Matrix Resurrections: luci e ombre passate e future
Con Matrix Resurrections, Lana Wachowski torna alla sorgente portando sullo schermo un’imperfetta analisi spietata del cinema di oggi.
Ritorno a Matrix
Il cinema guarda se stesso attraverso uno specchio da decenni ormai, l’invasione dei sequel e reboot vari non accenna a fermarsi e ormai sembra quasi impossibile trovare un’idea pura e vergine.A riflettere in maniera spietata e allo stesso tempo amorevole, è intervenuta Lana Wachowski in persona riesumando dopo vent’anni il mondo verdastro (ma che verdastro non è più), di Matrix.
Un sequel della trilogia originale inaspettato che torna senza remore a farci riflettere sul cosa ci circonda, spaventa ed affascina.
L’amore superficiale…
Come visto dai trailer, ancora una volta il cuore della vicenda sono Neo e Trinity, improvvisamente ignari del dove si trovino, ignari del chi in realtà siano. Si comportano come spettatori vittime del loro impercettibile scorrere vitale.
Ma noi spettatori sappiamo chi siano in verità, non vediamo l’ora che Trinity e l’eletto si manifestino ma almeno per la prima (più riuscita) parte del film, Lana Wachowski vuole solo farci pensare, e molto.
Sì perchè il fulcro di Matrix a livello superficiale è la storia d’amore impossibile tra Neo e Trinity, una storia d’amore che diventa la carezza cinematografica che la Wachowsky si permette nelle 2 ore e mezza di questo quarto capitolo.
In mezzo a questa storia d’amore ovviamente troveremo i vecchi personaggi, il bullet time, il mondo vero in rovina e tutto quello che l’universo di Matrix aveva creato vent’anni prima.
Ma non è quello il fulcro.
…E il cinema nascosto.
Il fulcro del ragionamento di Lana e di questo Matrix Resurrections tuttavia è un altro.
In questo quarto capitolo si parla proprio di cinema, di come evolva e di come si auto-celebri, arrivando ad una prostrazione per il pubblico e per le major anche decisamente auto-distruttiva.
Resurrections ci accontenta in parte riportandoci nel mondo narrativo che abbiamo conosciuto nella trilogia.
Subito dopo però ci ricorda quanto sia ormai imperante la necessità di riportare indietro, di risorgere, vecchie fiamme passate in favore del Dio denaro.
Matrix Resurrections è un analisi lucida e necessaria in profondità, che lascia il tempo che trova all’emozione di raccontare un mondo che forse è meglio lasciare vent’anni indietro, con quella trilogia che ci ha fatto innamorare.
Un film necessario dunque?
Per il cinema di oggi ovviamente sì, ma per chi si aspetta un ritorno alle vecchie emozioni che Matrix ha saputo dare, di certo no.
Sta a voi scegliere la pillola, ancora una volta.