John Milton o Louis Cypher?
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John Milton o Louis Cypher?

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John Milton o Louis Cypher?

Poche figure dell’immaginario collettivo sono state interpretate e reinterpretate come il Diavolo. Lo abbiamo visto come uomo, donna, bambino, animale, politico, musicista, essere di pura energia, un persona come tutte, un sottone, una potenza cosmica, un antieroe, un antivillain, il male puro, un buffone, un intellettuale, uno sportivo o Gabriel Byrne, ma quando si tratta di cinema sono due le rappresentazioni che più vengono ricordate: quella di Al Pacino ne L’Avvocato del Diavolo (1997) e quella di Robert De Niro in Angel Heart (1987).

Benché entrambi i film trattino dello stesso personaggio con la consapevolezza che la natura del Diavolo sia il peccato di Superbia, esiste una differenzia sostanziale fra quello che si nasconde dietro il nome di John Milton e quello dietro Louis Cypher: il primo è un Satana di Vanità, il secondo un Satana di Orgoglio.

Vanità o Orgoglio?

Prima di parlare nel dettaglio di questi due personaggi, penso che sia necessario spendere due parole sui concetti chiavi, e ricordo che da qui in avanti l’articolo conterrà pesanti tracce di SPOILER.

In cosa orgoglio e vanità sono diversi? Non sono sinonimi di Superbia? E se non lo sono, significa che sono due peccati diversi? La Superbia è la convinzione dell’individuo di essere migliore rispetto agli altri e sia Milton che Cypher agiscono come tali. Ma esiste un differenza nel modo in cui i due vivono la propria natura.

John Milton

John Milton è vanitoso. Lui stesso parla della Vanità, non della Superbia, come il suo peccato preferito. La vanità è un bisogno continuo di attenzione, di sentirsi ammirati: solitamente viene interpretata come un riassicurazione continua e superficiale del proprio aspetto fisico, ma Al Pacino la porta a un livello superiore. Il suo Satana è un attore sotto tutti gli aspetti, in ogni sua singola apparizione domina la scena e le sue parole (forse complice anche il doppiaggio di Giancarlo Giannini) suonano come declamazioni precise, inspirate, appassionate e in certi casi persino auto-elogianti.

Quando accusa Dio di essere un guardone, che fissa regole contraddicenti e istinti che spingono gli uomini ad agire, un padrone assenteista che si sbellica dalle risate, viene da pensare che il suo biasimo sia in realtà di non essere lui l’oggetto della sua attenzione. Un’interpretazione che trova la sua giustificazione nella scena della morte dell’agente Mitch Weaver: nell’immergere la mano nell’acquasantiera, Satana alza lo sguardo verso l’alto, ma non sembra sfidare gli angeli affrescati o l’Altissimo, sembra piuttosto invitarli a partecipare alla sua azione. Milton vuole essere visto. Vuole essere ammirato. Milton è dove vuole essere, sotto lo sguardo di tutti. Esattamente l’atteggiamento opposto di Louis Cypher.

Louis Cypher

Dove Milton è un attore, Cypher può essere paragonato a un regista. Non a caso, ritengo, De Niro ha deciso di interpretare il personaggio come un imitazione di Martin Scorsese. Il suo personaggio agisce nell’ombra e interagisce solo con il protagonista Harry Angel (Micky Rourke), che incontra in luoghi appartati e quasi di nascosto. De Niro compare poco nel film e alla fine non rimane nessuno che può dire di aver visto Louis Cypher, oltre ad Harry. È un Satana che non lascia tracce: compito ed educato sembra quasi silenzioso se paragonato a Milton.

Non ha bisogno di un nome troppo roboante per Manhattan o di fare sfoggio delle proprie abilità. Lui sa di essere il migliore, per questo non può tollerare che qualcuno cerchi di rompere il contratto stilato con lui. Il fatto che Johnny Favourite cerchi di essere più furbo di lui, mettendo in discussione la sua onnipotenza e la sua proprietà sull’anima dovutagli, è ciò che mette in moto la storia. In breve, De Niro incarna un Diavolo che è potere puro e tutto nel suo attegiamento mostra quanto è consapevole di ciò.

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