Misoginia interiorizzata nei reverse harem
Tutte noi cresciamo interiorizzando misoginia e sessismo. Per fortuna, arriviamo ad un punto in cui ci rendiamo conto di avere dei pregiudizi, e cerchiamo di migliorare.
Non è facile – basta guardare come si vede di più rivalità tra donne che tra uomini, che convivono con un cameratismo più facile. – ma ci sforziamo.
Un risultato di questo sforzo negli ultimi tempi è il boom di isekai in cui la FL rinasce nella cattiva di un otome game/reverse harem/fantasy novel dove la storia canon viene raccontata dal punto di vista del personaggio più bistrattato della storia e non quello della protagonista.
Manwha come Death is the only ending for the villainess, Beware the villainess, When the villainess loves, e altri, offrono un’occasione per riflettere sulla misogina intrinseca del genere reverse harem. E dire che tutte abbiamo avuto la fase vorrei essere Y/N di questo manga! Ha così tanti spasimanti!, specie durante l’adolescenza (e magari un po’ oltre.)
Dissotterriamo le nostre vergogne.
Un mondo di uomini belli tutti per te (se sei la protagonsita).
Non si vuol fare di tutta un’erba un fascio. Ci sono manga e manwha reverse harem gestiti molto bene, con un’ottima trama, personaggi interessanti ed una protagonista femminile che è capace di reggere la storia da sola e non è solo un bel visino messo lì per fancervice.
Purtroppo, il genere si presta facilmente ai cliché e al tropo sono una povera ragazza indifesa, qualcuno mi protegga.
Sembra che per attirare l’interesse dei protagonisti maschili si debba essere dolci, gentili, sottomesse, una calamita per i guai e incapaci di badare a sé stesse.
Sicuramente ottimo per l’ego maschile, ma mortificante per le ragazze.
Se non si è perfette non si è degne di amore o di essere amate? Stando a certi reverse harem, la risposta è sì. Il disagio non finisce qui: ci sarà sempre una cattiva a mettere i bastoni tra le ruote ad una delle coppie, magari la promessa sposa del principe, che vede la protagonista come una rivale da eliminare.
Certo, le azioni della cattiva sono opinabili, ma comprensibili se si prova a guardare dalla sua prospettiva. Perché viene criticata lei e non il fedifrago?
È più facile attaccare i personaggi femminili quando sbagliano, perché alle donne non è mai permesso sbagliare, e questo lo sappiamo bene.
Non è vero che le ragazze maturano prima, ma ci viene insegnato presto a prenderci la responsabilità, al contrario magari dei nostri fratelli.
Questo si riflette pure nei media, e così la cattiva verrà sempre punita per le sue azioni, nessuna comprensione o pietà per lei.
La pena alla fine è sempre meritata, non importa che l’eroina le abbia rovinato la vita o che il promesso sposo non le sia stato fedele.
Certo, qualcuno cercherà di giustificarlo dicendo non l’amava!, ma lo scopo dei matrimoni combinati è la stabilità o creare connessioni politiche.
Pensate che post canon unirsi ad una ragazza carina, dolce ma un po’ stupida aiuterà il protagonista a mantenere il potere? È più probabile che lo perda.
In linea generale, salvo rare eccezioni, il reverse harem è un genere dannoso che lucra sulla misoginia interiorizzata dei lettori.
Certo, ognuno ha i propri piaceri colpevoli, e di sicuro non si può vietare di giocare ad un otome game o leggere Diabolik Lovers . Si può essere consapevoli, e riconoscere che, nella vita reale, certe cose proprio non funzionerebbero.
Tipo l’interesse romantico yandere…
Collaboratrice, futura storica dell’arte (si spera) ed appassionata di fumetti, videogiochi, serie tv e film. Attualmente ho un podcast, Eva deve morire, su Spotify. Spero di potervi vedere presto anche lì.