Toilet-bound Hanako-kun: recensione anime
Tra gli anime di genere sovrannaturale spicca una piccola perla di cui non si è parlato abbastanza: Toilet-bound Hanako-kun (“Jibaku Shounen Hanako-kun”, in giapponese).
La storia di questo anime (adattato dal manga) parla di una studentessa al primo anno di liceo della scuola Kamome, Nene Yashiro, fortemente appassionata di tutto ciò che riguarda l’occulto e l’amore; proprio per quest’ultimo, incuriosita da un pettegolezzo di classe, decide di recarsi nei vecchi bagni della scuola dove si mormora sia presente il fantasma di una ragazza in grado di avverare qualsiasi desiderio. Nene rimarrà sorpresa di vedere che la leggenda è vera, ma soprattutto che il fantasma di Hanako-san è in realtà un ragazzino dalle tendenze discutibili e che è proprio lui a gestire e tenere sotto controllo tutti i fenomeni paranormali presenti tra le mura della scuola. Da qui parte un’avventura dal gusto comico ma allo stesso tempo drammatico che ci catapulta direttamente nel mondo degli spiriti, al confine con la dimensione umana, in un racconto emozionante e pieno di colpi di scena.
Il manga, pubblicato dall’editore J-pop, ha già riscosso un discreto successo in Italia e al momento sono stati pubblicati ventuno volumi della storia; l’anime invece è stato trasmesso per la prima volta in Giappone nel 2020 ed è stato molto apprezzato dalla critica, per questo è in produzione la seconda stagione.
Se state cercando un anime dalla breve durata di dodici episodi, con uno stile grafico particolare, una trama originale e personaggi divertenti, questo show fa al coso vostro. Il punto di forza di questa serie infatti è proprio la struttura dei personaggi e come essi, con i loro vissuti tortuosi del passato, riescano a creare una fitta trama di eventi misteriosi e al tempo stesso intriganti, con un tocco di dramma, ma sempre strappando una risata allo spettatore.
Laureata all’Accademia di Belle arti di Macerata in indirizzo “Arte del fumetto e Illustrazione”, appassionata di anime, manga, cultura asiatica, soprattutto coreana e giapponese. Nel tempo libero mi dedico alla cucina, allo studio della psicologia da autodidatta e all’apprendimento di programmi con cui realizzare grafiche 2D.