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Caltiki il mostro immortale.

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Caltiki il mostro immortale.

Film italiano del 1959, chiaramente pensato per il mercato estero.

Il cast, come accadeva spesso nei film italiani di questo genere, è in parte italiano e in parte americano. Alla regia, Robert Hamton, pseudonimo dietro al quale si nasconde Riccardo Freda, regista ricordato per aver diretto il primo film horror italiano: “I vampiri” del 1957.

Con “Caltiki il mostro immortale” il regista decide di affrontare il genere della fantascienza, con cui già da alcuni anni i registi nostrani si stavano cimentando. Ad assisterlo nell’impresa, il futuro regista e attuale direttore della fotografia Mario Bava. Fonti discordanti e non certe, asseriscono addirittura che Bava avesse diretto parte del film.

Inoltrandoci in questa vecchia gloria, vi avverto che potreste entrare in cotatto con forti dosi di SPOILER.

Fantascienza all’italiana

È un fatto innegabile che la sperimentazione con la fantascienza si stava manifestando in Italia con un netto ritardo rispetto gli altri paesi; in particolare gli Stati Uniti che erano il punto di riferimento narratologico. Caltiki, infatti, pur essendo una pellicola degli anni ’50 appare stilisticamente più vicina alle pellicole della Hollywood Pre-Code (1927-1934). In particolare questo si può osservare nel comparto effetti speciali.

Il film parla di un gruppo di archeologi che rinviene in una grotta dove il popolo maya venerava la dea Caltiki, un organismo unicellulare che consuma ogni casa con cui entri in contatto. Da questo breve riassunto può apparire chiaro come il “Blob” di Irvin Yeaworth, uscito nel 1958 e arrivato in italia nel ’59, possa aver influenzato la pellicola. È stata definita dal alcuni, infatti, come l’Italian Blob.

Tuttavia, a parte la natura del mostro, i due film non condividono molto. Caltiki mostra la natura del proprio budget nella realizzazione del mostro che gli dà il nome: l’organismo alieno che consuma tutto ciò con cui entra in contatto è chiaramente un ammasso di stoffa e trippa, che non condivide di certo il carisma della controparte americana.

Malgrado questo, il film ha delle ottime trovate e in molte parti il trucco appare degno di lode. Una particolarità, che mi ha colpito, è che in Caltiki la “minaccia dello spazio” non è una prerogativa dell’oggi: essa ha minacciato la Terra già in epoche passate. Dove la maggior parte dei film dell’epoca considerava solo il presente o il futuro come teatro dell’interazione con le forze aliene, il film di Freda e Bava si mette già a pensare considerando una terza possibilità.

Qual’è il verdetto su Caltiki?

Questo film non può certo considerarsi un caposaldo del genere. È decisamente il classico film da drive-in o da una serata in compagnia con gli amici. Tuttavia mentirei se dicessi che non vale la pena di recuperarlo. Vale la pena.

Caltiki presenta una trama coerente e ben scritta, con personaggi ben caratterizzati, molto più di quello che possono dire molti altri film.

Il cinema italiano non è mai stato particolarmente famoso per i film di fantascienza. Non è certo il primo genere a cui uno pensa, parlando dell’Italia. Eppure tali film esistono. Da Caltiki fino a oggi. E forse varrebbe la pena di aprire questo vaso e scoprirli: certo, ci potremmo trovare anche tutti i mali possibili, ma anche la speranza di essere in grado di esprimerci in un linguaggio nuovo.

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Elisa Bellumori

Laureata in Lettere e Antropologia, tutto il suo piano di studi si può tradurre in cinque semplici concetti: libri, fumetti, cinema, media, pizza. Cerca di farsi strada come scrittrice. Nel frattempo vi studia e osseva. Praticamente innocua.

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