Le brutte giornate di Batman: Bane
Per citarmi nella mia ultima recensione in questa serie “una brutta giornata può cambiare ogni cosa; chi sei, chi eri e chi sarai.” Chiunque potrebbe perdere la testa o vedere la propria vita capovolta, semplicemente per aver vissuto una brutta giornata. È successo a Joker, è successo a Batman e potrebbe succedere a tutti noi. E si dice anche a Bane…
Tutti i fan dei fumetti di Batman sa chi è Bane. Il primo cattivo che spezza il pipistrello spiritualmente, fisicamente e psicologicamente. Una delle sue azioni più recenti è stata spezzare il collo di Alfred, uccidendo l’ultima figura genitoriale di Bruce, nel fantastico arco narrativo di “City of Bane” di Tom King, consolidando il suo posto come uno dei peggiori nemici di Batman di tutti i tempi.
Joshua Williamson, Howard Porter, Tomeu Morey e Steve Wands si uniscono per raccontare la storia del bruto noto come Bane. Ambientato a decenni di distanza dall’attuale continuità dei fumetti, ritroviamo un Bane privo di veleno, invecchiato che rivive il suo momento trionfante rompendo, ogni notte, la schiena di finti Batman in performance di wrestling in stile WWE in Messico. Bane vive nel passato, perseguitato dal suo momento più bello finchè un giovane misterioso rivela che c’è ancora del Venom là fuori.
Problema fondamentale con il capitolo dedicato a Bane è che si umanizza un villain che ha torturato Batman, preso in ostaggio Gotham City e spezzato il collo di uno dei personaggi più amati dell’universo DC. Nonostante questi eventi non siano opera di Williamson, e lo scrittore tenta di mettere distanza tra le linee temporali, è molto difficile che il pubblico possa chiudere un occhio su tutto ciò che Bane ha fatto e concedergli una possibilità. Per trascurare il suo ripugnante comportamento passato alla base dovrebbe esserci una ragione convincente, che qui invece è carente. Williamson sembra voler concedere un occasione all’iconico cattivo, ma nessuna parte della narrazione suggerisce che se la sia guadagnata.
Sembra quasi che Bane sia stato costretto a sconfiggere Batman per poter superare la propria oscurità e paura. La premessa delle “Brutte giornate” gioca sul punto di vista della simpatia per il diavolo e questo numero invece fatica a connettersi con il lettore perché le azioni di Bane sono irredimibili. Non ha fatto abbastanza per espiare i peccati e impedire alla persone di produrre Venom equivale a chiedere scusa dopo aver massacrato un’intera famiglia. In definitiva la trama di Williamson non ha la motivazione e la forza necessaria per convincere il lettore a cambiare la sua opinione.
Il team artistico dà vita alla sceneggiature, Porter crea pagine cinematografiche, mostrando fin da subito assaggi del futuro. I layout sono accattivanti e presentano un Bane spaventoso ed enorme. Morey porta il lettore dentro ogni scena e luogo. È piacevole passare dall’oscurità della casa di Bane al cielo luminoso del sud America e ai rossi di Gotham. Wands conferisce al testo molta personalità, come per le parole di coloro che gocciolano piene di veleno.
Il problema di Batman Una brutta giornata: Bane è proprio nel titolo, l’albo di per sé costituisce un buon capitolo della storia del cattivo per eccellenza, ma non regge come un’opera che definisce il genere. Il rischio di monumentali aspettative è elevato. Cattivi come Mr. Freeze o Catwoman hanno il potenziale di raccogliere la simpatia del pubblico. Il resto sembra inverosimile e improbabile, anche in un universo immaginario.
Ciao sono Gianna, ho una laurea in Giurisprudenza, un tesserino dell’ordine degli avvocati a cui vorrei aggiungere quello da giornalista. La passione per la scrittura, nata sulla carta e poi migrata sulla testiera, mi accompagna da sempre. A 6 anni gli altri volevano fare gli astronauti; io avevo già le idee chiare: volevo fare la giornalista.
