Consigli lettura: Mao

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Consigli lettura: Mao

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Consigli lettura: Mao

Rumiko Takahashi ci ha abituati ad un certo tipo di shoujo. Il protagonista è il classico ragazzo incompreso, un po’ duro di comprendonio, amante delle lotte o sfaccendato (Ataru sì, mi sto riferendo a te.)

Le eroine sono quasi sempre innamorate a prima vista, ma negano i sentimenti per orgoglio o per altri fattori. Tranne in casi in cui sono dee aliene super potenti, allora lì il problema è che il protagonista non vuole ammettere di essere innamorato (ancora una volta, povera Lamù, ti è capitato il bastoncino più corto.)

Nonostante le dinamiche trite e ritrite, storie stucchevoli che alla lunga stancano anche i più indefessi fans. Ma il nuovo eroe dell’autrice sembra gettare il passato alle spalle, dimostrando che anche il genere shoujo può cambiare.

Strano, non  è vero?

Romanticismo, addio sindrome della damigella in pericolo

Consigli lettura: Mao
Consigli lettura: Mao

Il protagonista, Mao, è un dottore dei demoni. A differenza dei suoi colleghi nati dalla penna dell’autrice, non ama la violenza fine a sé stessa , non cerca lui lo scontro e spesso i guai lo trovano anche quando cerca di fare il suo lavoro, aiutare i demoni.

Esatto ,i demoni, che non sono tutti cattivi e vengono mostrati come comuni pazienti. Piuttosto differente dal mondo di Inuyasha, anche se è un cambiamento che sembra partito da Rinne.

Ovviamente il protagonista ha un passato tragico e un potere oscuro, altrimenti non sarebbe un degno eroe di un manga, con un nemico che insegue con la stessa tenacia di Zenigata con Lupin.

Una caccia che è la sua ossessione, che lo ha tenuto lucido per novecento anni, anche se il suo corpo non ce la fa più.

Consigli lettura: Mao

Forse è l’essere più anziano a renderlo più maturo, riflessivo. Non è un gradasso, ogni cosa che fa è ragionata. Anche se appena i sentimenti vengono coinvolti, lui diventa quasi impulsivo.

Non bisogna stupirsi, basta ricordare in che genere siamo.

La protagonista, come c’è da aspettarsi, nutre dei sentimenti per lui. Le fa giustificare tutto? Assolutamente no. Lei mette in discussione, si arrabbia e, soprattutto, la sua formazione viene messa sullo stesso piano di quella di solito riservata al protagonista maschile.

Abbiamo visto Inuyasha, Ranma, Rinne allenarsi per diventare più forti, ma non è stato lo stesso per le loro fidanzate, quasi relegate nella posizione di damigella in pericolo fino a quando, per questioni di trama, non rivelano un momento di capacità inaspettate, power up inspiegabili poi dimenticati.

Non è questo il caso: Nanoka riceve un allenamento, impara a conoscere le sue capacità, e Mao letteralmente la butta tra le braccia del pericolo.

Mao è il manga per chi vuole rivalutare l’opera della Takahashi. E ,chissà, sperare che continui su questa strada.

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