Piccoli problemi di cuore: le censure
Piccoli problemi di cuore: le censure
Chiunque nato negli anni ’90 conosce Piccoli problemi di cuore, anime tratto dal manga di Wataru Yoshizumi, che però, come tanti altri in quei anni, non è sfuggito alla censura Italiana. Nonostante i temi trattati siano tutto fuorché violenti, delle 76 puntate della travagliata storia d’amore che formano la serie tv, in Italia ne sono state trasmesse solo 63, un taglia e cuci che ha stravolto completamente la trama.
La trasposizione italiana
La censura più importante, che ha provocato un effetto a cascata, riguarda la situazione familiare dei due protagonisti Miki e Yu. In Marmalade Boy entrambe le coppie dei loro genitori dopo essersi innamorati reciprocamente decidono di divorziare. Si crea uno scambio di coppia, dove la madre di Miki si risposa con il padre di Yu e viceversa. In Italia questa circostanza cambia radicalmente; la mamma di Miki si risposa con un collega di lavoro, mentre il papà con una vecchia amica, rimasta vedova con un figlio (Yu). Per coprire questo considerevole mutamento di trama gli adattatori devono fare numerosissimi tagli e alterare i dialoghi, con più di un’ora di scene tagliate ed altre del tutto inspiegabili.
Il finale mancato
Sorte ben peggiore è toccata finale di Piccoli problemi di cuore. L’argomento era talmente scottante, che chi gestì l’adattamento della serie decise che i piccoli telespettatori non avrebbero mai dovuto sentire parlare di un argomento tabù come l’incesto.
Yu inizia a sospettare di essere il fratellastro di Miki trasformando l’amore che li lega in una storia impossibile. La trama italiana dei due innamorati invece si conclude con il ritorno di Yu da Miki dopo una litigata in cui sembravano essersi lasciati. Un classico lieto fine per un cartone animato per bambine.
In sostanza è andato in onda un anime diverso rispetto all’originale, un prodotto cucito ad arte che snatura la profondità dei temi affrontati e le sfaccettature dei protagonisti. Una serie romantica adatta per il pubblico italiano considerato sensibile a certe tematiche.
Non erano forse già temi attuali negli anni ’90? Probabilmente molti avrebbero potuto rispecchiarsi maggiormente nei problemi dei protagonisti piuttosto che nella storia a tratti melensa messa in campo da Mediaset.
Ciao sono Gianna, ho una laurea in Giurisprudenza, un tesserino dell’ordine degli avvocati a cui vorrei aggiungere quello da giornalista. La passione per la scrittura, nata sulla carta e poi migrata sulla testiera, mi accompagna da sempre. A 6 anni gli altri volevano fare gli astronauti; io avevo già le idee chiare: volevo fare la giornalista.