Yakuza – Una trama fantastica
Yakuza – Una trama fantastica
Yakuza, in giapponese Ryu Ga Gotoku (龍が如く Ryū Ga Gotoku, letto “Come un drago“), è un videogioco creato e sviluppato da SEGA, pubblicato per PlayStation 2, PlayStation 3 e Wii U. Le versioni uscite su queste due ultime console sono state distribuite solo su territorio giapponese assieme al seguito, Yakuza 2.
Si tratta del primo gioco della serie Yakuza.
Il gioco – quello disponibile per PlayStation 2 – è stato l’unico della serie ad essere localizzato in lingua italiana, ma con parlato in inglese fino all’uscita dello spin off Judgment del 2018.
È un misto tra un videogioco d’azione e un picchiaduro a scorrimento; ambientato nel quartiere a luci rosse del Kabukicho di Shinjuku, Tokyo, con il nome fittizio di Kamurocho.
La trama
Nonostante il nome che porta e la caratterizzazione del prodotto, Yakuza non è un gioco in cui il crimine fa da protagonista.
Piuttosto il mondo criminale fa da sfondo – una scenografia – ad una storia che si interessa di ben altri valori; marchiata a pelle sul volto di un eroe dalla moralità indubbia.
Il protagonista, Kazuma Kiryu – noto con il nome “Il Dragone di Dojima” – è senz’altro uno dei personaggi chiave del contesto, il cui unico modo di risolvere ogni situazione è quello di menare le mani. Si tratta di un combattente molto abile, temuto da tutte le famiglie della mafia locale.
Kazuma – del Clan Dojima, pronto a staccarsi dal gruppo mafioso di Shintaro Kazama – per proteggere il suo migliore amico, sconta una pena di dieci anni in prigione per un reato mai commesso: il presunto omicidio del suo oyabun (boss della Yakuza) Sohei Dojima.
Il vero assassino è in realtà proprio il suo amico d’infanzia Akira Nishikiyama detto “Nishiki”, messo alle strette per proteggere Yumi Sawamura, la loro amica d’infanzia, che era stata rapita da Dojima.
Dopo dieci anni dietro le sbarre, Kiryu lascia il carcere in libertà vigilata per ritrovare una situazione complicata: il capo Yakuza assassinato e 10 miliardi di yen rubati dal tesoro della famiglia.
Agli occhi della famiglia, da cui è ormai stato rinnegato, Kiryu rimane un ricercato, colpevole dell’omicidio del precedente capo-famiglia.
Il mistero si infittisce
Attorno alla storyline principale, vi è anche il mistero della sparizione di Yumi, migliore amica del “Dragone di Dojima” che si troverà ad indagare su entrambi i misteri con l’aiuto di un enorme cast di personaggi secondari; ognuno con le proprie personalità ben definite e con propri archi narrativi.
La trama s’infittisce in una serie di micro-eventi narrativi – spesso opzionali – tutti collegati in qualche modo fra loro, portando il protagonista a riconquistare il potere e la dignità persa negli anni di detenzione.
Il gameplay
SEGA assicura oltre 70 missioni extra e tutta una serie di mini giochi fortemente legati alle attività realmente presenti in città; fare due tiri a baseball in un campetto o tentare di rimorchiare su alcune donne incontrate nei bar.
Yakuza presenta un gameplay lineare, che ha però il pregio di catture il giocatore grazie all’affascinante storia senza riuscire a staccarvi finché non avrete scoperto la verità sui mille intrecci e colpi di scena.
Il punto debole del gioco è la longevità. Pochi capitoli e anche corti che in un paio di pomeriggi porterete a termine.
Nonostante questo, la fluidità dei combattimenti e la possibilità di reperire oggetti collezionabili, porteranno il giocatore a spingere sempre di più sull’esplorazione di ogni ambiente cittadino; scoprendo – anche – diversi risultati a differenti opzioni di scelta (nei dialoghi o nei combattimenti).
Conclusioni
Il 15 settembre 2015, in occasione del decimo anniversario della serie, SEGA ha annunciato lo sviluppo di un remake del primo capitolo per PlayStation 3 e PlayStation 4, intitolato Yakuza Kiwami.
Insomma, un titolo senz’altro degno di nota. La trama mi ha personalmente tenuto incollato allo schermo per ore, cercando di scoprire sempre di più su personaggi ed eventi.
Un titolo da rigiocare volentieri, grazie ad una scrittura sapiente, fluida e piena di colpi di scena.
È come essere in una Serie TV.
