Elisabeth, l’altra donna di Diabolik

Elisabeth, l’altra donna di Diabolik

Il primo amore non si dimentica mai. Bello o brutto che sia, serve per farci crescere, e su quella prima esperienza poi basiamo le nostre successive relazioni.

Ci sono casi in cui però sarebbe meglio lasciarsi il passato alle spalle, smettendo di rincorrere un’ossessione, il fantasma di ciò che è stato e sarebbe potuto essere.

Nei fumetti ne abbiamo visti tanti di casi del genere, come Sakura Haruno, che dopo essere quasi stata uccisa da Sasuke più volte forse avrebbe fatto meglio a guardarsi intorno invece che focalizzarsi su un ragazzo emotivamente stitico e con tendenze omicide.

Ma il caso della protagonista di quest’articolo è più complicato, anche per via della forte avversione delle autrici nei suoi confronti.

Dopotutto, è difficile essere Elisabeth Gray quando c’è Eva Kant.

Vendetta e conseguenze.

Come nei migliori cliché del genere, Elisabeth era la luce nella vita del noto re del terrore. Nel senso che era l’unica cosa innocente nella sua vita, la sua ingenuità era ai limiti dell’idiozia.

Infermiera in un istituto mentale dove è ricoverata anche una delle vittime di Diabolik, l’incontro fatale avviene mentre Diabolik è sotto mentite spoglie.

Incantato dalla dolcezza della ragazza, decide di corteggiarla, ed essendo affascinante ed affabile quando vuole esserlo, Elisabeth cade subito ai suoi piedi.

Storia perfetta? Macché.

Dopo i primi due numeri le sorelle Giussani si resero conto di non amare affatto il personaggio di Elisabeth. Vuoi perché bruttina, vuoi per la mancanza di complicità nella coppia, vuoi perché non aveva senso per l’antieroe non avere una complice anche nell’altro aspetto della sua vita, le autrici decisero di sbarazzarsi di lei.

E così crearono Eva Kant, che era tutto ciò che Elisabeth non sarebbe mai potuta essere. Una donna intelligente, crudele, ambiziosa e pronta a tutto.

Malvagia al punto giusto per essere all’altezza di Diabolik.

Elisabeth, l’altra donna di Diabolik

Non ci poteva essere alcuna competizione tra le due. Alla sorelle Giussani però non bastò dare una nuova compagna a Diabolik. Loro Elizabeth la volevano fuori dalla storia per sempre, ma la morte sarebbe stata troppo veloce. Meglio una vendetta in perfetto stile re del terrore, in cui Elisabeth viene condannata a ciò che più temeva: una vita da folle.

Con la sensibilità attuale un po’ dispiace per lei, dopotutto erano le autrici ad averla disegnata così, perciò tanto accanimento forse non se lo meritava.

Inoltre, a chi di noi donne piacerebbe essere messa in ombra dalla nuova fidanzata del nostro ex? A nessuna, ecco.

Ed Elisabeth aveva tutte le ragioni per odiare entrambi. Peccato che follia ed amore vanno a braccetto, e quando anni dopo gli autori ripescarono il suo personaggio, decisero di usarla come ex ossessiva che non aveva mai superato la sua precedente relazione.

Un po’ sessista, ma la storia tutto sommato funzionò, anche se ancora una volta Eva Kant la mise nel sacco e salvò Diabolik.

Molto difficile da digerire per Elisabeth, che dopo precipitò ancor di più nella pazzia.

Una storia molto triste, che negli anni non è stata gestita bene, toccando punte di assurdità che è meglio non trattare in questa sede.

Meglio soffermarsi su questo: i primi amori sono difficili, ma se il tuo ex è Diabolik, beh, mi dispiace per te.