Donne pericolose: Eva Kant
Diabolik è l’unico tra gli antieroi degli anni ’60 ad aver superato censure, cambi di gusti e di costume, ed essere approdato al XXI secolo con nuove storie, nuovo stile e soprattutto più cattivo che mai.
Certo, dei suoi tratti col tempo sono stati ammorbiditi: non uccide più le persone a cui si sostituisce, ma non lo fa per bontà ,ma spirito pratico.
Uccidere costa tempo, e molti piani hanno avuto dei contrattempi evitabili se avesse tenuto con sé la vittima per interrogarla.
Diabolik si è evoluto, rimanendo sempre fedele a sé stesso. Ovvio che un personaggio come lui debba avere accanto una donna del suo livello: Eva Kant.
Il fascino del male
Intelligente, sicura di sé, spregiudicata ed incline alla violenza, Eva è l’alter ego femminile del nostro protagonista.
I due hanno caratteristiche complementari, ed insieme formano una coppia che dal ’63 ad oggi è ancora insieme.
Ad avercele unioni così anche nella realtà!
Splendida Eva, moglie di un nobile dell’aristocrazia di Clerville, alla sua prima apparizione si presenta come una donna dal passato misterioso, coinvolta nell’improvvisa morte del marito.
La morte sembra seguirla ovunque vada, la sua bellezza nasconde una natura volitiva e perfida, che incanterà il Re del Terrore al loro primo incontro, facendogli dimenticare l’insipida fidanzata Elisabeth Grey.
Eva è stata creata per sostituire Elisabeth, per essere la degna complice del più grande criminale di tutti i tempi.
Diabolik con Elisabeth avrebbe dovuto fingere per tutta la vita di essere chi non era, vivendo una doppia vita che non gli avrebbe permesso di condividere il brivido di un colpo riuscito o le insoddisfazioni di un fallimento.
Elisabeth non avrebbe sopportato il vero lui. Eva invece sì.
È l’unico personaggio a ridergli in faccia anche di fronte ad un coltello puntato alla gola, sfidandolo senza paura.
Eva sin da subito si dimostra l’antitesi di tutto ciò che la società dell’epoca voleva in una donna. Ovvio che Diabolik si innamori di lei, così come è ovvio per lei.
Nell’altro riconoscono un’anima affine, qualcuno a cui mostrare il vero sé e togliersi le rispettive maschere.
Quella di Eva era la maschera di un agnello che nascondeva un lupo. Non è mai una buona idea mettersi contro un lupo, e ne farà le spese il suo ricattatore.
Ma questa è un’altra storia.
Collaboratrice, futura storica dell’arte (si spera) ed appassionata di fumetti, videogiochi, serie tv e film. Attualmente ho un podcast, Eva deve morire, su Spotify. Spero di potervi vedere presto anche lì.