Death Note: Light & Elle
Death Note: Light & Elle
Uccideresti qualcuno, se sapessi con assoluta certezza di non essere mai scoperto?
È questo il principale interrogativo a riecheggiare tra le pagine di Death Note: Light e Elle si scontrano in una partita a scacchi tra luci e ombre. Death Note è manga scritto da Tsugumi Ōhba, disegnato da Takeshi Obata.
Light Yagami, un adolescente brillante, ha tutto dalla vita: un’intelligenza al di sopra della media, bellezza e successo con le ragazze, un’educazione e una famiglia di buona estrazione sociale. Ma non gli basta.
Light, annoiato ed esasperato dalla criminalità che dilaga in Giappone. Agli occhi del protagonista, assassini, ladri e molestatori meritano di essere eliminati.
Un altrettanto annoiato Ryuk uno shinigami (dio della morte), stanco di giustiziare i mortali dall’alto del suo mondo, per gioco, lascia cadere sulla Terra il Death Note indicando le istruzioni sotto forma di regole imprescindibili.
Il Death Note è il “c’era una volta” di questa storia è il “principe” giustiziere è Light. Con freddezza, inizia la sua personale crociata contro la criminalità per migliorare quella realtà violenta in cui si trova e plasmando una nuova Terra libera dalla malvagità.
Light è la Giustizia Divina
Light trasforma il concetto di giustizia rendendolo superiore all’umanità, perché possiede uno strumento che va oltre l’umana comprensione.
Questo mostra sia il genio che la chimera. Affichè la giustizia assoluta possa compiersi, Light deve essere l’unico male necessario, incarnando in se sia Giustizia che Male.
Light vive una vita parallela: con il nome di Kira prosegue nel suo piano di ripulire il mondo e contemporaneamente aiuta la polizia a scovare questo misterioso criminale. Ma se il fine giustifica i mezzi, il piano di Light muta in una lotta contro coloro che vogliono fermarlo, finendo per giustiziare anche innocenti.
Lui si nutre del piacere narcisistico nell’essere onnipotente, una divinità che non può essere contraddetta.
Elle: la giustizia umana
L’altro volto del genio è Elle. Lui non ha il Death Note tra le mani ma solo la sua oltreumana genialità. Questa gli permette di capire come il killer agisca oltre le regole della realtà. Elle, pur comprendendo la giustizia perseguita da Kira, non riesce ad accettarla cogliendone la contraddizione.
Anche qui il paradosso: Elle, per nutrire la sua ossessione morale di inseguire il bene, cede al male cadendo nella stessa incoerenza di Kira.
Mentre Light si autoeleva a Divinità, dove altro non è che un uomo malvagio, Elle si proclama emblema della Giustizia umana.
Così Elle e Light, agli antipodi ma che hanno nel loro limite paradossale una forma di complementarità, affermano: “Io sono la giustizia”.
In Death Note: Light e Elle rimangono umani, vittime dei loro limiti.
“Gli esseri umani sono proprio uno spasso!”
Ciao sono Gianna, ho una laurea in Giurisprudenza, un tesserino dell’ordine degli avvocati a cui vorrei aggiungere quello da giornalista. La passione per la scrittura, nata sulla carta e poi migrata sulla testiera, mi accompagna da sempre. A 6 anni gli altri volevano fare gli astronauti; io avevo già le idee chiare: volevo fare la giornalista.
