The Letter (recensione senza spoiler)
The Letter è una visual novel indie a tema horror svillupata da Yangyang Mobile.
Il gioco combina gli elementi tipici di questa tipologia di gameplay a quelli dei film dell’orrore asiatici (in particolare “Jun-on: The Grudge”). Il giocatore non ha fra le mani solo le relazioni affettive, ma le vite stesse dei personaggi. E si ritroverà talmente coinvolto dalla vicenda, da non poter resistere al desiderio di conoscere ogni possibile conseguenza e ogni linea di dialogo mutabile in base alle proprie scelte. Il sistema degli Achievment sprona ulteriormente a voler ripetere più volte la partita.
The Game
La vicenda ruota intorno alla principesca Ermangarde Mansion una magione brittanica del 17° secolo teatro di oscure vicende. Con queste premesse da vecchio romanzo inglese, l’apparizione di uno yurei sembra un elemento avulso. Eppure non abbiamo il tempo di alzare obbiezione che subito il clima di ansia e terrore ci ricorda cosa è importante: la sopravvivenza del personaggio.
Il gioco è diviso in sette parti, ciascuna narrata dal punto di vista di uno dei sette protagonisti. In ciascuna di queste sezioni ci immergiamo nel punto di vista di una personalità diversa dalle precedenti, che filtra nel proprio modo sia la situazione che le opinioni nei confronti degli altri personaggi.
Questi filtri sono ulteriori strumenti con cui i giocatori possono realizzare il modo di risolvere le relazioni.
La grafica del gioco è eccellente. Similmente a “The House in Fata Morgana”, Yangyang Mobile trova un perfetto punto d’incontro tra il design anime delle visual novel e un tratto tetro adatto alle atmosfere cupe del gioco. Diversamente dalla visual novel nipponica, The Letter fa un ulteriore passo animando gli sprites dei personaggi.
The Note
The Letter offre molti finali. Alcuni belli. Altri brutti. Tutti dipende dalle scelte del giocatore e riuscire a scoprirli tutti è uno degli obbiettivi finali del gioco. Gli sviluppatori ci avvertono, nella sezione relativa ai finali sbloccati nel menù, che esiste un true ending. Che può non essere quello che il giocatore vuole. Ma in definitiva, ritengo che giocare a The Letter sia un’esperienza che vale la pena fare.
Laureata in Lettere e Antropologia, tutto il suo piano di studi si può tradurre in cinque semplici concetti: libri, fumetti, cinema, media, pizza. Cerca di farsi strada come scrittrice. Nel frattempo vi studia e osserva. Praticamente innocua.