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Tokyo Mew Mew

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Tokyo Mew Mew il reboot dell’anime che in Italia è conosciuto come “Mew Mew Amiche Vincenti” è sbarcato da poco sui piccoli schermi. Sull’onda dell’anime riscopriamo il manga “Tokyo Mew Mew” di Reiko Yoshida e Mia Ikumi che tanto ricorda la pietra miliare del genere: Sailor Moon.

Tokyo Mew Mew

Cinque eroine vestite di colori diverso e ognuna dotata di un attacco speciale. Quello che ha portato il manga al successo è il trucco più vecchio del mondo: la ricetta è sempre la stessa, ma cambiano ingredienti e composizione. Tokyo Mew Mew viene accolto bene dai lettori e dalla critica. Il tratto di Mia Ikumi (recentemente scomparsa) è spigoloso, ma il suo stile piace molto grazie alla scorrevolezza della storia attraverso le tavole.

La disegnatrice concentra la sua matita sull’espressività dei personaggi dando loro maggiore spessore. Tutte le protagoniste sono ben caratterizzate e gli attacchi che derivano dai poteri speciali sono accostati anche a scontri fisici. Ogni Mew Mew, infatti, una volta trasformata acquisisce forza e velocità, e in grado si sferrare e parare anche colpi molto violenti per sconfiggere i loro nemici.

Punto di forza di Tokyo Mew Mew è il tema ambientalista. Ogni eroina non trae i propri poteri da un concetto astratto come quella della regalità. Ognuna di loro è legata a delle specie animali a rischio con i quali fonde il proprio DNA. La trasformazione dona loro i poteri e le abilità di queste specie in via di estinzione. Si trova il gatto selvatico di Iriomote (nominato Tesoro Nazionale Giapponese), il lorichetto blu, la neofocena, la scimmia leonina e il lupo grigio. Lo scopo è quello di sensibilizzare il pubblico su queste tematiche.  

Tokyo Mew Mew

La trama nonostante sia indirizzata prevalentemente ad un giovane pubblico, ha una certa profondità. Gli antagonisti delle Mew Mew hanno delle motivazioni che vanno al di là della semplice conquista della Terra. Gli alieni sono in realtà vecchi abitanti del pianeta, una civiltà antica ed evoluta. Costretti ad abbandonarlo a causa dei cambiamenti di climatici, terremoti ed eruzioni vulcaniche che l’avevano reso inospitale. Al loro ritorno scoprono sulla Terra una nuova specie, l’umanità, e rimangono inorriditi dal trattamento che quest’ultima riserva alla natura. Decidono quindi di riprendersi il loro pianeta sterminando tutti gli umani. È facile empatizzare con gli alieni e il loro passato; tanto che al termine della trama anche loro ottengo un lieto fine, che non appare forzato o fuori luogo. Questo grazie anche al legame che gli alieni, Quiche, Pie e Tarte, instaurano con ciascuna Mew Mew.

Il manga lancia vari messaggi, oltre a quello ambientalista. Le nostre eroine hanno una doppia identità: quella segreta dove combattono per difendere la Terra, ma anche quella privata con obiettivi e ambizioni personali; ad esempio, Mina/Minto ha un futuro promettente come ballerina e Pam/Zakuro persegue una carriera da modella.

Tokyo Mew Mew

Hanno molte responsabilità che riescono a gestire con disinvoltura, apparendo più adulte e indipendenti agli occhi del pubblico. Anche il banale messaggio, anche se fondamentale, del credere sempre in se stesse e amarsi per ciò che si è.  Si può quindi essere forti senza rinunciare alla propria femminilità. Trarre la forza da qualsiasi cosa che ci faccia stare bene: che sia il basket, le arti marziali, ma anche cose che la società incasella come più femminili come il trucco o la moda. Tokyo Mew Mew permette a tutti di rispecchiarsi nelle protagoniste e chiunque può dare il proprio, anche se piccolo, contributo per il cambiamento.

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Gianna Calatozzo

Ciao sono Gianna, ho una laurea in Giurisprudenza, un tesserino dell’ordine degli avvocati a cui vorrei aggiungere quello da giornalista. La passione per la scrittura, nata sulla carta e poi migrata sulla testiera, mi accompagna da sempre. A 6 anni gli altri volevano fare gli astronauti; io avevo già le idee chiare: volevo fare la giornalista.

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