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Incubo negli abissi

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I fan dell’horror potranno confermarlo: un film come Underwater mancava.

Con “The Abyss”, già nell’89, Cameron ci ha portato in profondità proibite e messo in contatto con le misteriose creature che le abitano. Gli abissi però rimanevano lo sfondo, su cui si svolgeva un’altra storia che appartiene ad un altro genere.

Incubo negli abissi
Incubo negli abissi


Molti film negli ultimi anni hanno approfondito il rapporto tra abissi e storie terrificanti con personaggi intrappolati o cacciati da squali assassini. Tuttavia, hanno trattato il tema in modo verosimile con la claustrofobia e la fobia ancestrale dell’acqua che bastava a creare terrore.

Ma cosa succede se a tutto questo aggiungi anche delle creature fameliche a caccia? Dove puoi scappare in un luogo remoto dove la pressione è così forte da schiacciare qualsiasi cosa? E per di più senza visibilità alcuna.

La trama

Underwater presenta una storia semplice e uno scenario, nonostante tutto, verosimile: la tesa tranquillità di una base di trivellazione petrolifera nella fossa delle Marianne viene squarciata da uno scoppio improvviso.

L’equipaggio intraprende una lotta estrema per la sopravvivenza. Non possono trasmettere messaggi e devono scappare alla svelta prima di essere seppelliti da migliaia di tonnellate di acciaio e 11000 metri di acqua salata.

Tra la disperazione e lo sconforto trovano il modo di scappare e di camminare sul fondo dell’oceano verso la salvezza rappresentata dalla stazione di trivellazione Roebuck.
Scopriamo cosi che quella in cui sono intrappolati non è l’unica stazione nelle profondità marine e che l’uomo estrae le materie prime così già da decenni. Ma stavolta qualcosa è andato storto, la trivella sembra essere stata staccata dal suo alloggio e niente al mondo può fare una cosa simile.

Già durante la discesa inizia ad insinuarsi il dubbio che le cause dell’incidente non siano naturali e la sensazione di essere prede aumenta sempre più.
Qualche minuto sul plateau e i protagonisti scoprono che il cammino verso la salvezza è tempestato di creature umanoidi pronte ad arraffarli senza pietà.

La paura dell’ignoto

Il panico che suscita il film Underwater è dovuto per gran parte, alla scarsa visibilità: chi sta davanti allo schermo vede poco più dei protagonisti, con il risultato di una tensione costante per tutto il film. Sia lo spettatore che il protagonista non sanno mai cosa aspetta in agguato.

Le creature che vediamo sono qualcosa di sconosciuto e pericoloso di cui non conosciamo l’origine e questo contribuisce a creare una paura che aumenta fino a trovare il suo culmine nel finale del film, quando finalmente scopriamo cosa è stato risvegliato durante le trivellazioni.

Un mostro – la madre o il padre di tutte le creature – con fattezze di lovecraftiana memoria e che fa raggelare per la sua impressionante stazza e per la sua cieca rabbia.

La ciliegina perfetta per un rollercoaster di emozioni firmato 20th Century Fox.

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