Recensione Dark Times: la semplicità funziona ancora

Recensione Dark Times: la semplicità funziona ancora

Recensione Dark Times: la semplicità funziona ancora

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Recensione Dark Times: la semplicità funziona ancora

Questo videogioco è il classico esempio del detto “L’apparenza inganna”. Sì, perché, da semplici screen, vi sembrerà di vedere un mucchio di manichini posizionati in un’ambientazione scarsa, quando invece, fin dal primo momento nel menu principale, vi ritroverete in un’epica missione in una battaglia tra luce e oscurità.

In questa recensione parleremo di Dark Times, sviluppato da Gromov Studio, una realtà ovviamente piccola, ma che ha dimostrato, con questo titolo, la passione per questo mondo meraviglioso che sono i videogiochi.

Ma, prima di addentrarci nei dettagli, sappiate che parliamo di un RPG tattico a turni diviso in livelli, dove la strategia si mescola con un classico viaggio dell’eroe (o degli eroi in questo caso), una cosa vista e rivista sì, e perciò complicata da riproporre. Scopriamo se Gromov Studio è riuscito nel suo intento.

Trama classica, ma che funziona

Ci ritroviamo a vestire i panni di diversi eroi, partendo da una semplice ragazza di nome Elara armata di balestra che si unisce all’esercito e che perde i genitori dopo l’inizio di una sanguinosa guerra. Con lei si uniranno altri guerrieri, tra chi ha perso qualcosa già da prima dell’inizio della guerra, a chi è stato catturato e imprigionato. Dovremmo, perciò, affrontare le forze oscure e liberare il mondo da una piaga che pare infermabile.

Scrivere una buona storia costituisce il 50% della riuscita di un videogioco, dove l’altro 50 è costituito da tutto il resto. In questo caso Gromov Studio riesce a pieno nell’intento, con semplicità e convinzione.

Menu e Interfaccia quasi perfetti

Come già ribadito, un buon videogioco è tale soprattutto per ciò che racconta, ma tutte le altre caratteristiche non devono essere da meno. Per quanto riguarda l’interfaccia e i vari menu c’è da dire che il lavoro fatto riesce alla grande.

La musica di sottofondo, le grafiche che riescono a far comprendere il contesto in cui siamo, gli effetti sonori, il tutto è più che convincente.

Un elemento che, forse, dovrebbe essere preso in considerazione fin da oggi dalla software house, è quella del cursore del mouse: non si può fare un gioco punta e clicca senza creare un cursore customizzato. Un piccolo dettaglio che fa tanta differenza.

Grafica senza pretese

Prima di passare alla parte più interessante, ci tengo a soffermarmi sull’argomento che risulta essere l’elefante nella stanza: se si gioca a Dark Times bisogna comprendere che si ha tra le mani qualcosa di acerbo, e non si può pretendere chissà quanto. Certo, la qualità grafica fissa a Medio un po’ fa storcere il naso, ma non si può chiedere troppo da un prodotto del genere.

Il concept, d’altronde, è chiarissimo: preset di Unity modificati ed utilizzati per raccontare una storia e creare uno dei generi di videogiochi dello sviluppatore stesso, e per questo bisogna considerare se questi manichini restano tali o riescono, in qualche modo, a prendere vita. Spoiler: la risposta esatta è la seconda.

Musica, Doppiaggio e Cutscene

Ed è proprio qui, senza neanche parlare del gameplay, che posso dirvi dove ho visto l’impegno e l’amore per questo mestiere: tra un livello e l’altro spesso ci sono delle cinematiche che permettono il racconto della storia, durante i combattimenti la musica è presente e costante, i personaggi sono doppiati con tanto di sottotitoli.

Certo, i filmati non sono quelli fatti da Santa Monica, le musiche non saranno quelle di Hans Zimmer e il doppiaggio non sarà stato fatto da professionisti decennali, ma ciò che deve dimostrare lo dimostra: impegno, dedizione, volontà. Questo, ai miei occhi, basta e avanza per un gioco come questo.

Gameplay strategico, ma non troppo

Un RPG a turni con una telecamera isometrica e diviso in livelli. Un classico direi, eppure fa ciò che deve fare: intrattenere e divertire. Certo, la parte RPG si racchiude in un semplice upgrade costante tramite la moneta cumulabile giocando, però i dettagli non mancano e l’immaginazione resta costante.

Dopo qualche ora di gioco posso dire di non essere mai inciampato in nessun tipo di bug o glitch, ma di certo sento di rimproverare alcune scelte, ma nulla che non si possa sistemare con una patch.

Ad esempio, quando finiremo un livello, avremo la possibilità di scegliere se continuare al successivo, tornare al menu o migliorare i propri eroi; è proprio in quest’ultima opzione che si intercorre in un problema fastidioso, dal momento che, una volta fatti gli upgrade, saremo costretti a riuscire fino al menu principale e andare nuovamente a cercare il livello dove eravamo rimasti.

Piccolezze, dettagli e sfumature che, nel suo insieme, fanno comunque la differenza.

Un grande punto a favore lo vorrei dare alla scelta dell’autoplay: sarà possibile giocare un livello in autoplay solo se è stato superato almeno una volta. I nuovi livelli, perciò, dovranno essere giocati con le proprie strategie, senza perdersi alcun dettaglio del gioco, tra gameplay e cutscene. Questa scelta la trovo perfetta, il giusto equilibrio tra il grindare i livelli per accumulare oro e il non perdersi ciò che si ha tra le mani.

Conclusione

Quando penso a cosa scrivere in una recensione penso sempre “Come descriverei questo prodotto a mia nonna?”, e ritengo sia inutile dire quanto mia nonna non sappia assolutamente nulla del mondo videoludico, ma è molto utile come domanda, perché riesco ad arrivare (quasi sempre) ad una descrizione che mantiene i piedi per terra.

Perciò, se dovessi usare questo modus operandi per descrivere Dark Times, direi che lo considererei un gioco che non ha pretese, che cerca di farsi spazio in questo vasto mondo videoludico, e che, quindi, ritengo debba essere gratuito (per mobile e tablet sarebbe perfetto), proprio per farsi conoscere, magari in realtà come itch.io; allo stesso tempo mi ricorda uno di quei progetti universitari che prendono il massimo dei voti, lode e bacio accademico, uno dei migliori tra i principianti.

Di fatto, come qualsiasi cosa, sta tutto in ciò che pretendi, e Gromov Studio deve riuscire a capire cosa vuole. Resta il fatto che, come prima pubblicazione, questo è il prodotto perfetto, per iniziare a imparare a nuotare in questo profondo oceano fatto di creatività e immaginazione.

Voto finale

Non amo per niente i voti con i più e i meno (non amo proprio i voti in generale, ma questo vaso di Pandora meglio tenerlo chiuso), e non vorrei usufruire di mezzi termini per dare un voto a Dark Times. Perciò mi limiterò a dire che abbiamo tra le mani qualcosa che, in futuro, potrà diventare un 8 a mani basse tramite qualche patch e novità, ma per ora il voto è uno soltanto:

7+

(7.5 appena ci sarà un bel cursore customizzato).

PROCONTRO
Trama semplice e che funzionaTroppo poco RPG
Concept Art chiaro fin dal menuAlcune dinamiche da rivedere (Es. dall’upgrade al ritorno nel livello)
Gameplay divertente e strategico il giustoDeve essere gratuito (su mobile e tablet spaccherebbe)
Ambientazioni che variano moltoCanzoni nei combattimenti un po’ troppo tranquille
Autoplay pensato perfettamenteCursore non customizzato

/ 5
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