Recensione Dragon Ball Sparking Zero

Recensione Dragon Ball Sparking Zero
Dopo anni di attesa, finalmente su tutti gli scaffali dei negozi di videogiochi (digitali e non) possiamo trovare il successore ufficiale dell’apprezzatissima serie di Budokai Tenkaichi (che renderò breve con “BT” d’ora in poi). Riprendendo il titolo nella sua versione giapponese, il gioco in questione che tratteremo oggi è Dragon Ball Sparking Zero.

Menù e interfaccia che possono dividere
Partiamo con ciò che vediamo fin da subito, ovvero le varie interfacce presenti nel gioco, le quali sono da dividere in due distinte categorie: ci sono quelle fatte molto bene, come il menù principale, che vedrà Goku spostarsi in diversi luoghi iconici come la Caspule Corporation o il Santuario del Supremo, corrispondenti alle diverse modalità come la Storia o l’Evocazione dei Draghi, e quelle fatte “velocemente”, come la schermata dei personaggi da scegliere in battaglia o il Negozio.
Non comprendo appieno la scelta di fare un’interfaccia spicciola per una cosa importante come il roster personaggi, fatta talmente in modo superficiale da non riuscire a distinguere, ad esempio, le varie versioni di Goku, se non per il fatto che ritrovi accanto le trasformazioni corrispondenti alla propria versione. Diciamo che, al di fuori del menù principale e l’interfaccia della modalità Episodi, il resto risulta poco pensato, a volte ricorda dei semplici preset presenti nel motore di creazione utilizzato. Grande punto a sfavore per un titolo che, come vedremo, ne vedrà ben pochi.

Viaggio tra la storia classica e What If travolgenti
Dopo più di 60 ore di gioco, la voglia di lanciare Kamehameha e affrontare intense lotte non è minimamente passata, e questo grazie a diverse caratteristiche presenti nel gioco. Prima su tutte la modalità storia: non percorreremo semplicemente la classica storia di Dragon Ball Z né quella del più recente Dragon Ball Super battaglia dopo battaglia, ma lo faremo impersonando personaggi specifici.
Avremo 8 personaggi diversi per vivere i grandi scontri dal proprio punto di vista, avanzando tramite cinematiche le parti in cui il guerriero scelto non era presente o non interviene direttamente negli scontri, dalla prima apparizione di Raditz al Torneo del Potere organizzato da Zeno.
What if: un sogno che si avvera
Seppur le già citate cinematiche non sempre spicchino in dinamicità rispetto al gameplay, la presenza dei What If è una grandissima novità, permettendo anche una longevità maggiore ad una storia che, nel suo complesso, è comunque già molto vasta. Basterà sconfiggere un nemico che, nella storia originale, ha prevalso in una determinata circostanza per far cominciare un arco narrativo completamente differente rispetto all’originale; senza fare spoiler, basti pensare alla possibilità che il fratello di Goku potesse venir sconfitto senza la morte del protagonista: con Goku ancora vivo e con l’imminente arrivo di Nappa e Vegeta, cosa sarebbe successo? Tra gli 8 personaggi ritroviamo anche alcune nemesi dello stesso Goku, come Freezer e Black Goku, pronti a portare a termine i propri piani malvagi.
Purtroppo, al momento, non tutte le parti della storia sono presenti, canonica e non: ad esempio, GT non viene neanche nominato, oppure alcune saghe di Super come il torneo tra l’universo 6 e 7 vengono saltate, o ancora i film, come quello di Broly che tanto abbiamo amato negli AMV con, in sottofondo, gli Evanescence.

Un roster grandissimo, ma non completo (per ora)
Considerando ovviamente almeno una ventina di varianti di Goku, il numero dei guerrieri da poter usare è veramente vasto. A differenza delle parti di storia narrate, qui si può tornare veramente bambini: Partendo dalla prima serie di Dragon Ball (se pur con solo un personaggio e qualche skin di altri) fino all’amatissimo Z, arrivando fino ai non canonici GT e film (ad eccezione per Gogeta e Broly di Super) e concludendo con gli attuali Super e Daima, i personaggi totali sono 182.
Sicuramente lamentarsi di fronte a un numero così grande potrebbe sembrare ingiusto, ma quando si parla di Dragon Ball, e soprattutto di BT, le aspettative schizzano alle stelle, ma non serve essere fan sfegatati per capire che alcuni elementi sono necessari per un gioco come questo. Basti pensare al Grande Mago Piccolo, nemico più potente di Goku nella prima serie, oppure a Super C17, recentemente protagonista di una petizione per farlo introdurre il prima possibile nel roster.
Disclaimer essenziale
Certi discorsi, però, vanno sempre a finire di diventare dei vortici da cui uscirne risulta complicato, perciò ritengo necessario sottolineare quanto, al giorno d’oggi, le cose siano differenti rispetto a 17 anni fa, e che questo Sparking Zero ha la possibilità di migliorare col tempo grazie a bilanciamenti, DLC e aggiornamenti vari. È giusto far presente l’assenza di determinate caratteristiche al lancio per il giudizio, ma consapevoli che, nel tempo, tanto può cambiare e migliorare il gioco quanto il voto stesso; perciò, considererò il prodotto in sé per come è stato offerto al pubblico dopo una settimana dal lancio.

Budokai Tenkaichi online: un sogno che si avvera
Quante volte, col passare degli anni e dell’evoluzione delle console, abbiamo pensato a come potesse essere divertente poter giocare al nostro picchiaduro di Dragon Ball preferito online? Beh, eccoci finalmente qua, e non con software o programmi sul PC che permettano a versioni masterizzate del terzo capitolo della saga di poter funzionare in rete, ma un vero e proprio BT online!
Sentendo varie opinioni in giro, tra influencer e amici, non poche persone hanno riscontrato dei problemi con questa modalità, soprattutto per quanto riguarda il Torneo Mondiale con i propri amici: lunghissime attese e giocatori che trovano difficoltà nell’entrare nelle stanze create hanno portato non poche frustrazioni in giro per il web. Personalmente non ho riscontrato questo tipo di problematiche, non so se per una questione di connessione o altro, però ho notato quanto il matchmaking spesso e volentieri diventi quasi stagnante, a volte con attese di anche dieci minuti.
Tutte problematiche che, come detto in precedenza, verranno sicuramente risolte, ma, al momento, la situazione è questa e va assolutamente considerata.

Modalità e varietà
Che si parli dell’online o dell’offline, le modalità proposte sono diverse e tutte interessanti. Per quanto riguarda l’online, oltre a giocare con gli amici come già detto, ci sono le partite classificate, dove sfideremo qualcuno nel globo per poter salire di rank, o in un 1v1 o nella modalità PD, presente anche offline: Si tratta di una sorta di fantacalcio, dove avremo un totale di crediti iniziale, in questo caso 15, e dovremo comporre il nostro team di massimo 5 guerrieri; la particolarità sta nel fatto che ad ogni guerriero corrisponde un punteggio che si spende scegliendolo nella propria squadra e questo ci costringerà a ponderare bene le proprie scelte, cercando di mediare tra guerrieri validi al numero stesso dei membri della propria fazione.
Inutile dire che questo, nella community, ha già portato a dichiarare quali sono i meta per l’online, tra i personaggi più fastidiosi come il Dr Gelo a quelli con skill particolari malgrado la loro debolezza come Yajirobei e la sua abilità Senzu che gli permette di recuperare tutta la vita, come l’anime e il manga ci hanno insegnato negli anni.
Altre modalità interessanti
Tornando alle modalità, nell’offline ritroviamo anche la semplice sfida a squadre senza punteggio e anche la possibilità di svolgere i più iconici tornei, dal Torneo Mondiale con la regola dell’uscita dal ring al Torneo del Potere, dove non sarà permesso volare.
Per ultimo, ma non per importanza, abbiamo una novità: gli Episodi Bonus. Consistono nella possibilità di poter giocare degli episodi del tutto creati da zero da parte della community, oltre il fatto di poter anche creare i propri episodi personalizzati e pubblicarli in rete. Il risultato risulta ancora leggermente acerbo per varie caratteristiche, basti pensare al fatto che non sono minimamente doppiate ma soltanto sottotitolate, sottotitoli che poi sono possibili creare tramite un preset gigantesco di frasi e parole; su questo c’è da dare un punto a sfavore al titolo in generale, visto che la traduzione delle frasi porta inevitabilmente a far parlare i vari personaggi in modo un po’ ambiguo, senza considerare poi il fatto che trovare la frase giusta da fargli dire o la parola da aggiungere in una frase specifica risulta veramente frustrante, dal momento che la ricerca consiste nello scorrere un elenco gigantesco, ancora e ancora.

Gameplay (quasi) perfetto
Che tu sia una vecchia guardia di BT 3 e ci giocavi fino alla settimana scorsa o che tu sia un nostalgico, ma che non ricorda più le mille combo che facevi a tuo cugino facendogli avere i peggiori incubi, Sparking Zero ha pensato a entrambi. Infatti, la prima domanda che ti pone il gioco è: Che comandi vuoi usare, i Classici o gli Standard? E qui ci troviamo subito in un bivio gigantesco in cui avremo la possibilità di poter continuare a usare i tasti che già conoscevamo nello scorso capitolo o imparare ad usare i nuovi tasti, pensati appositamente per questo gioco e per le sue novità. Sinceramente, se qualcuno dovesse chiedermi consiglio, io punterei sempre ai tasti nuovi, risultano più semplici e adatti a questo gioco.
Ma quali sono queste novità?
Tra le principali troviamo nuovi tipi di clash, oltre a quello delle onde e quello dell’impeto; infatti, ci sarà la possibilità di scontrarsi con il proprio avversario anche con uno scontro di un semplice dash con la X o dopo una presa da parte di entrambi i guerrieri. Meccaniche molto interessanti, che abbandonano completamente la distruzione del proprio analogico sinistro, ma introducendo nuove meccaniche QTE.
Continuando con le novità, il combattimento in sé è completamente rivoluzionato: sì, ci sono le solite combo con Quadrato e Triangolo, però l’aggiunta di vari contrattacchi, la modalità Sparking del tutto nuova e la concatenazione degli stessi contrattacchi sono solo alcune delle caratteristiche che portano al pubblico un prodotto migliore rispetto a quello di 17 anni fa, e non solo per la grafica (ovviamente).
Ci sono dei piccoli bug e dei piccoli aggiustamenti che sarebbe necessario apportare, però la nostra epoca ci permette di non condannare un gioco definitivamente alla sua uscita, ma anzi di sperare che la Bandai intervenga come spesso fa nei suoi titoli.

Il miglior gioco di Dragon Ball finora
È inutile girarci intorno, quando si parla di Dragon Ball si parla di fanservice, e quando si parla di fanservice si parla di aspettative che crescono a dismisura. E la domanda che bisogna farsi è: sono riusciti nel loro intento, ovvero quello di fare BT 4? E quello di fare il gioco definitivo di Dragon Ball? La risposta più sincera è: definitivo no, BT 4 assolutamente sì. C’è poco da fare, dopo già un paio di serate passate con gli amici a giocare fino a notte inoltrata a questo titolo mi ha fatto capire che tra le mani noi, fan di Dragon Ball e soprattutto di BT, abbiamo esattamente quello di cui avevamo bisogno, e sotto questo punto di vista il titolo è un 9.5/10.
Questo è un gioco per i fan, in particolare i più nostalgici, ma allo stesso tempo rivendica la grande qualità che Dragon Ball Super e l’Ultra Istinto di Goku hanno portato negli ultimi anni (e forse poco comprese), senza dimenticarsi delle parti non canoniche ma tanto apprezzate dalla community. Questo però, ovviamente, non basta per poter dare un giudizio generare come videogioco; perciò, la votazione finale considererà questo punto, ma non sarà motivo di distinzione totale.
Una cosa che, invece, verrà considerata nel voto finale è la gestione dell’hype creato da parte di Bandai, cosa che, negli ultimi tempi, è un elemento decisamente mancante. Seppur si gioca a mani scoperte, Quello che Bandai ha fatto con i vari trailer negli ultimi mesi è qualcosa di incredibile, facendo capire veramente che stava per arrivare e poi è effettivamente arrivato il titolo numero uno targato Dragon Ball.

VOTO FINALE: 8.5
PRO | CONTRO |
Il combat system emula alla perfezione una battaglia come se fosse uscita da un episodio dell’anime | La modalità Episodi Bonus è l’unica novità mediocre (al momento) |
Letteralmente spettacolare da vedere | Telecamera ancora da sistemare |
What If proposti nella modalità Storia eccellenti | Traduzioni troppo spesso errate |
Roster enorme e in espansione | I personaggi giganti non rendono come quelli normali |
È Budokai Tenkaichi 4 | Bilanciamenti tra i personaggi da rivedere e sistemare |
Dragon Ball Sparking Zero è destinato ad essere il gioco principe per il prossimo decennio e oltre, come lo è stato Xenoverse 2 fino a poco tempo fa (e anche tuttora vista l’uscita di un nuovo DLC). Questo, da fan di Dragon Ball, mi solleva moltissimo, perché vedo, in futuro, la possibilità non solo di aggiungere nuovi personaggi e stage, ma proprio intere parti di storia tra quella originale e What If, senza considerare la grande abilità dei modder che potranno sbizzarrirsi sulla versione PC del gioco. Abbiamo tra le mani il Santo Graal, o anche il Super Saiyan Graal se preferite, e la prima persona che dobbiamo ringraziare è l’unica persona che ha reso tutto questo possibile: grazie maestro Toriyama.
Ciao a tutti! Mi chiamo Lorenzo, sono laureato in Psicologia e tra le mie più grandi passioni ci sono la scrittura e i videogiochi, ma anche fumetti, anime e tanto altro ancora. Aspiro a diventare Game Designer e, mentre per ora studio da autodidatta, condivido con chi vuole curiosità, opinioni e storie riguardo proprio il mondo videoludico.