The Continental dal lontano mondo di John Wick
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Non è un esagerazione definire i film di “John Wick”, con Keanu Reeves nei panni del sicario più tormentato del mondo, un sottogenere a sé stante. Tutti incentrati su superfici, sistemi e coreografie letali. Una cinematografia notturna impreziosita da una violenza elegante e fondata su codici d’onore del dramma gangsteristico combinati a rituali del fantasy medievale. Nelle scene di combattimento Reeves si muove implacabile con la precisione di uno chef che prepara con disarmante facilità il piatto forte. In poche parole, The Continental: dal mondo di John Wick doveva soddisfare grandi aspettative, ma la serie spin-off prequel del franchisee purtroppo fallisce miseramente.

Il giovane John Wick, prima che sua moglie morisse, prima che l’uccisione del suo cucciolo lo portasse ad abbandonare la pensione, prima di diventare Baba Yaga, prima di essere scomunicato e prima ancora di salire sulla Tavola, appariva come la scelta più ovvia per esplorare un giovane sosia di Keanu.

Coloro che, però, detengono poteri più grandi della Tavola, i pezzi grossi dello studio, hanno inserito qualche numero in più nella macchina del tempo per tornare indietro fino alla New York degli anni ’70. Il risultato un goffo tentativo di introdurre retroscena di Winston Scott (Colin Woodell), il futuro enigmatico proprietario del Continental Hotel di New York.

The Continental: dal lontano mondo di John Wick

Viene presentato anche Charon (Ayomide Adegun) un immigrato che lavora al Continental e assiste il suo manager, Cormac (Mel Gibos). Ci si aspettava che la serie coprisse l’ascesa di questi personaggi alle loro posizioni. Tuttavia la trama spara una serie di nuovi personaggi tra cui il fratello maggiore di Winston, Frankie (Ben Robson), ottenendo una storia inutilmente complicata e sovrappopolata che si conclude con un finale scontato.

La colpa è da cercarsi sicuramente nella scrittura di Greg Coolidge, Ken Kristensen, Shawn Simmons e Kirk Ward. Troppi dialoghi, che cercano ma non riescono mai a raggiungere la qualità aforistica di Derek Kolstad e degli altri scrittori dei film. Il tema centrale dei film, la vendetta, è annacquato dalla serie, che carica con troppi personaggi e storie formalmente tragiche, ma prive della carica emotiva necessaria.  

The Continental: dal lontano mondo di John Wick

Nei film la costruzione del mondo è davvero unica, grazie alla pura eleganza, la professionalità dei personaggi e il rispetto dei codici. Il Continental prende tutto questo e lo lancia dalla finestra. Cerca di infondere emozioni e legami familiari che richiamano vagamente quelli di Fast and the Furious.

Nonostante la durata dei tre episodi si avvicina a quella di un film, la serie salta da una sequenza all’altra senza mai soffermasi. Come per tutti i prequel, dove cosa accadrà è un dato di fatto, il brivido di chiedersi se il prossimo combattimento sarà l’ultimo scompare. The Continental ha alcune scene d’azioni meritevoli, ma il modo in cui vengono catturate e presentate sono ben lontane dallo stile tipico dei film. Il prequel dei film è sicuramente un tentativo finito male e in cuor nostro speriamo che la pensione per Jonh Wick sia ancora lontana.

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