Satanik, quando il male è donna
Satanik, quando il male è donna
Cosa fa paura ad un uomo?
Una donna potente e cattiva.
Non si tratta di un’asserzione femminista, ma di una verità nuda e cruda, specialmente per quanto riguarda un periodo, che va dal 1964 al 1974.
Perché proprio questi dieci anni? Semplice: è il periodo in cui, con più di duecento numeri, fu pubblicato un albo destinato a far scalpore, con una protagonista femminile sui generis, che cercarono di censurare e di far cadere nel dimenticatoio.
Ma nonostante perbenismo e censure, Satanik ha avuto la meglio, ottenendo un successo oltre ogni previsione.
Chi è questa cattiva? E perché non se ne parla di più?
L’inganno della bellezza
Atmosfere da romanzo di Edgar Allan Poe, Satanik è una cattiva che si diverte in quello che fa.
E questo i censori non glielo potevano perdonare. Una donna bella, che sfruttava gli uomini, li derubava e poi li uccideva veniva percepita come un pericolo per la mortalità.
Ci hanno provato a fermarne la pubblicazione, ma ormai Satanik era troppo popolare. Certo, ci sono dovute essere delle modifiche – gli uomini che uccideva se lo meritavano – ma l’essenza di Satanik rimaneva la stessa.
Una donna sicura di sé e del suo corpo, consapevole di come gli uomini non riuscissero a resistere al suo fascino.
Ma la sua bellezza non è altro che un prodotto della scienza.
Marny Bannister – vero nome di Satanik – è una scienziata col viso orribilmente sfigurato, messa da parte ed umiliata.
Trova la sua vendetta: inventa una pozione che la rende una bellissima vamp, ottenendo ciò che il suo aspetto le ha sempre negato.
Si riprende tutto con gli interessi, diventando una criminale senza scrupoli, uccidendo indistintamente buoni e cattivi.
L’unica che vince sempre è lei, che rinuncia ad ogni morale per raggiungere i suoi scopi, senza farsi scrupoli.
Li ha avuti per tutti la vita, e si è stancata.
Non sorprende che un personaggio del genere facesse paura. La cosa più sorprendente è che nessuno abbia pensato a recuperare il personaggio, magari per una mini serie.
Però di questi tempi di revival e reboot, non si sa mai.
Collaboratrice, futura storica dell’arte (si spera) ed appassionata di fumetti, videogiochi, serie tv e film. Attualmente ho un podcast, Eva deve morire, su Spotify. Spero di potervi vedere presto anche lì.