Perché leggere il manga di Demon Slayer
Consigli Lettura: Demon Slayer
Vi manca Naruto? Trovate che i battle shonen si somigliano tutti? Non sapete più dove andare a pescare e temete di dover rileggere i vecchi numeri di Naruto?
Niente paura: nonostante il genere si sia adagiato molto sul successo di One Piece e Naruto, esistono storie di tutto rispetto, che vanno cercate e apprezzate nella loro particolarità.
Anche se, per quanto riguarda Demon Slayer, ormai giù piuttosto affermato, le presentazioni sono quasi inutili. Quasi tutti ne hanno sentito parlare, e sembra già che farà scuola, occupando il posto vuoto lasciato da Naruto e co.
Una nuova generazione di eroi per sostituire la vecchia.
Poetico, non è vero?
Ma perché leggere Demon Slayer?
Il mondo in tante sfumature
Demon Slayer è una storia corale, con un protagonista che non prende su di sé tutta l’attenzione. L’autore riesce a costruire archi narrativi incentrati sui diversi personaggi, senza tralasciare gli altri. Sarebbe facile far diventare il protagonista un dio o qualcosa del genere, ma la storia non lo permette.
E c’è una storia. A differenza di tanti shonen, dove ad un certo punto ci si chiede genuinamente come ci sia arrivati a questo punto perché qualcosa non quadra, in Demon Slayer la trama è forte e non è semplicemente uccidere tutti i demoni.
Troppo semplicistico, quasi un Attacco dei giganti prima maniera.
C’è una profondità, una caratterizzazione che raramente si trova in questo genere, eguagliato forse da Hunter x Hunter.
I personaggi crescono. Maturano, fanno scelte. Non sono perfetti, sbagliano, si arrabbiano, a volte sono ciechi di fronte ai loro errori.
Irritante, ma umano. Realistico.
La scrittura è fluida, i disegni vibranti, con uno stile che ricorda un po’ Naruto e un po’ Fairy Tail, senza eccedere nel fanservice (non troppo, almeno.)
Leggere Demon Slayer è un’esperienza di arricchimento. Non sarebbe giusto privarsene. Concederselo almeno una volta, ne varrà la pena.
Chissà che poi non ci si appassioni e si voglia diventare cacciatori di demoni.
Collaboratrice, futura storica dell’arte (si spera) ed appassionata di fumetti, videogiochi, serie tv e film. Attualmente ho un podcast, Eva deve morire, su Spotify. Spero di potervi vedere presto anche lì.