Consigli lettura: I’m Only a Stepmother, But My Daughter is Just So Cute!
Consigli lettura: I’m Only a Stepmother, But My Daughter is Just So Cute!
Il tropo della matrigna cattiva è ricorrente nella narattiva. Non soltanto nel genere fantasy: se il genitore si risposta, c’è un buon 50% di possibilità che la nuova moglie sia verbalmente, emotivamente o fisicamente abusiva.
Perché?
Il più delle volte si tratta di necessità di trama, o per costruire il background del personaggio. Non che i genitori biologici facciano sempre bella figura, sia chiaro. Ma le matrigne hanno quest’aura di malvagità intrinseca da cui ancora oggi non si liberano, vuoi per mentalità o per comodità narrativa.
Ed è una ex matrigna cattiva la protagonista del manwha I’m Only a Stepmother, But My Daughter is Just So Cute!, stanca dei pregiudizi della gente e delle buffonate del marito.
Se deve avere una nuova vita, lo farà alle sue condizioni.
Biancaneve riveduta e corretta
Il manwha I’m Only a Stepmother, But My Daughter is Just So Cute! è un Isekai in cui MC dopo la morte trasmigra nel cadavere di una regina cattiva di un mondo ispirato alla fiaba di Biancaneve.
Risvegliarsi in una bara non è un’esperienza da voler ripetere, e se come se non bastasse, le prime parole sentite al suo arrivo nel nuovo mondo sono Addio, spero che non ci rivedremo nella prossima vita.
Pronunciate dal marito della donna morta, il re.
Non esattamente l’inizio migliore. Metti poi che Abigail, la proprietaria originaria del corpo, era odiata da quasi tutti, non era rispettata come regina e aveva un pessimo rapporto con la figliastra.
La considerava rivale per l’amore del re, quando nemmeno la povera principessa era molto considerata dal padre.
La protagonista non ci sta. Blanche, la principessa e ora sua figliastra, è adorabile. Come può qualcuno odiare una bambina così ben educata? O peggio, ignorarla? Decide di diventare la sua mamma, al diavolo l’opinione della corte. E non si interessa nemmeno al re, che come ogni uomo con la sfera emotiva di un cucchiaino pensa subito ad un complotto della moglie per attirare la sua attenzione. Che, onestamente, non è nemmeno nei suoi piani.
Manwha divertente e carino, un po’ stereotipato, ma dolce, con uno stile accattivante e personaggi che ti restano nel cuore. Una rivisitazione della fiaba ben riuscita, che tratta di temi come il sessismo, la disuguaglianza, il relativismo e il bodyshaming. A volte è ridondante nel modo in cui si avvicina a certe tematiche, ma ci sono cose che milioni di ragazze hanno da sempre bisogno di sentirsi dire. Straconsigliato.
Collaboratrice, futura storica dell’arte (si spera) ed appassionata di fumetti, videogiochi, serie tv e film. Attualmente ho un podcast, Eva deve morire, su Spotify. Spero di potervi vedere presto anche lì.