Conrad Veidt: Il primo Joker.
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Conrad Veidt: Il primo Joker.

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Conrad Veidt: Il primo Joker.

È un fatto risaputo che le fattezze del Joker ricalcano quelle di Gwynplaine, il protagonista del film L’uomo che ride del 1928, tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo.

Non si fa nessuna rivelazione filologica eclatante qui.

Voglio dire, il reboot della prima storia in cui compare il Joker è stata intitolata “L’uomo che che ride”. Il legame fra il personaggio icona della DC e Conrad Veidt, l’attore tedesco che dà a Gwynplaine il suo bel faccino, è un fatto noto al pubblico.

Eppure, malgrado questo, quando si elencano gli interpreti del Joker, nessuno fa mai il nome di Veidt.

“Ma Conrad Veidt non ha interprato il Joker”.

No. Ma ne era la perfetta rappresentazione.

Prendiamo direttamente il toro per le corna da quei bravi clown da rodeo quali siamo. Il personaggio di Gwynplaine non era stato creato per essere un antagonista. Né nel romanzo, né nel film. Eccetto la reinterpretazione di Sergio Corbucci, ma quella è un’altra storia.

Hugo, con L’uomo che ride, crea un personaggio tragico e di denuncia sociale. Il film del ’28 rispetta lo spirito originale, salvo cambiare il finale così che il pubblico non si suicidasse in massa una volta usciti dal teatro. Malgrado alcuni lo classifichino erroneamente come un film dell’orrore, Gwynplaine, a differenza del fratello letterario Quasimodo, non è mai stato inteso come un mostro da temere.

Allora perché il clown prince of crime ha le sue fattezze?

Quando il disegnatore Jerry Robinson mostrò a Bill Finger gli sketch del cattivo della nuova sceneggiatura di Bob Kane, il co-autore di Batman commentò che gli ricordava Conrad Veidt.

Conrad Veidt

D’altronde credo che sia innegabile che la presenza di scena di Veidt è straordinaria. Ha una figura affilata, che non può non far ricordare una lama. Il fatto stesso che Murnau lo abbia scritturato per interpretare il Diavolo nel suo perduto Satana dice tutto. Senza nominare il suo Cesare ne Il gabinetto del Dottor Caligari (ma in verità lo facciamo).

Nel pathos della sua performance come Gwynplaine, malgrado il ghigno perenne si percepisce la profonda tristezza del personaggio ed è interessante notare come Fred Finger, il figlio di Bill, abbia dichiarato in un intervista che il Joker stesso è un personaggio triste.

Nella sua prima apparizione, non sorride neppure. Lo vediamo immerso in una profonda serietà dopo aver ucciso e rubato il diamante Claridge. Sdegnoso. Arrogante. Acclama il suo stesso genio e dispera di non poter sputare in faccia alla polizia come lo ha reso possibile. Il primo sorriso del Joker appare solo dopo 4 vignette ed è definito “un sorriso senza allegria”.

Così è se vi pare.

Neil Gaiman disse che la natura di Batman è in continua metamorfosi, quindi possiamo facilmente immaginare come sia quella del Joker. Da genio del crimine a clown malefico. Da campy villain a domestic terrorist. Da agente del chaos a incarnazione della solitudine dell’individuo. I modi di interpretare il personaggio sono molti, da far impallidire le maschere della Commedia dell’Arte. Le sfaccettature molteplici. A ciascuno il suo.

Ma quando pensiamo ai molti interpreti che hanno dato corpo e/o voce al Joker, ricordiamoci di lasciare anche uno spazio a quello che sarebbe stata la prima scelta degli autori in un possibile casting.

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