Viaggio negli anime anni ’90: Sailor Moon

Sailor moon è un anime del 1992 firmato Toei Animation. Sui nostri teleschermi sbarca poco dopo nel 1995. In poco tempo Sailor Moon si è trasformato in uno dei cartoni animati più gettonati di sempre. Chiunque sia cresciuto negli anni ’90 ha seguito le avventure di Usagi (Bunny) soprannominata “testolina buffa” e delle sue amiche. In Italia, nonostante i pesanti tagli, censure e traduzioni poco fedeli, Sailor Moon è riuscita a riscuotere un successo ineguagliabile.
Dal primo episodio facciamo la conoscenza della protagonista, Usagi, non sembra possedere la stoffa dell’eroina. Semmai è l’opposto, una ragazzina maldestra, piagnucolona e pigra e conduce una vita da normale studentessa delle medie finchè non incontra un gatto parlante, Luna. La gatta le spiega di essere una guerriera Sailor dotata di grandi poteri con il compito di combattere le forze del male e trovare la principessa perduta del Silver Millennium.

Curiosità: Usagi, letteralmente coniglio, indica il legame con la luna. Infatti, nel folklore giapponese, c’è un coniglio sulla luna che trasforma il riso in mochi.
La trama si sussegue con il risveglio via via delle altre guerriere Sailor che hanno il compito di aiutare Usagi nella ricerca della principessa perduta. Incontriamo la brillante Ami, che indosserà i panni di Sailor Mercury, la ragazza del santuario Rei (Rea) che invece vestirà di rosso, Sailor Mars. Ad aiutarle nella missione ci sarà Tuxedo Kamen (Milord) un uomo vestito in smoking e mantello che viene in aiuto delle guerriere quanto ne hanno bisogno. Solitamente si presenta lanciando una rosa e declamando qualche banalità prima di sparire.

Ogni puntata dell’anime è autoconclusiva. Gli scagnozzi del villaindi turno scendono sulla Terra, ognuno attingendo ad un vizio un tema o un’attività associata alle ragazze. Il cattivo generalmente corrompe una persona di buon cuore e la rivolta contro le protagoniste che puntualmente sconfiggono.
Il vero fulcro dell’anime è la caratterizzazione dei personaggi. Ognuno di loro ha psicologie complesse e perseguono ideali e sogni in modo che ogni spettatore possa immedesimarsi in loro. Quindi ci sarà Sailor Mars che è una leader nata, Sailor Mercury, timida e studiosa, Sailor Jupiter l’emblema della forza e infine Sailor Venus inguaribile romantica. Nel corso degli episodi si vive la quotidianità delle ragazze che vengono messe di fronte ai loro limiti e fragilità. Nel corso delle stagioni le guerriere evolvo, senza troppa fatica, acquisendo via via nuovi poteri. Usagi, in particolare, si trasforma in modo radicale, non più una ragazzina impaurita ma coraggiosa e si fa portatrice di giusti ideali.

Sicuramente la stagione che brilla per eccellenza è la terza. Grazie al cambio di direzione la serie diventa più cupa, adulta, le lotte e le situazioni più estreme. Fattore che ha sicuramente influenzato è l’introduzione delle guerriere Sailor del Sistema Solare Esterno. Menzione d’onore merita Hotaru (Ottavia) colei che custodiva in sé un villain più affascinante della saga. Peccato che, come accaduto per la Lady Nera, sia stato relegato a pochi episodi e non abbia lo sviluppo che meritava.
Arriviamo alle note dolenti: l’adattamento. Mediaset, infatti, ha deciso non solo di tagliare alcune scene ma di fare delle vere e proprie magie. Solo per citarne alcune: personaggi maschili omosessuali fatti passere per donne, l’amore tra le due guerriere Sailor Uranus e Neptune declassato ad una forte amicizia (con conseguente taglio di battute a doppio senso) e le Sailor Starlight resi uomini che chiamano in aiuto le sorelle gemelle da un’altra dimensione.

In conclusione, personalmente adoro Sailor Moon, perché ha il giusto equilibrio tra drammatico e luminosità. E dopotutto oggi tutti abbiamo bisogno di un eroe un po’ goffo e piagnucolone.

Ciao sono Gianna, ho una laurea in Giurisprudenza, un tesserino dell’ordine degli avvocati a cui vorrei aggiungere quello da giornalista. La passione per la scrittura, nata sulla carta e poi migrata sulla testiera, mi accompagna da sempre. A 6 anni gli altri volevano fare gli astronauti; io avevo già le idee chiare: volevo fare la giornalista.