Scheletri di Zerocalcare
Scheletri, graphic novel di Zerocalcare, ha inizio secondo lo stile de “Il Padrino”… o quasi.
Uno Zero diciottenne, dotato di un’improbabile cresta rossa, ritrova un dito mozzato davanti l’uscio della sua porta. Evento che lo turba nel profondo e lo riporta a una storia iniziata sei mesi prima.
Zerocalcare non ha certo bisogno di presentazioni. Fumettista romano, le sue opere sono un mix tra un’autobiografia e fiction, Scheletri racconta dei sogni, fallimenti e vicissitudini dei protagonisti con una spruzzata di thriller. È una storia di fantasmi e mostri, ma niente creature soprannaturali, solo tutti quei demoni che un’intera generazione porta dentro cercando di combatterli.
Il protagonista di Scheletri, alter ego dell’autore, è impegnato a costruire una vita fittizia per non deludere le aspettative materne. Ogni mattina, invece di andare all’università, come fa credere alla madre, trascorre le proprie giornate nella metro B di Roma, creando una personale comfort zone e dove i suoi scheletri prendono vita indisturbati.
Nei suoi viaggi a vuoto incontra un ragazzo più giovane Arloc, un writer, che usa però la metro con scopi differenti. Zero con lui condivide il senso di inadeguatezza, insicurezze e frustrazione. Entrambi fuggono dai loro mostri, ma se per Zero questi restano intrappolati dentro di se per Arloc non è così, sono pronti ad esplodere. Arloc ha un carattere impulsivo a tratti violento e mostrerà a Zero che ha dei demoni peggiori dei suoi da sconfiggere. L’incontro con il giovane writer distrugge il castello di carta che Zero ha creato, costringendolo ad uscire dal suo stato di apatia.
Rebibbia, quartiere romano, fa da sfondo alla storia dei protagonisti. Una periferia ai margini delle sfavillanti luci del centro città, che racconta di una generazione che non riesce ad affrontare il mondo. Nella narrazione le tavole sono a tinte pulp e Zerocalcare mette in evidenza le scene più cruente della storia, grazie ad un ottimo gioco tra bianco e nero. L’autore, inoltre, sorprende il lettore con nuovi elementi, il sangue e la droga, poco usati nelle sue precedenti opere.
Zerocalcare in Scheletri fa un’analisi cruda non restando ancorato ad un racconto generazionale. Zero e Arloc affrontano la vita diversamente, il primo rifugiandosi nelle sue insicurezze l’altro invece affrontato tutto impulsivamente, con il rischio di autodistruggersi. Zerocalcare racconta dei disagi personali facendo della crescita un veicolo, anche se significherà passare attraverso dolore e sangue, trovandosi faccia a faccia con i “Propri Scheletri” nascosti nell’armadio.
Ciao sono Gianna, ho una laurea in Giurisprudenza, un tesserino dell’ordine degli avvocati a cui vorrei aggiungere quello da giornalista. La passione per la scrittura, nata sulla carta e poi migrata sulla testiera, mi accompagna da sempre. A 6 anni gli altri volevano fare gli astronauti; io avevo già le idee chiare: volevo fare la giornalista.