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3 cose che ci preoccupano del live action di Avatar: La Leggenda di Aang

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3 cose che ci preoccupano del live action di Avatar

Non amo criticare un progetto prima ancora che esca, e da fan di Avatar: La Leggenda di Aang (Avatar: The Last Airbender in originale), mi auguro con tutto il cuore che il live action abbia successo. Pertanto, non scrivo questo articolo per puro gusto di farlo o per convincere gli spettatori a snobbare la serie Netflix: è per dar voce alle perplessità di tanti appassionati, già delusi dal film del 2010, bocciato su tutti i fronti.

A giudicare dalle ultime dichiarazioni dei registi e degli attori sembra che manchi lo spirito dell’originale, facendo levare dal pubblico un coro di proteste. Vediamo insieme i tre punti più controversi.

1) Un protagonista troppo responsabile?

Aang, il protagonista

“Per rendere ‘AVATAR L’ULTIMO DOMINATORE DELL’ARIA’ un dramma serializzato, Aang non farà più molte deviazioni in cerca di avventure, come cavalcare l’elefante koi. “Essenzialmente gli diamo una visione di ciò che accadrà e lui dice, ‘Devo andare alla Tribù dell’Acqua Settentrionale e far sì che questo non accada'”: DiscussingFilm riporta così le parole del regista.

Nessuna persona ragionevole si aspetta che gli adattamenti siano fedeli all’originale in ogni singola cosa. La prima stagione del live action avrà 8 episodi, contro i 20 della prima stagione del cartone animato, rendendo i tagli inevitabili.

Perché le critiche, quindi? Forse i fan non capiscono un concetto così basilare?

Il problema è che questa scelta stravolge la personalità del protagonista: Aang tende a rifuggire dalle responsabilità, imparando solo pian piano ad accettare il proprio destino. L’Avatar è avventuroso, spensierato, non tanto ligio al dovere; ed è anche un bambino spaventato dall’enormità del suo compito, davanti a cui il suo primo istinto è fuggire (letteralmente).

Questo è il suo difetto principale, l’ostacolo interiore da superare per diventare un vero eroe.

“Avrebbero potuto non cogliere di PIÙ il punto? Se Aang fosse il tipo di bambino che affronta in modo diretto le proprie responsabilità, non sarebbe rimasto bloccato nel ghiaccio per cento anni”, osserva uno spettatore.

I fan non hanno gradito questo cambiamento

C’è solo da sperare che i registi abbiano tenuto in conto questo aspetto chiave del personaggio, nonostante i limiti di tempo.

2) Un personaggio non più sessista

Sokka, uno dei coprotagonisti

Sembra un controsenso, ma è così: i fan non hanno accolto bene l’eliminazione dei commenti sessisti di Sokka, co-protagonista insieme alla sorella, Katara.

Dove si nasconde il problema?

Semplice: superare questa visione del mondo era una parte fondamentale dello sviluppo di Sokka, un personaggio che matura moltissimo col tempo. Si tratta di un character arc ben scritto, che fornisce un modello positivo ai ragazzi a cui il cartone è indirizzato, anche se Avatar può essere apprezzato da persone di tutte le età.

“Il sessismo di Sokka nella serie animata Avatar (…) era parte del suo sviluppo, un difetto del carattere da cui è cresciuto e maturato incontrando donne incredibilmente capaci e potenti che gli hanno fatto capire la sua ignoranza. Perché levarlo?”, chiede un utente.

Critiche sull’eliminazione del sessismo di Sokka

D’altronde, non bisogna temere di dare difetti ai propri personaggi, anche i più “offensivi”, a patto che non vengano giustificati dalla narrativa.

A chi interessano le persone perfette? Sono le loro debolezze ad avvicinarli al pubblico, a renderli umani e tridimensionali.

E senza dubbio, Avatar non ha mai presentato le battutine di Sokka (ricordiamo una delle sue grandi hit, “Le ragazze sono più brave ad aggiustare i pantaloni rispetto ai ragazzi, e i ragazzi sono più bravi a cacciare e combattere”) in una luce positiva. Spesso è Katara a rimproverarlo: una sorella minore ben più potente di lui, fra l’altro.

3) Il live action di Avatar imita Il Trono di Spade

Sì, avete letto bene.

I registi hanno affermato di voler attirare i fan de Il Trono di Spade, rendendo lo show più cupo e “non solo per bambini”.

La rabbia dei fan

“Questa era la peggior idea possibile, cercare di trovare punti d’incontro fra Avatar e Il Trono di Spade è una ricetta per il disastro, visto che sono fatti per audience estremamente diverse. Se il tuo Avatar non è per bambini non è Avatar”: fra i tanti commenti online, questo è fra quelli che meglio colgono il problema.

Avatar affronta temi difficili, colonialismo e imperialismo in primis, ma rimane una serie per tutti, ricca di momenti spensierati ed elementi comici. Fa parte del suo fascino: perché snaturarla?

“Più sento parlare di questo adattamento, più mi viene la sensazione che davvero non capiscano o rispettino l’originale in alcun modo”, lamenta un’altra appassionata.

Dulcis in fundo (si fa per dire), gli autori del cartone animato originale hanno abbandonato il progetto nel 2020 per divergenze creative.

Non un quadro rassicurante, insomma.

Nonostante tutto, darò una chance al live action, e spero che i lettori faranno lo stesso. La visione dei registi potrebbe avere del merito, pur discostandosi parecchio dal materiale originale: preferisco non giudicare a priori, mantenendo una mente aperta.

E mal che vada, peggio del film del 2010 non potrà mai essere.

Grazie per aver letto l’articolo fin qui, e alla prossima!

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