Superman: Che cosa è successo all’uomo del domani?
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Superman: Che cosa è successo all’uomo del domani?

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Superman: Che cosa è successo all’uomo del domani?

Whatever Happened to the Man of Tomorrow?, tradotta in italiano “Che cosa è successo all’uomo del domani?” o “L’ultima avventura di Superman“, è una storia del 1986 che come dice la sua stessa introduzione “è una storia immaginaria che potrebbe non accadere mai”. Uno dei molti what if a cui la Dc e la Marvel ci hanno abituato? Molto di più.

La storia è concepita per essere la conclusione delle avventure di Superman dopo la Crisi delle Terre Infinite. Benché non si faccia parola dell’evento, il fatto che Supergirl sia morta nel presente lo conferma implicitamente. Alan Moore vuole rappresentare con questa storia la fine della Silver Age di Superman.

E a conclusione del paragrafo, vi informo che da qui in aventi, l’articolo conterà pesanti tracce di SPOILER.

Decisamente non un team di improvvisati

La storia è di Alan Moore pluripremiato sceneggiatore di The Killing Joke e un intero scaffale di altre opere iconiche. Se lo scritto è opera di un sol uomo, i disegni sono passati per le mani e le penne di un autentico team di artisti certificati tanto quanto Moore. A capo di questi Curt Swan, storico disegnatore della DC. George Pérez, disegnatore del mega cross-over Crisi sulle Terre Infinite, lo affiancò nella prima parte della storia, e Kurt Schaffenberger, autore icona della Golden Age, nella seconda.

Due albi storici

Sebbene le edizioni moderne tendano a pubblicarlo come graphic novel, “Che Cosa è successo all’Uomo del Domani” nell’anno di uscita comparve diviso in due albi: Superman n° 423 e Action Comics n° 583. Può sembrare strana la decisione di dividere così la storia. Se ne possono trovare molteplici ragioni. Spesso queste tecniche editoriali sono studiate per spingere i lettori a comprare le diverse testate prodotte dalla stessa casa. Oppure, essendo entrambi i numeri usciti a Settembre, vollero permettere al pubblico di comprare la storia completa senza dover stampare un albo speciale che scombussolasse la normale produzione editoriale. Ma personalmente mi piace vederci un simbolismo: la storia comincia con la testata riservata a Superman e termina in quella che lo ha lanciato la prima volta nel lontano 1939.

La Storia

Nel futurisco 1997 (che non è mai stato all’altezza delle aspettative), un reporter si reca da Lois Lane, ora Lois Elliot, per un’intervista. Sono passati quasi dieci anni dalla scomparsa di Superman, il cui ricordo è ancora vivo nei cittadini e il giornalista chiede a Lois la sua testimonianza di quelli che furono gli ultimi giorni dell’Uomo d’Acciaio. Lois racconta come improvvisamente nemici secondari di Superman, normalmente poco più che delle scocciature, furono presi da una frenesia omicida che portò alla rivelzione dell’identità segreta di Clark Kent. Una volta fermati, i responsabili non sono in grado di spiegare il perché delle loro azioni. Ben presto, i nemici più potenti cominciano a farsi avanti, prendendo come bersagli le persone più vicine a Superman, che le conduce al sicuro nella Fortezza della Solitudine. Ben presto la situazione si trasforma in un assedio, in cui personaggi provenienti dal futuro (la Legione dei Supereroi e quella dei Supercriminali) informano i partecipanti che quel giorno è una data storica: Superman è destinato ad affrontare il suo più grande avversario.

Chi è il più grande nemico di Superman?

Troppo presto per Doomsday, ma tutti gli altri sono presenti: Brainiac, Lex Luthor, l’uomo di Kryptonite. Eppure nessuno di loro ha neppure il tempo di avvicinarsi a Superman. I suoi amici, Jimmy Olsen, Lana Lang e Krypto sono pronti al sacrificio per ripagarlo di tutti gli anni in cui è stato lui a salvare loro. Allora chi è questo avversario misterioso? Superman realizza che c’è un solo nome che manca: Mr. Myxlplyx.

Superman: Che cosa è successo all'uomo del domani?

Come con il Joker, Alan Moore procede a una completa decostruzione del personaggio. Il tutto in poche tavole e qualche linea di dialogo. Normalmente concepito come un folletto burlone che viene nel nostro mondo per fare scherzi, Mr. Myxlplyx si è ora trasformato in un’entità cupa e maligna. La ragione? La stessa per cui ha sempre agito: noia.

Alan Moore ricorda al lettore che Mr. Myxlplyx è praticamente un Dio, immortale e onnipotente: solo perché ci è sembrato innocuo per tanti anni non significa affatto che lo sia. Le sue stesse fattezze infantili, ci rivela, sono solo una maschera: il vero vero aspetto è quasi lovecraftiano. Lois ha difficoltà a descriverlo e la sua testa fa male quando cerca di ricordarlo. La verità che non aveva mai sfiorato nessuno è che lui è uno degli esseri più potenti dell’universo DC.

L’umanità di Superman.

Malgrado la storia sia narrata dal punto di vista di Lois, ci sono delle parti che riguardano solo Superman. Parti importanti, che delineano la caratterizzazione emotiva del personaggio in quella che già sappiamo essere la sua ultima avventura. I fan di Superman spesso adducono la sua natura compassionevole come il motivo della loro preferenza. Malgrado la sua forza e i suoi poteri, Superman è normalmente caratterizzato come un individuo caritatevole e gentile. La principale ragione per cui ha un’identità segreta è che lui è invulnerbile, le persone che ama no.

Nel corso della storia di Moore, vede coloro che gli sono cari minacciati e uccisi dai suoi nemici. La morte di Lana Lang lo conduce al limite: la sua aggressività diventa sempre più omicida. E alla fine, riesce nell’impensabile: uccidere un immortale. Come accadeva nelle precedenti storie con Mr. Myxlplyx, Superman lo batte in astuzia. Ma se nelle vecchie storie questo serviva a rispedire un folletto biricchino nella sua dimensione di origine, in questa serve a uccidere una mente diabolica e onnipotente. Eppure Superman non riesce a perdonarselo comunque. L’Uomo d’Acciaio scompare per sempre nella camera in cui conserva la Kryptonite Dorata, in grado di privare un abitante di Krypton dei suoi poteri per sempre.

Alan Moore non è coerente nella caratterizzazione di Superman solo nel finale. La compassione del personaggio è una costante nella storia. Un punto che ritengo focale è il fatto che confessa a Perry White di amare Lois, ma di non aver mai fatto nulla a riguardo per timore di ferire Lana.

Una degna chiusura?

Indubbiamente una che non lascia problemi irrisolti. Quelli descritti come i peggiori nemici si Superman sono morti. Così come molti dei personaggi di supporto. Il mondo ha ancora altri supereoi a porteggerlo, quindi è giusto che Jor-El, o Jordan Elliot, si goda la sua vita. Probabilmente, per come si è evoluta la storia di Superman dal 1986 a oggi, il finale immaginato da Moore non sarebbe soddisfacente, ma in fondo era stato creato per la Silver Age. Più che la sua funzione come storia o il suo valore canonico, ritengo che “Che cosa è successo all’uomo del domani?”, sia importante per ciò che ha saputo fare con i personaggi. Un po’ come in tutte le migliori storie.

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