
Ultima Modifica 12 Maggio 2025 12:06
La vie en noir: La furia umana (White Heat)
White Heat, titolo che richiama la fiamma incandescente e tradotto in italiano La Furia Umana, è un film del 1949, diretto da Raoul Walsh. Un gangster movie su un micidiale bandito e su Hank Fallon, interpretato da Edmond O’Brien, l’agente che si infiltra per distruggere la banda.
Da principio, doveva essere una pellicola ispirata alla figura della criminale Kate “Ma” Barker, ma non appena fu coinvolto nel progetto James Cagney, nome noto ai cinefili e agli appassionati di Cuphead, tutto cambiò.

Protagonista assoluto della storia è il gangster Arthur “Cody” Jarret, e se non temete gli SPOILER vi parlerò un attimo di lui.
La natura umana di un gangster
Nel periodo in cui venne realizzato il film, pur con ancora in vigore il codice Hays, si sentiva il bisogno di un nuovo tipo di realismo. Anche se chiaramente destinato alla disfatta, Cody Jarrett appare come un personaggio psicologicamente complesso.

Proveniente da una famiglia con un’ereditarietà di malattia mentale, viene spiegato che da piccolo fingeva mal di testa per attirare l’attenzione della madre, fino a quando i mal di testa non divennero reale. Spesso colpito da agonizzanti cefalee, Cody appare spesso estremamente vulnerabile, ma mai inoffensivo.
Alla faccia del codice che vietava la messa in scena di omicidi brutali, James Cagney riesce a dare al suo personaggio una tale violenza, sottile ma distruttiva, da far venire il dubbio che si tratti di un film pre-code.

Sanguinario, crudele, vendicativo. Cody ha tutte le caratteristiche di uno psicopatico se non fosse per l’attaccamento a tratti infantile verso la madre.
La mamma di un gangster
La madre di Cody e membro a tutti gli effetti della sua banda.
Lui ascolta i suoi consigli, ma più di ogni altra cosa ha bisogno di lei. Quando lui è in carcere, lei è la sua voce nella banda. La coodipendenza fra madre e figlio è alla base del film stesso. Per certi versi ricorda alcuni dei personaggi di Alfred Hitchcock.
Se da una parte Cody domina gli uomini della banda, c’è un gioco di potere per controllare Cody fra sua madre e sua moglie. Quest’ultima, con Cody dentro, vuole tutto, mentre la madre continua a curare gli interessi del figlio.
Quando a metà film, la madre viene uccisa per gli intrighi della moglie e di uno dei complici, scatta la motivazione di Cody per evadere di prigione e riconquistare la propria banda e vendicarla. Con un trasporto emotivo che non avrebbe per la moglie o un altro dei suoi complici.

Ma Jarrett era il centro del mondo di Cody. L’ambizione sfrenata che lo caratterizza sembra comunque avere origine da lei, il suo supporto morale e fonte di benessere. Dopo la sua morte, l’agente infiltrato Hank Fallon sembra riuscire a diventare il nuovo supporto emotivo di Cody. Quando la sua vera identità è svelata, possiamo assistere all’esatto istante in cui il cuore di Jarrett si spezza. A quel punto, assediato dagli sbirri, non c’è più nulla a trattenerlo dalla follia.
Appare evidente, in qualche modo, che il destino del personaggio è quello di essere sempre tradito, e non è difficile provare pena per lui.
Vuol forse dire che Cody Jarrett è una vittima della società?
No. Non è questo l’obbiettivo del film.
Anche considerando la malattia mentale, Cody è chiaramente conscio delle sue azioni. Sono sbagliate, ma a lui non importa. Non gli importa degli altri, ed è questo a sigillare il suo destino.
La scena madre.
Il finale di La Furia Umana, ha tutto. Al contempo è al contempo la punizione del criminale per i suoi misfatti e la sua incoronazione in una gloria immortale. Appare doveroso fare un paragone fra l’uscita in scena di Cody e quella di Dennie Danvers da Rebecca. Entrambi i personaggi periscono per le loro macchinazioni, ma lo fanno con epicità e con, in parte, il raggiungimento dei loro scopi.
Le ultime parole del personaggio di James Cagney, sono spesso ricordate fra le più grande citazioni del cinema americano. E con ragione!

Made it, Ma! Top of the world!

Laureata in Lettere e Antropologia, tutto il suo piano di studi si può tradurre in cinque semplici concetti: libri, fumetti, cinema, media, pizza. Cerca di farsi strada come scrittrice. Nel frattempo vi studia e osserva. Praticamente innocua.