Kabi Nagata, La mia prima volta

My lesbian experience with loneliness o La mia prima volta

My lesbian experience with loneliness, nell’edizione italiana La mia prima volta (acquistabile su questo [link]), è un manga autobiografico di Kabi Nagata.

Amato in Giappone e all’estero, affronta temi scottanti: solitudine, depressione e sessualità in primis.

La mia prima volta

La protagonista, priva di autostima e di esperienze nella sfera dell’eros, scopre da adulta di essere lesbica, un’esperienza più comune di quanto si creda.

Depressa, autolesionista, ferma in lavoretti part time e affetta da disturbi alimentari, Kabi non ha una vita facile. La sua prima volta con una ragazza sarà un punto di svolta nella sua esistenza.

Anche l’amore per i manga di Kabi ha un ruolo importante nella narrazione, portandola infine a diventare una mangaka.


Un manga che lascerà un segno

Ci sono letture che non possono non colpirti – al cuore, al petto, allo stomaco – e La mia prima volta è tra queste. Il dolore e il senso di perdita di Kabi Nagata traspare dalle pagine senza filtri, con un tale candore da risultare spesso commovente.

Il tema dell’eros tra donne viene affrontato in modo tanto diretto da essere rinfrescante, così come il tema della sofferenza che si prova nel non essere in contatto con la propria sessualità.

Di fatti, questa opera è stata universalmente apprezzata dalla comunità LGBT+; è oggi uno dei primi manga raccomandati su questo argomento.

Chiunque abbia mai avuto, purtroppo, problemi di depressione potrà rivedersi nella protagonista e nel suo senso di disperazione, nel non riuscire a vedere un futuro al di là dei propri affanni.

Le illustrazioni, ultra stilizzate e quasi sempre senza sfondi, prediligono una forte espressività e immediatezza alla ricerca del realismo, un tratto tipico dei fumetti giapponesi.
Facce prive di nasi, tavole bicolori bianche e rosa, teste sproporzionate, occhi enormi e disinteresse per i dettagli costituiscono il tratto stilistico di questa autrice.

Un fumetto destinato a lasciare un segno, senza dubbio, soprattutto come una delle più belle autobiografie LGBT+ degli ultimi anni!


La mia prima volta

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