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Una vecchia nuova avventura di Philip Marlowe.

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Una vecchia nuova avventura di Philip Marlowe.

In Fareweel my lovely, del regista Dick Richardsintitolato in Italia Marlowe poliziotto privato – compare l’unica altra interpretazione del detective di Raymond Chandler in grado di rivaleggiare nell’immaginario collettivo con quella data da Humphrey Bogart.

Philip Marlowe, il poliziotto privato

Forse, a rafforzare l’impatto visivo di Robert Mitchum contribuisce anche il fatto che è stato l’unico attore a interpretare Philip Marlowe in due film diversi, ma questo non deve distogliere l’attenzione dal lavoro fatto in questa pellicola in particolare.

Philip Marlowe, il poliziotto privato
Philip Marlowe, il poliziotto privato

Se da un lato può sembrare meno stoico rispetto Bogart, il Marlowe di Mitchum appare come un Virgilio pienamente consapevole della malebolgia che lo circonda: assunto dal gangster Moose Malloy, appena uscito di prigione, per ritrovare la fidanzata di cui non ha più notizie da sette anni, Marlowe conduce lo spettatore in un viaggio nei meandri più sordidi della Los Angeles degli anni ’40, dove problemi razziali, criminalità e corruzione appaiono come la norma.

Un mondo Noir

È un mondo nero, in cui le speranze infrante trovano sollievo nell’alcol mentre il resto della vita va in rovina, un mondo di cui bisogna essere in grado di incassarne i colpi e rimanere in piedi per sopravviverci.

Pur trattando di un’indagine, il film non è interessato a raccontarci del lavoro dell’investigatore o a sfidare lo spettatore a scoprire il mistero prima della fine, la pellicola vuole mostrare le zone d’ombra della vita.

Il noir vive di atmosfera e questo film ne ha da vendere.

Philip Marlowe, il poliziotto privato
Philip Marlowe, il poliziotto privato

Solitamente questo filone ha per protagonisti degli anti-eroi moralmente ambigui, ma sebbene la natura di Marlowe sia quella di un uomo pragmatico e disincantato, le sue azioni denotano una morale nascosta, al punto tale che la sua decisione di proseguire l’indagine è dettata non solo dal suo bisogno di denaro, ma da una una sorta di compassione nei confronti di Moose – uomo brutale, poco intelligente ma perdutamente innamorato – e nei confronti del figlio di una delle vittime.

Sotto questo aspetto, il personaggio trova il suo doppio nel tenente Nulty, l’uomo a cui racconta la vicenda dall’inizio tramite flash-back: in quanto membro delle forze dell’ordine, Nulty si ritrova nel corso della storia ad avere le mani legate dalle forze che tirano i fili del potere della città e ad ignorare quanto accade di fronte ai suoi occhi – complice anche il disinteresse comune – fino al momento in cui lui e i suoi uomini decidono di averne abbastanza e prendono finalmente l’iniziativa.

Non ritengo sia la miglior trasposizione di un romanzo di Chandler, ma sicuramente è un ottimo film noir.

/ 5
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Elisa Bellumori

Laureata in Lettere e Antropologia, tutto il suo piano di studi si può tradurre in cinque semplici concetti: libri, fumetti, cinema, media, pizza. Cerca di farsi strada come scrittrice. Nel frattempo vi studia e osseva. Praticamente innocua.

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