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Leo, il film Netflix sorprende tutti

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Leo, il film Netflix – un esordio sorprendente

Leo (Netflix, interpretato da Adam Sandler) ha stupito pubblico e critica rivelandosi genuino, divertente, persino commovente. Non per nulla, il suo debutto è il migliore per un film animato su Netflix.

Chi l’avrebbe mai detto?

Perdonatemi, dunque, se apro una piccola parentesi prima di entrare nel vivo della recensione, più per sfizio che per altro.


Siate sinceri: quand’è l’ultima volta che vi è piaciuto un film di Adam Sandler? Il finale di 50 volte il primo bacio, di cui è protagonista, è più inquietante che romantico… Fra tutte le persone che ci sono mondo, chi vorrebbe passare il resto della propria vita intrappolata con Adam Sandler in una barca in mezzo al nulla, per di più con seri problemi di memoria?

Qualcuno salvi questa donna

Se mi avessero detto che avrei tessuto le sue lodi, una volta tanto, non ci avrei mai creduto: l’attore dà vita a Leo, il rettile protagonista, con una voce che gli calza a pennello (irriconoscibile, tra l’altro), ottima interpretazione, buoni tempi comici.

Tanto di cappello, insomma, e grazie per avermi stupita in positivo.

Chiusa parentesi, passiamo alla trama e alla recensione vera e propria.

Leo (Netflix) – trama e recensione

Ecco un protagonista sui generis: una lucertola anziana a cui rimane solo un anno di vita, che decide di lasciare la propria gabbia e vivere in libertà. Ma i bambini della sua classe avranno bisogno del suo aiuto, anche per via dell’arrivo di una cattivissima supplente.

Se avete pensato che sa di già visto, scontato, vi rassicuro subito: la storia non è affatto banale, e coglie bene sia la psicologia infantile, sia le turbe tipiche degli adulti.

A parte per le battute, quasi sempre azzeccate, ricorderete questa pellicola per il lato musical irriverente, per i momenti emozionanti, per i personaggi umani e non.

I bambini di questo film e i loro problemi, anche i più assurdi, hanno un’indubbia qualità: quella di essere genuini, di non essere costruiti a tavolino al solo scopo di creare un buon “prodotto”. Gli spettatori più piccoli potranno rivedersi in loro, e gli altri potranno rivivere, almeno per un po’, la propria infanzia.

Leo non è ineccepibile, chiariamoci. I suoi primi minuti mi hanno fatto sollevare un sopracciglio, alcune battute funzionano meno di altre, e alcuni personaggi umani hanno un aspetto lievemente grottesco (anche se questo potrebbe essere un effetto voluto).

Ma il suo centro emotivo, ciò che traina la storia, è più solido che mai. C. S. Lewis disse “Una storia per bambini che può essere apprezzata solo dai bambini non è affatto una buona storia per bambini”, e sono d’accordo: Leo ha successo perché parla anche agli adulti, perché non edulcora i propri messaggi.

Pertanto, dategli una possibilità, magari vedendolo con figli, fratelli minori o nipotini; nel caso non vi piaccia, almeno non lo dimenticherete presto. Buona visione!



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