Articoli IndelebiliCinema

Suspiria the remake

Condividi l'Articolo di Fumetti Indelebili

Suspiria the remake

Nel 2018, il regista italiano Luca Guadagnino, già noto per la sua trasposizione di Melissa P e Chiamami con il tuo nome, si è cimentato con il remake di uno dei film horror italiani più celebri di sempre: Suspiria di Dario Argento.

Un’impresa non da poco trattandosi del primo horror di Guadagnino, le cui precedente pellicole erano principalmente drammatiche sentimentali.

Forse, per la riuscita di questo progetto, si deve anche ringraziare lo sceneggiatore americano David Kajganich, il quale oltre ad essere lo scrittore di film come Invasion e Blood Creek, ha già precedentemente collaborato con il regista nel thriller A Bigger Splash.

Suspiria the remake
Suspiria the remake

Realizzato dopo la conclusione della sua Trilogia del Desiderio, questo film appare letteralmente come un salto nel buio per Guadagnino.

Come già detto, non è solo il primo tentativo con un genere nuovo ma è addirittura il remake di uno dei migliori film di Argento, la cui fanbase è abbastanza agguerrita.

Eppure non sembra esserci al riguardo lo stesso astio che è stato espresso con altri remake.

Come mai? Significa forse che questo film è migliore dell’originale?

Valutiamolo insieme, considerando che da qui in avanti saremo in presenza di probabili SPOILER su due diversi film.

Dove sono finiti i colori?

La prima cosa che salta subito all’occhio, è che il Suspiria del 2018 ha un uso dei colori completamente diverso rispetto a quello del 1977.

Seguendo la lezione di Bava, Dario Argento ha usato colori vivi nelle sue scene, con accostamenti così marcati e saturi da rasentare il fauvismo.

Guadagnino al contrario, ridimensiona il colore in favore di una fotografia che giochi più sulla luce e valorizzi la performance degli attori.

Negli esterni, in certi casi, è quasi l’assenza del colore a farsi sentire.

La danza delle streghe

E’ innegabile che il Suspiria del 2018 nasca con l’intenzione di essere un film più artistico del predecessore. Un intento espresso anche dal fatto che in questo film, ambientato in una scuola di danza come l’originale, ci sono effettivamente delle coreografie.

Non ho le competenze per valutarle, ma si può vedere da parte delle attrici l’impegno nel realizzarle. Senza contare che, come vedremo, il ballo ha una funzione fondamentale nella trama.

Cappuccetto Rosso contro il Cigno Nero.

Suspiria the remake
Suspiria the remake

Il differente approccio artistico si riflette anche sul fatto che le due storie hanno in comune l’idea iniziale ma non il suo svolgimento.

Suspiria del 1977 è stata spesso definita come una fiaba moderna, dove una giovane fanciulla deve sconfiggere le streghe cattive per salvarsi e non finire uccisa come le sue compagne. C’è mistero e intrigo e la giovane Susie (Jessica Harper) ci si deve districare come Biancaneve con il rami spogli della foresta nera.

La giovane protagonista di Argento ci appare con uno scricciolo impigliato in una rete maligna tramata da forze molte più grandi di lei.

Nel Suspiria del 2018, pur rimando l’intrigo rappresentato dai giochi di potere e i progetti del conclave di streghe dietro la compagnia di danza, non vi è mistero.

Lo spettatore è portando a seguire le vicende di Madam Blanche (Tilda Swinton) e delle altre streghe quanto quelle della nuova Susie (Dakota Fanning).

Sebbene il loro potere sia palese, queste nuove streghe non ci appaiono misteriose e sinistre come quelle d’Argento.

E se ciò da un lato fa rilassare lo spettatore, dall’altro rende ancora più terrificanti le scene in cui la natura violenta e caotica delle forze che dominano si manifesta.

Suspiria the remake

E a streghe diverse, corrisponde ovviamente una protagonista diversa. La Susie di Dakota Fanning è completamente diversa da quella di Jessica Harper.

Ha un passato che ci viene mostrato e che le conferisce una tridimensionalità. La dimensione favolistica è sostituita con un racconto di formazione: Susie cambia.

Più impara a ballare Volk, la coreografia di Madam Blanche, più il suo carattere matura in qualcosa che nessuna delle streghe poteva prevedere.

In un twist di trama, che coloro che hanno visto l’originale non si sarebbero mai aspettati, Susie si rivela la Mater Suspiriorum che le streghe erano convinte di adorare in Helena Markos (Tilda Swinton).

Il tema del nuovo Suspiria

Lo scricciolo si rivela essere il pulcino di un uccello molto più grosso ora pronto ad aprire le ali. Guadagnino gioca molto sulla metafora dietro la figura della madre: Susie non ha un rapporto positivo con la propria madre biologica (che muore maledicendo la figlia, forse conscia della sua vera natura), a Berlino sembra adottare Madam Blanche come figura materna che, seppur per i propri scopi, l’aiuta a crescere, infine diviene lei la Madre.

Di fronte a questo e al tema della colpa, rappresentato dalla incapacità del dottor Josef Klemperer (sempre Tilda Swinton) di salvare le ragazze vittime delle streghe come non era stato capace di salvare sua moglie dai nazisti, ci si rende conto che il film non vuole essere un solo horror, ma un affresco sulle catene emotive dell’individuo.

Opinione spicciola

Ritengo perciò che Suspiria 2018 sia migliore dell’originale?

No.

Ritengo perciò che Suspiria 1977 sia migliore del remake?

No.

Ritengo che siano due film completamente diversi, al punto che se incontrassi qualcuno che afferma di aver amato uno dei due, non gli suggerirei di andare a vedersi l’altro.

/ 5
Grazie per aver votato!

Elisa Bellumori

Laureata in Lettere e Antropologia, tutto il suo piano di studi si può tradurre in cinque semplici concetti: libri, fumetti, cinema, media, pizza. Cerca di farsi strada come scrittrice. Nel frattempo vi studia e osseva. Praticamente innocua.

0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
0
Would love your thoughts, please comment.x