Ken il guerriero, un eroe da tragedia
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Ken il guerriero, un eroe da tragedia

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Ken il guerriero, un eroe da tragedia

Ken il guerriero, un eroe da tragedia

Mostratemi un eroe e vi scriverò una tragedia

Questa frase di  Francis Scott Fitzgerald è piuttosto azzeccato per la maggior parte degli eroi dei manga shonen: la regola è che più il passato del protagonista è tragico, più questi è destinato alla grandezza.

Una grandezza raggiunta dopo sacrifici e perdite, lacrime e sangue.

E il lieto fine non è scontato.

 Negli ultimi anni siamo abituati a protagonisti di shonen che alla fine dei loro manga realizzano i loro sogni e/o obiettivi, che si ritirano in pace o smettono di combattere.

Ma le cose non sono sempre state così, soprattutto negli anni ’90, e Kenshiro, meglio conosciuto come il guerriero di Hokuto, ne è un esempio.

Nessun riposo per il guerriero

Ken il guerriero, un eroe da tragedia

Amore, morte, odio.  

Questi sono gli elementi della storia del nostro eroe tragico.

Kenshiro non voleva salvare il mondo all’inizio. Vive in una realtà in cui la fa da padrona la disperazione, dove l’umanità ha perso tutto a causa di un diastro nucleare.

Kenshiro può contare su una sola persona: Julia, la sua fidanzata, la sua ancora nel mezzo di un mondo alla deriva.

Lei è la sua cura alla violenza e all’orrore di ogni giorno, la luce della sua vita.

Ma proprio questa luce gli viene strappata via, lasciandolo con delle cicatrici che diventeranno poi un suo segno distintivo (il guerriero delle sette stelle verrà chiamato, la sua più grande vergogna diventerà anche ciò che lo renderà famoso).

Altri al posto suo non si sarebbero ripresi. Ma Kenshiro è l’eroe della storia, e giura di ritrovare Julia, a qualunque costo.

Inizia così un viaggio che lo porterà a diventare un simbolo di speranza, una leggenda tra gli uomini, un’ispirazione a combattere per la giustizia.

Kenshiro diventerà più forte, combatterà contro i suoi fratelli adottivi, divorati dall’avidità e dall’oscurità.

Non può salvare tutti, è impossibile. Forse in un altro mondo, in un’altra storia.

Non in questa.

Dopo numerose prove, vittorie e sconfitte, lutti e dolori troppo grandi, finalmente Kenshiro ritrova Julia. È una gioia di breve durata, come il tempo che rimane a Julia.

Kenshiro accetta il destino ma non si fa piegare da esso, e smette di combattere per poter passare con Julia quel poco tempo che è stato loro concesso dal destino.

Un finale agrodolce, che ha fatto emozionare i lettori di ogni generazione. Perché ognuno ha tifato per Kenshiro, sperando che ce la facesse, che riuscisse ad avere il suo e vissero per sempre felici e contenti.

Non è stato così, ma la sua storia è diventata immortale.

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