Nosferatu: una recensione a tiepido

Nosferatu: una recensione a tiepido
A un secolo e spicci dall’uscita del film di Murnau, Robert Eggers offre la sua versione del Nosferatu.

Cosa ne penso? Scoprite il coperchio della bara degli SPOILER e lo scoprirete.
Una regia ad arte
La regia di Eggers ci offre ancora una volta delle riprese di innegabile bellezza e una fotografia splendida. Di nuovo, il regista dimostra fin dalle prime battute di sapere come si gira un film dell’orrore, ma a un certo punto sembra dimenticarsi di questa sua abilità.

Tutto quello che dal film originale poteva sbocciare in pieno fulgore sotto la regia moderna di Eggers appassisce, invece, per fare spazio a un’interpretazione ingrata della storia di Murnau, che viene contaminata da elementi del Dracula di Coppola. E i danni peggiori li subisce colei che dovrebbe essere la protagonista.
Perché hai ucciso questi bellissimi fiori?
La battuta ripresa dal film del 1922 viene deprivata della dolcezza e malinconia originali e interpretata, come l’intero personaggio di Ellen, in chiave isterica.

Tentando di dare una chiave femminista al personaggio, questi viene crudelmente trasformata in una mary-sue priva delle virtù della versione del 1922.

Anche allora Ellen era mostrata come una martire e una figura salvifica che si sacrifica per distruggere il male, ma non ruba forzatamente la scena ai personaggi come avviene nel film di Eggers. L’attenzione dello spettatore viene forzata su Ellen in tutte le scene dove lei è presente, lo stesso Conte Orlok sembra venire spesso ignorato dalla telecamera.

Il film tenta di usare il trope della turbe psichica che è in realtà la manifestazione di poteri extrasensoriali, ma gli si ritorce subito contro. Lo stesso dottor Von Fraz (Willem Dafoe) non trova una giustificazione per asserire come la condizione di Ellen sia diversa da quella di molti altri pazienti nel suo stesso stato.

Il film tenta inoltre di far risalire il rapporto fra Ellen e Orlok a ben prima degli eventi del film. Non si rende conto che trasformare la protagonista nella causa della venuta del vampiro non la fortifica. La rende la causa di tutti i mali che avvengono.
L’impresario navale Friedrich Harding (Aaron Taylor-Johnson) dovrebbe rappresentare il lato soppressivo dell’uomo. Ma le sue accuse appaiono apertamente giustificate. La rovina della sua famiglia è dovuto più al non avere ascoltato Von Frantz che all’aver scacciato Ellen da casa sua.

Allo stesso tempo, però, la pellicola non fa nulla per nascondere che la protagonista è l’unica che può sconfiggere il vampiro. L’esperto Von Frantz che ammette di non avere idea come affrontare un vampiro perché ha solo letto su di loro è diverte, ma profondamente grottesca e insensata.
L’opinione a tiepido

Ritengo che sì, è un film che merita di essere visto. Ci sono delle trovate molto interessanti e la regia di Eggers, come già accennato, rimane ineccepibile. Ma non è né un degno remake di Nosferatu, né il migliore dei film di Eggers.

Laureata in Lettere e Antropologia, tutto il suo piano di studi si può tradurre in cinque semplici concetti: libri, fumetti, cinema, media, pizza. Cerca di farsi strada come scrittrice. Nel frattempo vi studia e osserva. Praticamente innocua.