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Parliamo di Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Top o Flop?

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Il nuovo film di Doctor Strange vale davvero la pena? Parliamone.

Lo scorso 4 maggio ha debuttato nei cinema italiani il tanto agognato sequel di Doctor Strange. Dopo 6 anni d’attesa infatti lo stregone (non più supremo) è tornato con una nuova avventura. Un’avventura all’insegna dell’esplorazione del folle multiverso, come suggerisce il titolo. Ed ecco, Doctor Strange in the Multiverse of Madness è arrivato, ma il pubblico sembra non esserne proprio entusiasta. Reazioni contrastanti e inaspettate per un film Marvel Studios emergono ogni giorno online. E in effetti qualche problemino, anzi problemone, questo film ce l’ha. Ma procediamo con ordine. Ovviamente SPOILER.

Doctor Strange? Nel Multiverso? Della Follia?

Proprio così, iniziamo la nostra analisi/recensione partendo dal titolo del film. La pellicola si pone come sequel del più fortunato Doctor Strange del 2016, standalone dedicato alle origini del supereroe mistico. Il film del 2022 però sembra non essere esattamente dedicato allo stregone ma piuttosto alla strega, quella scarlatta. Il ruolo da protagonista di Stephen Strange viene completamente eclissato da Scarlet Witch, complice sicuramente il simile screentime dei due personaggi. Per la prima volta in un film dell’MCU il villain (sì esatto è Wanda la nemesi) surclassa l’eroe in termini di importanza e potenza. L’idea è audace e rivoluzionaria ma continua a non funzionare in quanto nessun elemento del primo film di Doctor Strange viene ripreso nel sequel. La storia è costruita invece sugli eventi di WandaVision, che vede Wanda diventare finalmente Scarlet Witch, solo dopo però un’altra iniezione di stress psicologico (yay!). Il film sembra essere piuttosto uno standalone su Wanda Maximoff e sulla sua mente corrotta dal dolore. Dolore che si trasforma poi in follia, l’unico elemento motore del film. La follia di Scarlet Witch obbliga Stephen a viaggiare attraverso il multiverso. Ma siamo sicuri di averlo visto questo multiverso? Certo, sarebbe stato impossibile vedere migliaia di universi alternativi in sole due ore di narrazione, ma perlomeno avrebbero potuto esplorare qualche realtà in più. Quello che doveva essere il multiverso si è trasformato in una semplice New York (sempre New York!) in formato “green”. Oltre alla spettacolare sequenza del veloce viaggio di Stephen e America Chavez attraverso incredibili mondi, di folle multiverso ne abbiamo visto davvero poco. Per assurdo, potremmo intitolare il film “La follia di Scarlet Witch in un ridotto multiverso”? Assolutamente sì.

Doctor Strange nel Multiverso della…confusione

Se possiamo passare sopra ad un titolo lontano dal contenuto del film, sicuramente non possiamo sorvolare sulla sceneggiatura. Parola d’ordine? Insensatezza. Esatto, (quasi) tutti i personaggi e le scelte che essi compiono paiono insensate. La scrittura dunque risulta davvero confusa. Partiamo dall’idea di rendere Wanda la villain del film. Gli affezionati dei fumetti sapevano che, prima o poi, il personaggio introdotto in Avengers: Age of Ultron sarebbe diventato una minaccia. Era solo una questione di tempo. Ma con Wandavision che trasforma Wanda in Scarlet Witch, credevamo che avremmo visto la Maximoff nei panni di una strega malefica solo dopo un ulteriore evoluzione. E invece, il personaggio che avevamo tanto sognato di vedere sul grande schermo si esaurisce in un solo film, facendo una miserabile fine. Avremmo voluto vedere Wanda fare i conti, coscienziosamente, con i poteri di Scarlet Witch. E invece l’abbiamo vista uscire fuori di senno, utilizzando quell’ enorme potere per scopi unicamente egoistici. Un potere così grande, che supera quello dello Stregone supremo, eppure così facilmente corruttibile dal Darkhold. Si intuisce dunque che il libro di magia nera del mondo Marvel sia la vera causa della malvagità di Wanda. Non trovate sia una motivazione abbastanza insoddisfacente? Tanto più che il Darkhold viene presentato come una fonte inesauribile di potere? Wanda non avrebbe potuto accrescere i propri poteri e ricreare i suoi figli, invece di inseguire nel multiverso una ragazzina per succhiare i suoi poteri? Arriviamo qui ad un’altra questione, proprio quella di America Chavez.

E il multiverso di Spiderman: No Way Home?

Il personaggio di America Chavez viene introdotto nell’MCU per la prima volta proprio in questa pellicola. Un’introduzione che poteva essere più entusiasmante. Si capisce che il personaggio è stato aggiunto alla storia solo per permettere a Strange di viaggiare nel multiverso e fermare Wanda. Ma proprio in ragione di ciò, non sarebbe stato molto più appagante vedere Strange affidarsi al proprio intelletto per sconfiggere Wanda e trovare una soluzione? Tanto più che ci avevano fatto capire che Strange e i suoi incantesimi fossero stati la causa dell’apertura del multiverso in Spiderman: No Way Home? A quanto pare non l’ha pensata così Michael Waldron, lo sceneggiatore, che in questo film ha fatto di Strange il baby-sitter di America Chavez. Il personaggio interpretato da Benedict Cumberbatch non usa nessuna delle sue armi a disposizione per battere Wanda nel terzo atto del film. La sua intelligenza e la sua bravura nelle arti mistiche non vengono ben sfruttate: la battaglia finale Infatti vede Strange usare lo stesso incantesimo utilizzato proprio da Wanda, quello del DreamWalking che si trova nel Darkhold! Ma che originalità! È sembrato di vedere lo Strange del 2016, lo Strange ancora allievo di Mordo. E qui giungiamo proprio alla questione Barone Mordo.

Terra 838

Vi ricordate la post-credit di Doctor Strange? Dove si vede Mordo prelevare la magia da chi (secondo lui) non la merita? Pare invece che Michael Waldron l’abbia dimenticata, perché del personaggio di Chiwetel Ejiofor non vediamo nemmeno l’ombra. Incontriamo invece una variante (abbastanza inutile) di Mordo, che sembra inserita nel film solo per dimostrare che Stephen sa sferrare anche qualche pugno. Wow. La variante di Mordo in Terra 838 (i nostri eroi sono invece di Terra 616) è membro degli Illuminati, uno dei tanti gruppi di superumani dei fumetti Marvel. Per quanto tutti abbiano adorato rivedere Patrick Stewart come Charles Xavier, la sequenza degli Illuminati è sembrata però solo un occhiolino ai fan. Questi infatti da anni chiedevano di vedere sullo schermo i Mutanti, I Fantastici 4 e gli Inumani. Insomma solo un grande fan-service. E perché mai chiederete? Ebbene, se gli Illuminati vengono presentati come gli equivalenti degli Avengers, capaci di neutralizzare ogni minaccia, com’è possibile che periscano *tutti* nel giro di cinque minuti per mano di Wanda? È vero, Kevin Feige ha affermato che il personaggio interpretato da Elizabeth Olsen è il più potente di tutto l’MCU. Ma proprio questo fa emergere una domanda: che senso ha formare gruppi come i Vendicatori per combattere fortissimi nemici come Thanos oppure Kang il Conquistatore (visto in Loki) o chissà chi altro, se esiste un essere come Scarlet Witch, capaci di ucciderli in qualche secondo? Anche perché siamo sicuri al 100% che Wanda Maximoff non è morta, nonostante sia parso di sì.

Il meglio di Doctor Strange nel Multiverso della Follia

Ma questo film qualche elemento positivo ce l’ha? Assolutamente sì! Se la scrittura ha qualche problema, lo stesso non si può dire della regia. La vera star del film infatti è Sam Raimi. Dopo la storica trilogia di Spiderman con Tobey Maguire, Sam Raimi torna nel mondo dei cinecomics in grande stile. Dopo l’abbandono del progetto da parte di Scott Derrickson (il regista del primo Doctor Strange) Kevin Feige & Co. ingaggiano Raimi per dirigere il primo horror dell’MCU. E Raimi ci colpisce in pieno. Il suo stile unico e inquietante risulta perfetto per un supereroe come il Dottor Strange. Che dire poi delle inquadrature inimitabili di Raimi, che stravolgono la visione d’abitudine dello spettatore. E il regista ci riesce benissimo pur lavorando molto con schermi verdi, CGI e VFX. Effetti speciali che in questo film sono quasi invisibili, data l’eccellente qualità raggiunta. In particolare i poteri di Wanda non hanno difetti, sembrano siano reali. Gli effetti visivi non disturbano affatto la visione anzi, contribuiscono magnificamente al progetto visionario di Sam Raimi. Meritano poi una menzione le performance di Benedict Cumberbatch ed Elizabeth Olsen. Nonostante il copione del film non sia molto convincente, Cumberbatch ci dimostra ogni volta che sembra essere nato per interpretare Stephen Strange. Elizabeth Olsen invece restituisce perfettamente al pubblico la psiche fragile e instabile di Wanda Maximoff. Infine, vogliamo parlare della prima scena post-credit? Era da tempo che si speculava sull’ingresso di Clea nell’MCU. Per chi non lo sapesse Clea è la nipote di Dormammu e principale interesse amoroso di Strange nei fumetti. Che sia arrivato il momento per il nostro dottore di dimenticare Christine e incontrare di nuovo l’amore? Grazie a Charlize Theron tutto questo ora è possibile perché siamo sicuri che Kevin Feige, anche questa volta, abbia fatto la scelta perfetta per questo casting.

In conclusione

Il film, nonostante i problemi di sceneggiatura, è un buon prodotto, soprattutto grazie alla regia. Il vero protagonista della pellicola è infatti Sam Raimi, che riesce a portare qualcosa di nuovo nell’MCU. Un film da riguardare assolutamente, ma che purtroppo non rientra tra i migliori dei Marvel Studios. Il voto dunque è un solido 7.5, un voto che speriamo di non confermare per Doctor Strange 3. E voi che voto dareste a questo lungometraggio? Fatecelo sapere nei commenti!

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