Rhaenyra vs Aegon
Dopo una pausa di quasi due anni House of the Dragon torna sugli schermi. La scorsa stagione si è conclusa con una spettacolare battaglia di draghi tra pioggia, fulmini e tuoni, con un epilogo non particolarmente allegro. La seconda stagione non è certo da meno, con un inizio ancora più cupo e depravato.
Dopo una pausa di quasi due anni House of the Dragon torna sugli schermi. La scorsa stagione si è conclusa con una spettacolare battaglia di draghi tra pioggia, fulmini e tuoni, con un epilogo non particolarmente allegro. La seconda stagione non è certo da meno, con un inizio ancora più cupo e depravato.
SPOILER ALERT
Non si può negare che l’intera campagna promozionale della nuova stagione è improntata su chi siano i buoni e i cattivi. La risposta però non è poi così semplice e scontata. In entrambe le fazioni ci sono cavalieri e dame onorevoli e coraggiosi, ma parallelamente in entrambe fioccano individui malvagi, vendicativi e violenti. A differenza di Games of Thrones, dove i regni erano popolati da numerosi personaggi grigi ma anche da molti eroici e malvagi; in House of the Dragon la distinzione è molto meno netta.
Catapultati a Westeros, 200 anni prima degli eventi di Games of Thrones, abbiamo un piccolo assaggio di Grande Inverno e degli Stark. Un po’ come tornare a casa. Qui il figlio maggiore di Valerfyon, Jace (Harry Collett) si unisce a lord Cregan Stark (Tom Taylor) per un gelido tour della barriera. Stark rinnova la sua fedeltà a Rhaenyra (Emma D’Arcy) offrendo le truppe più anziane, tutto ciò che può promettere, perché si sa “winter is coming”.
Cregan Stark è uno dei primi nuovi personaggi introdotti nella seconda stagione, ma non l’unico. Arriva anche Alyn di Hull (Abubakar Salim) mentre è intento a riparare la nave di lord Corlys Velaryon (Steve Toussaint). Alyn ha un fratello di nome Adam, due nomi che benchè siano abbastanza simili non sono impegnativi come quelli di Erryk e Arryk Cargyll (Luke ed Elliott Tittensor), i gemelli Kingsguard, separati dalle rispettive alleanze con il Team Nero e il Team Verde.
Aegon (Tom Glynn-Carney), proprio come suo padre prima di lui, cerca di fare del suo meglio per trattare con onore e generosità la piccola gente. In tutto ciò però è governato dall’intrigante mano di Otto Hightower (Rhys Ifans). Qui si scorge il buono che è in lui; anche nell’amore per il figlio Jaehaerys, che vuole con sé durante il piccolo consiglio, immaginandolo come successivo erede al trono.
E infine la scena che chiude questo primo episodio. Daemon (Matt Smith), si intrufola nella Fortezza Rossa e si serve di Blood, una guardia cittadina, e Cheese, un acchiappatopi, per avere la testa di Aemond (Ewan Mitchell). In modo che sia Rhaenyra che Alicent (Olivia Cooke) abbiano perso un figlio in guerra: “un figlio per un figlio”. Quando ragionevolmente gli uomini gli chiedono cosa dovrebbero fare se non riuscissero a trovare Aemond, l’espressione carica di Smith è più che eloquente.
I due non osando uccidere Aegon in persona nell’affollata sala del trono; cambiano obiettivo e si imbattono nella regina Helaena (Phia Saban) costringendola a scegliere tra i figli. Quindi Blood taglia la testa di Jaehaerys con un solo colpo, e fuggono via. La morte del figlio di Aegon era già stata annunciata all’inizio dell’episodio. La neo-regina Helaena, infatti, esterna la sua paura per i topi – per estensione – l’acchiappatopi determinante nella tragedia.
Una stagione che si prefigura molto più cupa ed inquietante della precedente. Il primo episodio è ben girato e con un ritmo incalzante. Alcune scene sono emozionanti: come i raggi di luna che illuminano la riunione di Rhaneyra e Jacaerys su Dragonstone. L’accensione delle candele di Alicent, per sua madre, per il suo defunto marito Viserys e – dopo qualche esitazione – per Lucerys, e i Neri che bruciano ciò che resta di lui. Scena incisiva ed efficace.
House of the Dragon è una storia di guerra civile. Nessuna parte esce con le mani pulite e tutti sono consumati dalla rabbia, dal dolore e dalla vendetta.
Ciao sono Gianna, ho una laurea in Giurisprudenza, un tesserino dell’ordine degli avvocati a cui vorrei aggiungere quello da giornalista. La passione per la scrittura, nata sulla carta e poi migrata sulla testiera, mi accompagna da sempre. A 6 anni gli altri volevano fare gli astronauti; io avevo già le idee chiare: volevo fare la giornalista.