Cinema

Perché Cruella va visto al cinema

Condividi l'Articolo di Fumetti Indelebili

E’ innegabile: Cruella è stato un grande successo. Sicuramente commerciale, e non solo. Ma che vi piaccia o meno, la nostra opinione è che meriti almeno una visione. Al cinema. Ecco perché.

Mentre lo spin off sulla dark lady di casa Disney continua a macinare numeri al botteghino, noi della Fumetti Indelebili abbiamo deciso di farci quattro chiacchiere sul film. Diciamoci la verità: chi di noi ha visto Cruella si è divertito. Ma scommetto che chi lo ha visto al cinema ha ottenuto doppia razione di good vibes.

Cruella: il genio che voleva essere normale

Ben pochi ignorano chi sia Cruella De Vil (da noi Crudelia Demon). Di certo, però, non saremo noi a svelarvi la genesi di questo personaggio. Un carattere che mostra più di un’incoerenza con la cattivissima antagonista de La carica dei 101. Ma in fondo, chi se ne frega? Se il film merita, il problema non esiste. Quindi a voi l’ardua sentenza.

Un paio di cose su questa Cruella, però, le vogliamo dire. Quantomeno, che il suo racconto ha più di una somiglianza con una certa letteratura inglese di formazione (Charles Dickens). Ma se l’autore di Oliver Twist e David Copperfield tende ad “edificare”, gli sceneggiatori di questo lungometraggio distruggono, dando vita ad un personaggio a metà fra il freak e il genio incompreso.

Ma un buono script non basta. Per far divertire in sala ci vuole un bravo regista.

Craig Gillespie: la fantasia al potere

Chi è l’uomo dietro la macchina da presa? Si tratta di Craig Gillespie, regista australiano noto soprattutto per aver girato quel gioiello di Tonya (2017). E con lui al volante, la macchina di Cruella viene sparata a mille. Qualche volta si va anche un po’ su di giri, ma di fronte alla fantasia visiva del director, il resto passa in secondo piano.

Cos’ha di particolare la regia? Sarebbe meglio chiedersi cosa non ha, di particolare. Voce fuori campo onnipresente, violente carrellate, piani sequenza volanti, sfondamenti della quarta parete, uso spregiudicato della colonna sonora: impossibile non pensare al Martin Scorsese anni ’90 (Quei bravi ragazzi, Casinò). Lo spettatore è letteralmente catapultato in un mondo frenetico, pop nei colori, folle (a tratti) nella narrazione.

E anche se il soggetto, a momenti, mostra un po’ di stanchezza, le invenzioni in cabina di regia salvano la visione. Chi guarda, soprattutto, non è mai portato a distogliere lo sguardo dallo schermo. Gillespie non può osare sui personaggi e la storia (come in Tonya, nettamente più bello), ma usa al massimo il budget lusinghiero della Disney, dando vita ad uno spettacolo brillante e pieno di riferimenti.

Un Orazio in versione punk

Dalla “swingin’ London” all’hard rock, al glam, al protopunk, al noise: divertitevi a scoprire le decine di citazioni al contesto storico in cui è ambientato il film. E anche se la casa di produzione mette le pastoie su certi temi (violenza, sesso, alcol, turpiloquio), vedere una sfilata a suon di Stooges e un Paul Walter Hauser conciato come Johnny Rotten fa veramente un bell’effetto.

Il consiglio, come anticipato nel titolo, è di godersi tutto questo sul grande schermo. A casa potrete soltanto vedere questa storia. Il cinema vi permetterà di entrarci.

/ 5
Grazie per aver votato!
0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

1 Comment
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Master Cinematic
Master Cinematic
2 anni fa

Bellissimo film, grandi musiche.

1
0
Would love your thoughts, please comment.x