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Nadia e il mistero della pietra azzurra

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Anime cult degli anni ’90, Nadia e il mistero della pietra azzurra ha lasciato una traccia indelebile nell’immaginario negli appassionati di fumetti. L’Italia ha visto per la prima volta in azione Nadia nel 1991, sulle reti Mediaset. È stato doppiato dalla DENEB FILM fino al 2003, dopo la Yamato Video ha commissionato un ridoppiaggio. L’obbiettivo era quello di rispristinare le scene censurate e i nomi originali. Dietro il progetto di Nadia e il mistero della pietra azzurra c’è il nome di uno dei maestri dell’animazione nipponica: Hideaki Anno.

Nadia e il mistero della pietra azzurra

La Genesi di Nadia e il mistero della pietra azzurra

Uno dei punti di forza dell’anime Nadia è la qualità dell’animazione; in particolare nella realizzazione delle attrezzature meccaniche e degli scenari. Anno e il suo team dovettero modificare, sfortunatamente, l’aspetto inizialmente studiato per la protagonista Nadia. Originariamente, infatti è stata concepita con tratti somatici spiccatamente africani e con una capigliatura riccia. Mantenere, tuttavia, alto il livello qualitativo dei capelli ricci risultava complesso, per tale ragione si virò all’aspetto che tutti oggi conoscono.

Il titolo originale dell’anime in Giappone è “Fushigi no umi no Nadia” ispirato alla versione nipponica di Alice nel paese delle meraviglie. Non altrettanto fortunati i Paesi esteri. L’adattamento del titolo della serie animata è meno evocativo: in inglese “The secret of blue water” e in Italia divenne Il mistero della pietra azzurra.  

Nadia e il mistero della pietra azzurra

Le influenze di Jules Verne

Nadia è un’acrobata di circo che, durante l’Esposizione Universale di Parigi, si scontra con Jean, un coetaneo con il pallino dell’invenzione e per la scienza. Insieme scapperanno da un gruppo di malfattori che vogliono rapire la protagonista perché cercano rara una pietra azzurra. La trama di Nadia si fonda sulla narrativa di Verne, fondamentale per capire il dualismo che caratterizza tutta la serie.

Infatti, lo scrittore francese quando scrisse le sue opere era affascinato dalle conquiste umane, ma a causa di eventi cupi nella seconda metà della sua esistenza, cambiò radicalmente. Questo dualismo si rispecchia nei protagonisti Nadia e Jean. Quest’ultimo, inventore geniale, vive con genuino ottimismo l’avanzata della tecnologia prendendo solo il buono. Nadia, invece dà voce al Verne disincantato, che non ha fiducia nell’impero meccanico. Tutta la storia oscilla tra ottimismo e pessimismo, tra progresso e natura e all’evoluzione graduale dei personaggi. Nadia arriva a comprendere che le invenzioni di Jean siano in ogni caso necessarie mentre l’inventore comprende il pericolo di un utilizzo sconsiderato della scienza. Una narrazione ambivalente che mostra i limiti di entrambi gli approcci permettendo agli spettatori di formarsi una propria idea.

L’anime è indirizzato ad un pubblico sia giovane che adulto. Affronta numerosi temi, avventura, azione, dramma, comicità. Al centro della trama resta l’incognita del destino dei protagonisti e nessuno appare predominante o decisivo, tanto tra i buoni che tra i cattivi. Il finale potrebbe apparire scontato ma ha diversi sviluppi.

Oggi si può vedere Nadia e il mistero della pietra azzurra, su Amazon Prime Video, in versione rimasterizzata e in alta definizione e senza censure. 

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Gianna Calatozzo

Ciao sono Gianna, ho una laurea in Giurisprudenza, un tesserino dell’ordine degli avvocati a cui vorrei aggiungere quello da giornalista. La passione per la scrittura, nata sulla carta e poi migrata sulla testiera, mi accompagna da sempre. A 6 anni gli altri volevano fare gli astronauti; io avevo già le idee chiare: volevo fare la giornalista.

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