One Cut of the Dead, il genio dietro l’horror?

One Cut of the Dead, il genio dietro l’horror?

Film del 2017 scritto, montato e diretto da Shin’ichirō Ueda, ma che film? Decisamente Il Film con la F maiuscola.

Girato con una camera e una fotografia a tratti scattosa e sfocata, con una qualità che ricorda i vecchi mocumentari, ma rasentando una defizione addirittura inferiore ai 720p.

Il film narra le gesta di una troupe cinematografica intenta nella realizzazione di uno zombie movie a basso costo, le esigenze del regista sembrano essere proiettate sulla ricerca della paura.

Nonostante l’insistenza l’attrice principale della pellicola sembra non riuscire ad immedesimarsi.

I vari personaggi sembrano strani sin dall’inizio delle riprese, come se qualcosa non andasse, perfino la struttura scelta sembra avere una macabra storia alle spalle.

One Cut of the Dead, il genio dietro l’horror?

Tutto precipita quando il fonico, a seguito di uno strano malessere lascia la struttura, poco dopo lo si sente urlare e da quì il primo attacco da parte di un morto vivente, prontamente decapitato dall’attrice più ansiana, che si accorge che l’ascia strumento di scena è in realtà una vera arma.

One Cut of the Dead, il genio dietro l’horror?

Il seguito è un tripudio di sangue e violenza inprovvisata caos e riprese sempre più scadenti.

Ma allora perchè mi sento di raccomandare questo film? Perchè lo reputo uno tra i più geniali degli ultimi 5 anni?

Semplicemente perchè va visto il film dopo la fine del film, le trovate dei cameraman che inquadrano camere e tutto ciò che non sembra avere senso nel film trova la sua dimensione.

Potremo definirlo L’Inception dei film japan Zombie.

Una vera esperienza da vedere forse anche più di una volta per comprendere l’enorme lavoro concatenato alla perfezione.

Geniale, irriverente, comico e in alcuni casi angosciante, attori che cambiano personalità e inpersonificano loro stessi.

Unica nota dolente come in tutte le produzioni Giapponesi il doppiaggio italiano sembra faticare nello stare al passo, cosiglio di vederlo in lingua originale sottotitolato per gustare appieno l’esperienza.

Un film che potrebbe far pensare a un trash sperimentale, ma che riserva tante di quelle sorprese da poter essere definito come Unico nel suo genere.

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