con determinati elementi, con certe ambientazioni, o persino in altri periodi storici.

Quelli che vanno per la maggiore sono facili da trovare.

Il problema è trovare buone storie ambientate nell’Antico Egitto o con atmosfere che si ricollegano alla sua storia e alla mitologia. Certo, ultimamente Ennead sta andando forte, e il manga sulla regina-faraone Hatshepsut si è rivelato una piacevole sorpresa.

Ancora troppo poco.

Per questo trovare The Mummy: Palinstest, rappresenta la speranza per il pubblico di appassionati. Speranza che viene frustrata da una storia inconsistente, personaggi imbarazzanti e un’insistenza sul girl power che è giusto, per carità, ma è forzato.

E dire che i disegni sono ottimi!

Horror? L’unico orrore è la scenegiattura.

Interessante ma non si applica – The mummy: Palimpsest.

La cosa più triste? Le basi per una buona storia ci sono tutte. C’è il mistero, la setta malvagia che muove le fila nell’ombra, la tensione, la paura.

Il problema è che è un mix che non viene utilizzato nel pieno del suo potenziale.

 La storia è questa: una volta ogni trentatré  anni, i membri della Setta di Anubis si riuniscono per bere il sangue di un sacrificio umano, usato come vaso per contenere lo spirito imprigionato di un’alta sacerdotessa egiziana morta da tempo chiamata Nebetah, ottenendo così l’immortalità.

L’ultimo sacrificio non è andato bene, la ragazza è morta troppo presto, e i membri della setta cercano il nuovo vaso in tutto il mondo. E lo trovano: si tratta di una ragazza ucraina di nome Angel.

Un’ucraina che si chiama Angel. Se il nome era Hope, eravamo ufficialmente su Wattpad, lì i nomi delle Mary Su sono sempre gli stessi, se la giocano Hope, Destiny e, appunto, Angel.

Fosse il nome l’unico problema: Angel è la final girl, la Mary Su che anche senza avere idea di cosa sta succedendo, sa fare tutto. E anche quando è in difficoltà arriva l’eroe di turno a salvarla.

Ma lei mica ha bisogno di lui, è potentissima. Però non sa ancora come usare i suoi poteri, è tutto un mistero. Anche il background dei personaggi, le loro motivazioni a malapena accennate e personalità cliché che più cliché non si può.

Finirlo è stato difficile, perché c’era la consapevolezza che si poteva fare di più, molto di più. Invece pareva la versione femminile del film con Tom Cruise. Quello che non deve essere nominato per buona pace dei fans del film del 1999.

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Annamaria Nazzaro

Collaboratrice, futura storica dell'arte (si spera) ed appassionata di fumetti, videogiochi, serie tv e film. Attualmente ho un podcast, Eva deve morire, su Spotify. Spero di potervi vedere presto anche lì.

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