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Diabolik l’antieroe italiano

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Diabolik, l’antieroe italiano

Diabolik, l'antieroe italiano
Diabolik, l’antieroe italiano

Il fumetto italiano non è a livello di competitività internazionale?

Sbagliato.

Sebbene non sempre disponiamo di un’ampia scelta di titoli – colpa di un mercato stagnante e poco propenso ad espandersi – quelli che abbiamo sono degni di nota, qualitativamente parlando.

E piacciono anche all’estero.

Dylan Dog, per esempio, nel 2010 ebbe un adattamento cinematografico del regista  Kevin Munroe che, successo a parte, fece conoscere al pubblico americano il nostro investigatore dell’incubo.

Il fumetto italiano le sue storie e personaggi

Non dobbiamo stupircene: il fumetto italiano ha storie e personaggi degni di nota, alcuni sono vecchie glorie, altri si affacciano or ora sulla scena in cerca di notorietà.

Notorietà di cui non ha bisogno Diabolik, il primo antieroe del fumetto italiano.

Assassino, genio del male, ladro: Diabolik non è certamente uno con cui scherzare. Fin dal suo esordio, ha affascinato ed inorridito milioni di lettori, che si sono subito attaccati alle pagine dei fumetti per sapere, trepidanti, ce la farà anche questa volta?

Diabolik è stato creato nel 1962 – tempi pruriginosi, ben lontani  dalla rivoluzione culturale che ci sarebbe stata di lì a poco – dalle sorelle Angela e Luciana Giussani.

Le due autrici si ispirarono alle avventure di Fantomius, il ladro gentiluomo, e alla narrativa noir per creare il loro personaggio. Nonostante queste ispirazioni colte, le Giussani non potevano prevedere il successo che la loro creatura avrebbe avuto, né che sarebbe diventato un tale fenomeno di massa.

Diabolik, l’antieroe italiano

Tutti amavano Diabolik, anche se non fu esente da pesanti critiche, accusato di traviamento della gioventù , di ledere la pubblica morale. Angela Giussani nel ’63 dovette affrontare un processo per corruzione dei costumi per aver pubblicizzato il terzo numero del fumetto, L’arresto di Diabolik, in una scuola media.

Fu dichiarata innocente,e Diabolik ottenne il successo che meritava, alla faccia di chi lo vedeva come traviatore dei giovani.

Ma sotto sotto, piaceva anche a chi lo criticava.

Come disse Angela in un’intervista, a volte anche lei avrebbe voluto avere la ferocia del suo personaggio. Diabolik è l’oscurità che alberga in noi, di cui ci vergogniamo troppo per parlarne. Ma lui c’è , e non ha paura di esistere.

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Annamaria Nazzaro

Collaboratrice, futura storica dell'arte (si spera) ed appassionata di fumetti, videogiochi, serie tv e film. Attualmente ho un podcast, Eva deve morire, su Spotify. Spero di potervi vedere presto anche lì.

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