Ken il guerriero tra Mad Max e Bruce Lee.
Ken il guerriero tra Mad Max e Bruce Lee.
Trinità insegna, la mano e più veloce della pistola
Se abbiamo appreso qualche cosa dalla saga di Ken il guerriero è che le pose i nomi delle tecniche e le arti marziali contano davvero molto. Queste inserite in un contesto post apocalittico dove le armi convenzionali da fuoco sembrano quasi scomparse fa assolutamente la differenza.
Esattamente come “In to the Badland” ( serie tv dove le armi rimaste sono balestre pugnali catane e arco e frecce ) le armi pesanti o leggere che siano ma alimentate da polvere da sparo sembrano scomparse nel nulla, fatta eccezione per qualche raro caso, questo però il manga non lo spiega e quindi ci pone di fronte a un dubbio… le hanno seppellite tutte da qualche parte nel deserto come le cartucce di E.T per Atari?
Del realistico naturalmente nelle tecniche viste nella saga scritta da Buronson e disegnato da Tetsuo Hara c’è veramente poco, tanto da far sembrare i maestri di autodifesa delle emittenti private dei veri e propri professionisti. Tuttavia, molte delle pose e delle tecniche preparatorie che anticipano gli attacchi ricordano le pose del Kung fu, o le tecniche del Tai chi chuan.
Sicuramente anche il cinema americano e cinese del periodo con le grida di battaglia e le tecniche esplosive e dilanianti dei colpi ha contribuito a ispirare le gesta narrate nel manga di Hara.
Interceptor – Il guerriero della strada secondo capitolo di Mad Max
Anche se potrebbe sembrare, in realtà il film da cui Burton ha tratto ispirazione per l’ambientazione e Hara per le reference è sensa dubbio il secondo capitolo della saga post apocalittica più famosa di sempre. Interceptor – Il guerriero della strada secondo capitolo di Mad Max.
Con questo seguito cinematografico la storia si sposta dopo una guerra atomica verso un vero e proprio far west dove le bande di predoni la fanno da padrone e la legge del più forte sostituisce quella civile a cui eravamo abituati. Le città desertiche il look dei nemici e anche in parte il vestiario del personaggio fanno da riferimento per quello che sarebbe diventato di li a poco il più grande manga riguardante il post nucleare.
L’estetica dei personaggi
Se possiamo dire che da Mad Max arriva la gran parte del design di Hara, pensiamo alle bande di predoni vestiti di pelle borchie e con creste da moicano, non possiamo negare che anche i personaggi più importanti assomiglino a vere e proprie star dei combattimenti sia su piccolo che su grande schermo.
Ivan Drago di Rocky 4 interpretato da Dolph Lundgren ad esempio è identico al generale della luce dorata della sublime scuole di Gento. Anche questo personaggio combatte e sembra inarrestabile esattamente come il pugile russo che fino alla fine da battaglia a Stallone nei panni di Balboa.
Moltre altre figure sono comparse nel mondo di Ken il Guerriero, basti pensare che Stallone seppur combattente è stato preso come modello per la sua aria da duro. Se il vestiario di Kenshiro proviene spudoratamente da Interceptor, gli sguardi l’acconciatura e le mimiche facciali sono prese oltre che da Bruce Lee anche e soprattutto da Silvester Stallone dal film Cobra.
Molti leader malvagi come Amiba dalle fattezze di Christopher Lambert e nemici minori come Bask che ricalca perfettamente Hulk Hogan hanno caratterizzato mimiche facciali e tratti somatici a tal punto da renderli riconoscibili ad una prima occhiata. Sicuramente per le tecniche combattive si è inventato molto, ma per i personaggi, l’opera è praticamente popolata da attori occidentali.
Anche la musica
Non solo lottatori, se fino ad ora abbiamo visto personaggi del wrestling e della boxe o delle arti marziali in generale, notiamo con sorpresa che Hara non ha risparmiato nemmeno il mondo della musica, Basti pensare che il cantante Boy George diede le fattezze al nemico mortale di Rei suo rivale nella scuola di Nanto “Yuda” .Oppure come compare nella seconda saga il terzo demone Ronn che ci ricorda il nostro amato Freddie Mercury.
Hara e il suo stile realistico
Tetsuo Hara venne osannato all’epoca dell’uscita del manga per lo stile estremamente realistico anatomico e fisionomico. Sicuramente si discostò dallo stile nipponico dell’epoca poiché appassionato dell’occidente. Oltre al fatto che il suo lavoro di character design si rifaceva interamente a personaggi dai lineamenti occidentali e quindi lontani dal manga tradizionale degli anni 70/80.
Che dire? uno splendido lavo che ancora oggi viene esercitato anche dai mangaka più moderni, basti pensare all’enorme mole di personaggi famosi utilizzati da Oda in One piece. Voi cosa ne pensate? Vi piace rivedere volti conosciuti nei manga? Oppure preferireste delle fattezze sempre e completamente sconosciute? Diteci la vostra lasciando un commento sotto questo articolo!
Presidente dell’Associazione Culturale Fumetti Indelebili, Caporedattore di fumettindelebili.com, organizza da 7 anni la fiera del fumetto di San Benedetto del Tronto, il San Beach Comix. Disegna fumetti, scrive racconti, intervista fumettisti, sceneggiatori, cosplayer e fotografi. Di recente ha iniziato a realizzare cosplay, a presentare gare e a ricoprire la mansione di giudice di gara. Adora realizzare editoriali su videogiochi e musica di genere nerd metal.