Un film e il suo sequel: Kuchisake-Onna.

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Un film e il suo sequel: Kuchisake-Onna, se una donna ti chiede se la trovi bella, tu devi correre. Folklore giapponese diventa horror.

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Un film e il suo sequel: Kuchisake-Onna.

Se una donna ti chiede se la trovi bella, tu devi correre.

Correre come un figlio di buona donna.

Perché non c’è possibilità di scampo da una domanda come questa.

Lo sa bene il folklore giapponese che ha intessuto la figura della Kuchisake-Onna su questa domanda.

Lo sa ancora meglio il cinema giapponese che, come altri media connazionali, ha tratto numerose ispirazioni da questo mito.

Ma qui ci interessiamo solo di due.

E se trovate che questo articolo sia bello, affrontate allora gli SPOILER che si nascondono dietro la mascherina.

Il Mito

Kuchisake-Onna letteralmente “Donna dalla bocca spalancata” è la protagonista/antagonista di un mito giapponese di straordinaria longevità.

La storia, come tutti i miti, esiste in varie versioni, ma il nocciolo è lo stesso. Una donna, prima bellissima, diviene deforme, con un sorriso che parte da un orecchio all’altro.

La donna a quel punto vaga per le strade, chiedendo ai passanti se la trovano bella, per poi mostrare a loro il suo sorriso deforme.

Se le rispondi no, sei morto.

Se le rispondi sì, ti rende come lei, quindi sei probabilmente morto.

Ho prima parlato di “longevità” del mito.

Alcuni folkloristi lo hanno fatto risalire al periodo Edo (ossia nell’arco fra il nostro 17° e 18° secolo). Eppure oggigiorno siamo abituati a pensare a lei come a una donna che va in giro con una mascherina chirurgica. La sua figura si è evoluta con la società di origine, invece che ristagnare nel suo periodo di nascita.

La sua immagine è stata forse influenzata da un caso di isteria collettiva che coinvolse i bambini di età elementare della prefettura di Gifu fra il 1978 e il 1979. Fra gli alunni era iniziata a circolare la voce della donna con maschera che domanda Mi trovi bella? alle sue vittime.

La cosa raggiunse dimensioni tali che i bambini avevano terrore ad andare a scuola. Sui giornali nazionali cominciarono ad apparire voci di avvistamenti della Kuchisake-Onna e delle sue aggressioni, ma non è semplice delineare cosa ci sia di vero o meno.

Kuchisake-Onna (2007)

Noto anche con il titolo Carved o A Slit-Mouthed Woman.

Il regista Koji Shiraishi scrive e dirige un film sulla Kuchisake-Onna per raccontare una storia di possessione.

La sua, infatti, non è un’unica entità che vaga per la città, ma un fantasma che può possedere qualsiasi donna e trasformarla nella nuova Kuchisake-Onna.

Il suo film, inoltre, vuole chiaramente puntare i riflettori sul tema dell’abuso di minori da parte delle madri.

La tematica suona strana con una creatura folkloristica la cui origine è la vanità e non la maternità.
L’unica risposta che mi sono saputa dare è come gli eventi di Gifu negli anni ’70, si rifletterono sopratutto su studenti della stessa età dei bambini vittime dell’entità della pellicola.

Ma essendo una risposta che ho trovato dentro di me, è sicuramente quella sbagliata.

Il film si muove su un registro abbastanza drammatico, come molti film giapponesi, equiparando la paura del sovrannaturale con gli orrori mondani. Sembra inoltre suggerire come determinati cicli comportamentali non abbaiano speranza di essere spezzati, ma addirittura riecheggino dal passato al presente, avvelenandolo.

Un tema del tutto opposto al sequel.

Kuchisake-Onna 2 (2008)

Intitolato anche Carved 2: The Scissors Massacre o A Slit-Mouthed Woman 2. Regia e scrittura a opera di Kotaro Terauchi.

Non ha nessuno dei personaggi del precedente film.

Non ha gli stessi attori.

Ha una Kuchisake-Onna completamente diversa per origine e modus operandi.

Perché diavolo è indicato come sequel?

Probabilmente perché come il predecessore trova la sua ispirazione nel caso della prefettura di Gifu nel 1979, dove tra l’altro è ambientato.

Ed entrambi i film, a modo loro, sottolineano il potere del pettegolezzo. Il primo mostrando come sia alla base della fama della Kuchisake-Onna. Il secondo evidenziando come possa divenire benzina sul fuoco dei problemi di qualcuno.

Protagonista indiscussa della pellicola è la stessa Kuchisake-Onna, che qui ha una sola e unica incarnazione, quella della studentessa liceale Mayumi Sawada. Il film sfuma da un dramma adolescenziale a uno slasher per terminare nell’horror sovrannaturale.

In definitiva, il film di Terauchi è un film sulle origini della Kuchisake-Onna di Gifu. O se preferite, un film di formazione dove una solare adolescente di trasforma in un sorridente mostro di rancore.

Li trovo belli?

Non nasconderò di avere una preferenza per il sequel rispetto al predecessore.

Trovo che il suo modo di interpretare la Kuchisake-Onna, sia molto più interessante e il suo finale molto più soddisfacente.

Ho visto altri lavori di Koji Shiraishi a mio avviso molto migliori della suddetta pellicola.

Ma d’altra parte il mio giudizio conta poco.

Lascio a voi il piacere di valutare la bellezza dietro la maschera.

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