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NON SIAMO PIÙ VIVI – La recensione della serie Netflix del momento

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NON SIAMO PIÙ VIVI – La recensione della serie Netflix del momento

NON SIAMO PIÙ VIVI – La recensione della serie Netflix del momento

Avevamo analizzato qui il trailer della nuova serie sudcoreana di casa Netflix, dicendovi di tenerla d’occhio. Ad oggi, è la serie più twittata del momento, ha ottenuto ben 124.790.000 ore di visualizzazione a livello globale in 2 giorni diventando la serie TV più vista. E se non vi bastasse, ha ottenuto il 100% di riscontro critico su Rotten Tomatoes, il che non è affatto da poco.

Questi i dati, sebbene Netflix non abbia ancora reso pubblici quelli ufficiali (come di consuetudine si prende un mese per la valutazione degli ascolti).

Una formula vincente

NON SIAMO PIÙ VIVI – La recensione della serie Netflix del momento

Non ci sembra quindi sprecato dire che la serie abbia riscosso un “discreto” successo e un notevole apprezzamento da parte del pubblico.

Quella del k-drama, infatti, è una formula che sembra via via affermarsi molto vincente, proprio grazie ad esprimenti come “Non Siamo Più Vivi” e “Squid Game”. Ma vanno ricordati anche capolavori come Parasite, di Bong Joon-ho: il film pluripremiato agli oscar e vincitore del festival di Cannes ha sicuramente ispirato tantissimo queste opere.

Da questi film e serie emerge quello che è il vero intento e scopo dell’opera: la critica sociale della realtà coreana.

La critica e la denuncia sociale

NON SIAMO PIÙ VIVI – La recensione della serie Netflix del momento

Una realtà fin troppo cruda e quasi surreale, che si tende a mettere a nudo e denunciare sempre più con queste rappresentazioni cinematografiche.

I messaggi che vogliono passare attraverso lo schermo sono tantissimi, e vengono fuori dalle scene più palesi in cui è possibile vedere chiari e netti parallelismi con situazioni di vita vera, ai dettagli più sottili e particolari da cogliere.

Non Siamo Più Vivi è una denuncia esplicita a tutti quei contesti in cui vi è una realtà assurda e contorta, che rappresentano il marcio e il cancro della società coreana.

Sebbene molte di queste realtà siano davanti agli occhi di tutti, è come se non ne parlasse abbastanza. E quindi l’intento di queste opere è quello di sbattere in faccia allo spettatore (e al mondo) quello che succede.

NON SIAMO PIÙ VIVI – La recensione della serie Netflix del momento

In questa serie ci vengono presentate situazioni in cui regna l’omertà ed è oppressa la libertà, di azione e di parola. La ribellione e l’opposizione alle ingiustizie è impossibile. Si finisce col perdere le speranze e arrendersi al sistema, rimanerne succubi. Chi in un modo, chi in un altro, subisce la propria esistenza, senza alcun motivo. Emergono il bullismo, il ricatto, l’esclusione, l’autolesionismo, il suicidio, il razzismo sociale, la decadenza della meritocrazia nel lavoro e nella vita. Tutti temi tanto delicati e grevi quanto incredibilmente presenti in Corea. Tutti come ingredienti di un disgustoso minestrone che non piace a nessuno ma che si continua a mangiare.

I ricchi, i facoltosi, i bulli, quelli in posizioni più alte degli altri, hanno il potere. E hanno paura dello scandalo, del polverone. Preferiscono sempre far tutto sottobanco e tendono a sminuire qualsiasi cosa possa rappresentare una minaccia per la loro reputazione, insabbiando e facendo affidamento sulle lacune della memoria comune di tutti.

La trama: un pretesto funzionale allo scopo della serie

NON SIAMO PIÙ VIVI – La recensione della serie Netflix del momento

La trama di Non Siamo Più Vivi non è elaboratissima, anzi, se è per questo è anche piuttosto banale, come già se ne sono viste in altrettanti film di zombie. Dunque non è l’originalità il punto forte di questa serie, ma d’altronde non è neanche ciò che cerca di essere. Come già analizzammo nel nostro commento al trailer la serie sembrava incentrata sull’intrattenimento, e così effettivamente è stato. Il vero obiettivo di questa serie (oltre a quanto già detto prima, ma ora parliamo a livello di trama vera e propria) è quello di intrattenere lo spettatore. Se c’è qualcosa che potete aspettarvi da questo prodotto è intrattenimento allo stato puro, questo é certo.

Ogni scena è ricca di adrenalina, di movimento: non c’è un attimo di pausa, di tregua, il ritmo è spedito e convinto, con attimi di tensione alternati a momenti più intimi e sentimentali. Le scene di inseguimento e di combattimento si susseguono una dopo l’altra, non lasciando allo spettatore il tempo di metabolizzare quanto sta accadendo, perché troppo frenetico.

NON SIAMO PIÙ VIVI – La recensione della serie Netflix del momento

In più ci si mettono i colpi di scena, improvvisi e inaspettati, sempre crudi ed espliciti e bisogna dire quasi mai banali. La struttura e il carattere della trama permettono di poter articolare le circostanze delle scene in modo che varino repentinamente, contribuendo a creare un’atmosfera di angoscia e insicurezza.

Dunque, sebbene la trama non sia delle migliori, uno dei migliori è invece il modo in cui viene sviluppata e sfruttata, riuscendo a pieno nel suo intento.

Lo sviluppo dei personaggi

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Senza troppe pretese, ci vengono raccontate nel corso della serie, con vari accenni, per ognuno, le storie dei protagonisti: un modesto gruppo di liceali che si ritrovano uniti a lottare insieme contro gli zombie per riuscire a sopravvivere.

Non ci sono eccessivi approfondimenti sulle loro storie personali, ma solo quanto basta per poter empatizzare con loro.

E questa scelta funziona, perché effettivamente optare per una descrizione diversa dei vari personaggi sarebbe stato in contrasto con l’etica della serie, mentre così sembra essere davvero azzeccato.

L’evoluzione dei personaggi durante il corso della serie e della loro piccolo disavventura, sia dal punto di vista relazionale che psicologico individuale, è coerente con i fatti e la natura dei personaggi stessi. Questo conferisce loro un certo realismo che rende il tutto più piacevole e lineare.

Squid Game e la seconda stagione

Concludiamo rispondendo a due degli interrogativi che più gli spettatori si stanno ponendo.

Non Siamo Più Vivi è superiore a Squid Game?

NON SIAMO PIÙ VIVI – La recensione della serie Netflix del momento

La risposta è no. Molto semplicemente, le 2 serie sono completamente diverse in ciò che raccontano e nei modi di farlo (sebbene di fondo l’intento sia sempre quello della denuncia, lo ribadiamo, ed è quindi il medesimo per entrambe).
E Squid Game rimane nettamente superiore per qualità di trama, di risvolti, significati nascosti, personaggi, fino a regia, fotografia e colonne sonore (alcune diventate subito iconiche). Con questo però non togliamo alcun merito a Non Siamo Più Vivi, che rimane comunque un ottimo esperimento ben riuscito con i suoi meriti e motivi di essere vista.

E infine, ci sarà una seconda stagione?


Cercando di alludere il meno possibile ad eventuali spoiler, ci limitiamo a dire che per come è stato scritto il finale della prima stagione, sembrerebbero non esserci gli elementi e i presupposti per una seconda stagione, anche se già se ne vocifera il rinnovo. Visto il successo è molto probabile che una seconda stagione possa arrivare, anche se stonerebbe con le scelte del finale della prima. Solo il futuro potrà dirlo!

Dunque: Non Siamo Più Vivi, è da vedere? Sì, noi ve la consigliamo. È sicuramente una visione piacevole che può regalarvi qualche ora di tensione e intrattenimento, di sicuro non ne rimarrete annoiati. Non è assolutamente da vedere come magari lo può essere Squid Game, ma… le si può dare una chance, perché no?


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Emanuele Ramunni

Liceale 17 enne (quasi 18), scrivo per passione, di ciò che mi piace perché mi piace, e mi piace.

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