Shain & Little B Origins

Shain & Little B Origins di Marianna Gabbani e Christian Mattei è un volume edito da Tora Edizioni di ambientazione fantasy medioevale. Ci ha incuriosito molto ed effettivamente non ha deluso le aspettative, così abbiamo avuto la fortuna di leggere le origini di quella che potrebbe diventare davvero una bella saga, “FANTASY” ma non troppo tradizionale.

Una protagonista molto carismatica nonostante le apparenze

Shain questo il nome della giovane, la vediamo a inizio volume che dorme distesa in un prato, sembra tormentata da un incubo o una visione se vogliamo. Di colpo si sveglia e trova davanti a se Bimbo, il gatto parlante regalatole da un giovane spirito benigno. La giovane di aspetto bello e forte rimane subito impressa per la particolare acconciatura, le corna che naturalmente le spuntano dal capo e l’abbigliamento semplice ma azzeccato, davvero un buon lavoro di character design.

Di fronte a lei il gatto le chiede se ha riposato bene, la ragazza per tuta risposta risponde di aver dormito benissimo. A queste parole la creatura graffia il volto di Shain rimproverandola di stare trascurando i suoi doveri di Erede e la riconduce a casa tra vari borbottii.

Giunta a destinazione anche la sua mentore la redarguisce sul suo comportamento ricordando che un tempo non era solita comportarsi così. La giovane con tono arrogante asserisce di essere comunque la più forte degli eredi e di non aver bisogno di allenamenti o compiti da svolgere. Detto questo sale le scale che conducono alla sua stanza, chiude la porta e comincia a rimuginare sul passato.

Potremo definirlo flashback, ma sarebbe errato…

I pensieri riportano Shain alla sua infanzia, in quello che sembra un lunghissimo flashback, ma in realtà trattasi di una lunga introduzione articolata per introdurre l’evoluzione dell’eroina. Ci viene mostrata una forte nostalgia per un padre malato che si prende cura di lei fino al tragico epilogo e la sofferenza di una bambina così piccola rimasta sola al mondo.

Le parla un sorta di simbolo di riconoscimento con sopra uno stemma e sul retro un nome. Con le ultime forze gli da istruzioni su chi cercare e fare affidamento. La ragazza si trascura, in preda alla tristezza, ma la visita di uno spirito dalle gentili fattezze la rimette in sesto e la consiglia sul da farsi.

Da quì in avanti vedremo la giovane scoprire fatti negativi legati al passato dei suoi genitori e alla razza che lei rappresenta. Shain non si arrenderà e intraprenderà un cammino di formazione fisica e mentale che la guideranno verso il suo futuro e verso le vicende che vedremo nei prossimi volumi.

Sapiente uso dei grigi

Si lo so sono fissato con le scale di grigi i retini e tutte queste cose, ma quando un lavoro è ben fatto va detto. Marianna Gabbani ha saputo fare uso dei grigi nella maniera che più ci piace, fluidi e sfumati come in molti provano a fare, ma non tuti riescono adeguatamente.

Il tratto è molto piacevole e il disegno seppur vagamente di stampo Manga Occidentale ha un qualche cosa di suo. Uno stile particolare che conferisce carattere e espressività intense nei personaggi, soprattutto in Shain che ripeto è veramente un personaggio ben ideato.

Ci sono poche tavole dove compaiono strutture architettoniche, ma in quelle che per ora siamo riusciti a vedere si apprezza il lavoro di estrema precisione nella prospettiva e nei particolari, graficamente davvero una bella opera.

La storia, una piacevole introduzione con colpo di scena finale

Il soggetto, semplice e scorrevole, presenta i personaggi e descrive l’evoluzione dell’eroina da bambina spaventata a temibile combattente. Ci vengono mostrati dei poteri seppur in maniera limitata tanto da incuriosirci, ma in modo da non dirci troppo.

Vengono anche fornite informazioni sulle condizioni di utilizzo del potere. Un bene poiché la magia richiede sempre uno sforzo, altrimenti i personaggi sarebbero virtualmente invulnerabili. Viene anche introdotto l’incontro con un personaggio che sembra avere a che fare con i sogni della giovane.

Un plauso anche alla regia. Non so se sia stata fatta a quattro mani o decisa da uno solo degli autori ma non annoia mai e ansi gratifica. Insomma una buona trama iniziale che lascia molti spiragli aperti e non si conclude lasciando quel senso di vuoto tipico di parecchi primi volumi introduttivi.

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