

Intro
Un bel giorno, alla veneranda età di 25 anni, ho iniziato a leggere uno shonen, ma più andavo avanti, più mi rendevo conto che quella storia l’avevo già vissuta in modo differente. Con diversi protagonisti, ma l’avevo già letta. Fu lì che ho compreso che i manga con cui ero cresciuto, con i quali avevo versato fiumi di lacrime, riso e provato vortici di emozioni adolescenziali, ormai non mi trasmettevano più nulla; erano diventati quasi noiosi.
Ho iniziato così la mia ricerca verso qualcosa di nuovo, che si adattasse di più al me “adulto”. Ho cercato su vari siti e ho scoperto i seinen, che non erano male, ma mancava ancora qualcosa. Stavo quasi per arrendermi, pensando che ormai fossi troppo vecchio per i fumetti, quando in me è sorta spontaneamente la domanda: “E in Italia, che fumetti abbiamo?” Lì ho aperto il mio vaso di Pandora. Il primo autore che ho trovato è stato Zerocalcare: mi ha preso e mi sono riconosciuto in lui, nelle sue ansie e nella società che raccontava. Avevo ricominciato a provare emozioni attraverso la lettura. Questo è stato il mio primo contatto con il mondo del fumetto italiano.
Da qui è nata l’idea di questa rubrica, con cui ho deciso di trasmettervi ciò che per me è il fumetto italiano attraverso i suoi autori. Ma prima, è doverosa una breve lezione di storia!
Storia
Le Origini del Fumetto Italiano
Il fumetto italiano nasce nei primi del ’900, con il debutto di pubblicazioni come Il Corriere dei Piccoli, che intrattiene i giovani lettori con illustrazioni e didascalie in rima. Questi fumetti senza balloon creano un’atmosfera di curiosità e meraviglia. Negli anni ’30 e ’40, il panorama cambia radicalmente: emergono personaggi iconici come L’Avventuroso e Dick Fulmine, mentre il regime fascista tenta di esercitare un controllo sui contenuti, imponendo censure. Nonostante queste limitazioni, storie avventurose e patriottiche riescono a conquistare un vasto pubblico.

La Rinascita Postbellica
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il fumetto italiano vive una significativa rinascita. Nel 1948, Tex Willer fa il suo debutto, diventando un simbolo del fumetto western italiano e guadagnandosi il cuore di generazioni di lettori. In questo periodo, Diabolik emerge come uno dei primi antieroi del fumetto, portando nuove tematiche e stili narrativi. Negli anni ’60 e ’70, la creatività raggiunge il culmine: Hugo Pratt crea Corto Maltese, un fumetto che mescola avventura e introspezione, mentre Valentina di Guido Crepax affronta temi audaci come la sessualità e la psicanalisi, sfidando le convenzioni sociali.

Diversificazione e Innovazione
Negli anni ’80 e ’90, il panorama del fumetto italiano muta ulteriormente. La Sergio Bonelli Editore diventa un punto di riferimento per il settore, con serie iconiche come Dylan Dog, che mescola horror, giallo e ironia, catturando l’immaginazione di molti lettori. Gli autori come Milo Manara e Andrea Pazienza elevano il fumetto d’autore, rompendo le convenzioni artistiche e spingendo i confini dell’espressione creativa. Nel nuovo millennio, il fumetto italiano conquista un pubblico sempre più vasto grazie a voci fresche come Gipi e Zerocalcare, che portano il graphic novel a un livello di introspezione e critica sociale. Il fumetto italiano continua così a evolversi, riflettendo le sfide e le dinamiche della società contemporanea.

Siete pronti ad affrontare questo viaggio? Scoprirete la storia attraverso gli autori, saranno loro a raccontarvi l’evoluzione del disegno e della scrittura del fumetto Italiano. secondo voi chi sarà il primo autore che tratteremo?

Amo i fumetti, dai manga alle graphic novel fino al fumetto d’autore italiano. Mi piace suscitare curiosità e emozioni nei miei lettori/lettrici raccontando ciò che le opere che leggo mi trasmettono.