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The Taking of Pelham One Two Three

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The Taking of Pelham One Two Three

Se la prima cosa che pensate con questo titolo è un film d’azione con John Travolta e Denzel Washington, allontanatevi dallo schermo, andate allo specchio più vicino e schiaffeggiatevi con bruta forza.

Qui non si parla di quell’americanata del 2009 e neanche del film per la tv del 1998 con Vincent D’Onofrio, ma della pellicola originale del 1974 ad opera di Joseph Sargent. Quindi… tecnicamente… sempre un’americanata.

Tratto dall’omonimo romanzo di Morton Freedgood, questo film, noto in Italia con il titolo “Il colpo della metropolitana (Un ostaggio al minuto)” vede nel cast Robert Shaw nei panni del cattivo e Walter Matthau in quelli dell’eroe. Se questa scelta vi sembra strana, aspettate di vedere il resto.

Quindi armiamoci dello snobbismo che ci permette di vedere gli originali come migliori dei remake e superiamo la striscia gialla degli SPOILER, per dare un’occhiata più da vicino a questo vagone delle meraviglie.

One – Un potpourri sublime

Questo film è una amalgama di generi che si mischiano sullo schermo con la sottigliezza del bouquet di un vino pregiato.

Azione, umorismo e suspance si equilibrano in un approccio naturalistico.

Anche quando certe scene sembrano sfociare nel grottesco, non sembra impossibile che la situazione possa effettivamente verificarsi nella vita reale. Conan Doyle una volta scrisse “la vita è infinitamente più strana di qualunque fantasia che la mente di un uomo possa concepire”. In qualche modo “Il colpo della metropolitana” riesce a mettere il pubblico nello stato di accettare questa massima vivendo con naturalezza le situazioni proposte sullo schermo.

Two – Contrasti di colori

Il film è una lotta di ingegno fra il tenente Zachary “Z” Garber (Walter Matthau) e il mercenario Mr. Blue alias Bernard Ryder (Robert Shaw). Ryder ha preparato un colpo per estorcere un milione di dollari alla città di New York prendendo in ostaggio gli occupanti di un vagone della metropolitana, con la complicità dei suoi accoliti Mr. Gray, Mr. Green e Mr Brown.

Ebbene sì, lettore che hai appena unito i puntini: questo film ha ispirato Quentin Tarantino nella realizzazione de “Le Iene”.

E non credo di sbagliare nel dire che il Bernard Ryder di Robert Shawn sia stato il modello che molti criminali cinematografici da lì in poi. Trasuda tanto di quel carisma da potercisi fare il bagno: regista e sceneggiatori hanno fatto un egregio lavoro nel mettere in scena la caratterizzazione sua e dei suoi complici.

È un professionista freddo e intelligente, ciò risalta sopratutto quando viene accostato a Mr Grey, un sociopatico dal grilletto facile che è stato buttato fuori persino dalla mafia.

È un leader carismatico e si capisce sia da come riesce a tenere sotto controllo Gray, sia dal rispetto che Brown chiaramente nutre per lui.

Mr. Green (Martin Balsam), l’unico della banda a non essere un criminale di professione, si relazione quasi esclusivamente con Ryder, l’uomo con il piano, ma un piano che comunque non può funzionare senza Green, ex-macchinista. Eppure, Green non mette mai in discussione la leadership di Blue.

Three – Un eroe sui generis

Di fronte a questa forza sia mentale che militare, si contrappone Garber, un poliziotto per quasi tutto il film da dietro una scrivania.

Eppure lo spettatore si rende chiaramente conto che è l’unico uomo all’altezza di Shaw. È un negoziatore, non ha l’intelligenza affilata di Blue, ma è svelto di cervello e capace di cogliere gli indizi che ha a portata di orecchio. Quando Garber e Snyder si trovano finalmente uno di fronte all’altro è quasi come la prima volta che Sherlock Holmes di trova davanti a Moriarty.

Ed è fantastico!

The Remaking of Pelham One Two Three

Per quale motivo entrambi i remake falliscono? Prima di tutto entrambi sono poveri dell’ironia che caratterizza l’originale, il che è come provare a fare una torta di mele senza la cannella.

Entrambi cercano di trasformare una storia di negoziazione (perché alla fine di questo si tratta” in un action puro. Ma ciò che ha funzionato con “Speed”, non funziona con loro.

Il remake del 1998 segue fedelmente la trama dell’orginale, ma si sente la mancanza dell’intelligenza che caratterizzava i personaggi originali. Non voglio inoltrarmi troppo nei particolari ma mi basta dire che è inutile usare nomi in codice se poi sali sul treno senza un travestimento.

Quello del 2009 abbandona quanto di geniale c’era nel piano di Mr. Blue per propinare un delirio di piano che rovina – come se la nuova caratterizzazione non l’avesse già fatto abbastanza – un eccellente antagonista.

Ma come sempre, è solo la mia modesta opinione.

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Elisa Bellumori

Laureata in Lettere e Antropologia, tutto il suo piano di studi si può tradurre in cinque semplici concetti: libri, fumetti, cinema, media, pizza. Cerca di farsi strada come scrittrice. Nel frattempo vi studia e osseva. Praticamente innocua.

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