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Scommettiamo che è possibile girare grandi sci-fi con meno di 10 milioni?

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Sci-fi. Un genere che raramente ammette il low budget. Alieni, astronavi, viaggi spaziali e trasformazioni: tutto ciò richiede, il più delle volte, qualche quattrino in più. Eppure fare bei film di fantascienza con pochi spiccioli si può. Eccovi una lista che tiene conto solo degli ultimi 10 anni di produzione cinematografica.

I film che seguono sono stati inseriti, ma non posizionati, in base al criterio del gradimento. L’elenco include bassi budget in ordine decrescente. I titoli, insomma, ci devono essere piaciuti. E il “vincitore” sarà chi ha portato a casa un risultato decoroso con meno piotte a disposizione.

10) The zero theorem (2013)

Cominciamo con un grande film di Terry Gilliam, maestro del grottesco e autore di capolavori dall’estetica straniante. Con quest’opera, il cineasta americano torna alle atmosfere distopiche di Brazil (1985), tra “uomini-videocamera”, lobby dell’informatica e sistemi di vita orwelliani. Fortemente sottovalutata, l’opera si fregia della presenza attoriale di Christoph Waltz. La realizzazione del film ha richiesto un investimento a dir poco esiguo, visti i risultati.

Budget: 8,5 milioni di dollari

The zero theorem (Terry Gilliam, 2013)

9) High life (2018) / Morgan (2016)

Primo ex aequo della classifica. Da una parte abbiamo una co-produzione del vecchio continente, diretta dalla francese Claire Denis. Siamo dalle parti del viaggio spaziale, ancora una volta base di partenza di un percorso interiore particolarissimo. Il risultato raggiunge altissimi livelli, per i quali vale la pena ricordare il maestro Andrej Tarkovskij. Da segnalarsi anche per l’ennesima buona prova di Robert Pattinson.

Con il secondo titolo rimaniamo con un regista europeo, ovvero Luke Scott, figlio del maestro Ridley. Cresciuto a pane e fantascienza, il buon Luke non manca il bersaglio e confeziona un dignitosissimo sci-fi dalle atmosfere claustrofobiche. Protagonista del racconto è una nuova forma di artificial intelligence, e il suo rapporto con gli esseri umani, che raggiungerà sapienti vette orrorifiche.

Budget: 8 milioni di dollari

High life (Claire Denis, 2018) e Morgan (Luke Scott, 2016)

8) Automata (2014) / Eva (2011)

Ancora una volta ci ritroviamo con due film dal budget uguale. Stavolta ci spostiamo in Spagna, dove due differenti registi hanno portato a termine lungometraggi sci-fi dall’indubbio spessore. Nel primo caso, Gabe Ibanez dirige un film di suspense, ambientato nel 2044 e dopo una tremenda apocalisse. Un agente, interpretato da Antonio Banderas, indaga sulla distruzione di uno dei robot con cui l’umanità convive. Senza pretendere di raggiungere i livelli degli illustri predecessori (Blade runner), il cineasta spagnolo confeziona una buona pellicola, divertente e per nulla frivola.

Con Eva, invece, torniamo all’A.I. In particolare, Kike Maillo si sofferma sul processo di realizzazione di un’androide, concepita sulla base neuronale di una bambina. Anche qui, ricerca scientifica e legami emotivi si mescoleranno, in un interessante valzer di implicazioni che porteranno i personaggi a conoscersi approfonditamente.

Budget: 7 milioni di dollari

Automata (Gabe Ibanez, 2014) ed Eva (Kike Maillo, 2011)

7) Predestination (2014)

Pronti per approdare nella terra dei canguri? I fratelli Michael e Peter Spierig si cimentano nel difficile compito di raccontarci, con meno di dieci milioni, un altro topos dello sci-fi: il viaggio nel tempo. E l’obiettivo viene raggiunto: i due gemelli australiani riescono a mettere in scena uno stupendo noir fantascientifico, che mescola atmosfere hard boiled ad un soggetto che ricorda Minority Report (Steven Spielberg, 2002). Stra-consigliatissimo.

Budget: 5,1 milioni di dollari

Predestination (Michael e Peter Spierig, 2014)

6) Upgrade (2018) / Nemesi (2016)

Meraviglia delle meraviglie! Siamo ancora in ex aequo e, in questo caso, parliamo di due solidissimi film di genere, che mescolano sci-fi, action, horror e brillanti tocchi di dramma. Cominciamo con Upgrade. La pellicola è scritta e diretta da Leigh Whannell, attore e sceneggiatore pupillo di James Wan (Saw, Insidious). La domanda posta dal racconto è: cosa succederebbe se una forma superiore d’intelligenza artificiale avesse la possibilità di dirigere le nostre azioni? La risposta, ovviamente, sarà alquanto inquietante. Da recuperare a tutti i costi.

Per rimanere sul gioco d’identità, inseriamo anche l’ultima fatica del maestro Walter Hill (I guerrieri della notte, Johnny il bello, 48 ore). Si tratta, in verità, di un action fumettoso, che però ha alla base una svolta di trama dall’inconfondibile sapore fantascientifico. Vedere per credere. E soprattutto per divertirsi, senza spegnere il cervello.

Budget: 5 milioni di dollari

Upgrade (Leigh Whannel, 2018) e Nemesi (Walter Hill, 2016)

5) Get out (2017)

Con Get out non parliamo semplicemente di un bel film. Ma proprio di uno dei migliori horror degli ultimi 20 anni. Jordan Peele, poi autore dello splendido Noi (2019), fa entrare un afroamericano nella casa della sua fidanzata. Una casa di bianchi altoborghesi. Dopo una prima conoscenza rilassata, l’autore inizia a dipanare il suo intreccio sotterraneo, costruendo un’agghiacciante tensione seguendo il metodo hitchcockiano. L’ondata di orrore sarà deflagrante, e per gran parte retta da fondamenta fantascientifiche. E’ chiaro, non possiamo parlare di sci-fi puro. Ma l’esordio di Peele è indubbiamente intriso di una soluzione tipica della science fiction, che ricorda e anzi cita L’invasione degli ultracorpi (Don Siegel, 1956). Letteralmente imperdibile.

Budget: 4,5 milioni di dollari

Get out (Jordan Peele, 2017)

4) The lobster (2015) / Prospect (2018)

Ultimo pareggio, ve lo promettiamo. Ma sarebbe stato impossibile non citare questi due film, per quanto così diversi. Al quarto posto abbiamo, innanzitutto, uno dei più grandi successi commerciali del grande Yorgos Lanthimos. Per chi lo conoscesse, parliamo di uno dei migliori talenti della scena greca, capace di spaziare dal kammerspiel (Dogtooth) al dramma in costume (La favorita) alla distopia, appunto, con questo The lobster. In questo originalissimo racconto, le persone single sono costrette a trovare un partner o a subire una trasformazione in animale. Dallo scarno assunto emerge il finissimo sviluppo del rapporto fra i personaggi di Colin Farrell e Rachel Weisz. Per palati fini.

Al contempo vi proponiamo questa short story che ruota attorno all’interpretazione dei bravissimi Sophie Thatcher e Pedro Pascal (già protagonista de Il mandaloriano). In un futuro imprecisato, gli umani sono divisi in fazioni e viaggiano di pianeta in pianeta per raccogliere gemme e risorse. Il “tutti contro tutti” è dietro l’angolo. A colpire non è tanto la stratificazione del racconto, ma la sua capacità di coinvolgere attraverso atmosfere western e una fotografia cangiante. Non aspettatevi la cavolata: i personaggi sono scritti con grande dovizia di particolari psicologici.

The lobster (Yorgos Lanthimos, 2015) e Prospect (Chris Caldwell e Zeek Earl, 2018)

3) These final hours (2013)

C’è spazio per un pre-apocalittico? Decisamente sì, se parliamo di These final hours. Il terzo film di Zak Hilditch ci immerge nelle 12 ore precedenti allo schianto di un meteorite che porrà fine alla vita sulla Terra. Votato all’essenzialità ma anche all’autorialità, il lungometraggio rappresenta un altro bel colpo assestato dal cinema indie della scuola australiana.

These final hours (Zack Hilditch, 2013)

2) Monsters (2010)

Ok, qui ho un po’ barato. L’esordio alla regia di Gareth Edwards (Godzilla, Rogue One) risale al 2010. Tuttavia Monsters è uscito nelle sale italiane solo nel marzo del 2011. Quindi per stavolta chiuderemo un occhio. E lo facciamo volentieri, perché raramente negli ultimi anni si è visto uno sci-fi a tema “invasione” aliena così aggraziato e sofisticato nelle scelte visive. Grande debutto. Da vedere anche il seguito, Dark continent (2014). Qui, tra l’altro, siamo su una produzione risicatissima.

Budget: 500mila dollari

Monsters (Gareth Edwards, 2010)

1) Freaks (2018)

Rullo di tamburi…la vittoria va a Freaks! Una storia semplice, invero: nel futuro, coloro che sono in possesso di facoltà mai riscontrate nel genoma umano, vengono catturati e analizzati. Se si ribellano, sono uccisi. Un gruppo di “freaks”, però, sta per cambiare le carte in tavola.

Non stiamo parlando del film più bello in classifica (neanche lontanamente) ma sicuramente di quello che vi stupirà di più in termini di risorse investite. Se, leggendo il budget, non crederete ai vostri occhi, sappiate che i registi (Zach Lipovsky e Adam B. Stein) sono riusciti a fare questo film in totale assenza di risorse economiche. Come hanno fatto? Semplicemente inviando la sceneggiatura ad attori famosi, che hanno puntualmente rifiutato finché due di loro (Emile Hirsch e Bruce Dern) hanno accettato di entrare in partita. Anche gli effetti speciali sono stati realizzati con aiuti a fondo perduto e scarti raccapezzati qua e là. Quello che vediamo, però, è un film che tutto sembra fuorché amatoriale. Certo, l’anima indie emerge, ma anche le interessanti relazioni fra i “freaks” e il modo in cui la società dei “normali” reagisce alla loro comparsa.

Budget: 2mila dollari

Freaks (Zach Lipovsky e Adam B. Stein, 2018)

A che scopo fare una “classifica” del genere? Di certo non vogliamo dimostrare che l’unico cinema buono è quello fatto con pochi soldi. Al contrario, l’auspicio è che chi merita di mettere in scena nuovi film venga finanziato con budget sempre più alti e soprattutto da produzioni sempre più professionali. Tuttavia questi sci-fi dimostrano che anche con piccoli salvadanai si possono ottenere buoni risultati.

Il segreto per raggiungerli, l’unico dalla notte dei tempi, è provarci.

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